Nell'ultima parte della round table con i gestori alternativi di alcune delle più importanti realtà italiane abbiamo discusso delle strategie di gestione del rischio, con focus sull'utilizzo dei derivati.
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Nelle prime tre parti della tavola rotonda è emerso come il quadro macroeconomico del 2017 sia stato favorevole alle strategie alternative, che rappresentano l’unica scelta per gli investitori che vogliono realizzare rendimenti soddisfacenti con bassa volatilità. Il ritorno della volatilità sui mercati, uno dei temi chiave nel 2018, rappresenta un’opportunità per i gestori attivi ma al tempo stesso diventa fondamentale il tema della gestione del rischio.
Negli ultimi anni, ad esempio, Kairos ha cambiato la gestione dei fondi di fondi non concependola più come una ‘collezione di mattoncini', dove la gestione del rischio veniva delegata ai gestori dei fondi sottostanti. L’obiettivo diventa quello di avere un portafoglio composto per l’80% da fondi, creando una componente overlay per generare valore. “I derivati vengono utilizzati per ridurre l’esposizione netta in periodi di volatilità di mercato e per sfruttare/aumentare l’esposizione su determinate opportunità tematiche e per aggiustare l’esposizione in portafoglio. Nei derivati includiamo anche gli ETF, che hanno aggiunto valore nella gestione complessiva del portafoglio”, dice Matteo Santoro, portfolio manager di Kairos.
Per Eurizon Capital SGR la finalità principale dei derivati è quella di aggiustare l’esposizione di portafoglio molto più rapidamente rispetto a quello che si potrebbe fare movimentando i singoli fondi. “Sui prodotti FIA tradizionalmente non facciamo uso di derivati a scopo speculativo, ma solo con finalità di copertura sul cambio, principalmente forward valutari, che lo scorso anno ci hanno consentito di neutralizzare l’impatto negativo dell’esposizione ai dollari. Sugli altri prodotti, se previsto dal regolamento, possiamo far uso di derivati, prevalentemente futures su indici o opzioni su indici”, afferma Filippo Stefanini, responsabile multimanager investments & unit linked del braccio gestito del gruppo Intesa Sanpaolo.
Da Hedge Invest SGR, per la parte di FIA multimanager, i derivati vengono utilizzati in maniera sistematica per l’hedging totale del rischio valutario. “Posto che la stragrande maggioranza dei prodotti è investita in fondi, al margine abbiamo la flessibilità di utilizzare i derivati sia per finalità di copertura sia opportunisticamente. Sia in caso di esposizioni eccessive ‘non gradite’ che vogliamo hedgiare, sia nel caso in cui mancasse l’esposizione su un tema che consideriamo interessante, possiamo decidere di hedgiare nel breve o assumere opportunisticamente tale esposizione utilizzando derivati”, spiega Sara Cazzola, fund manager della società. Tuttavia, aggiunge l'esperta, è comunque un’attività marginale rispetto all’attività prevalente di un FIA multimanager, che è quella di investire in fondi alternativi.
Anche Tages Capital SGR utilizza i derivati prevalentemente per finalità di copertura. Il rischio viene gestito “spacchettando” il fondo di fondi e cercando di valutare l’esposizione ai fattori di rischio di mercato. “Insistiamo filosoficamente nell’avere la totale trasparenza dei fondi su cui investiamo. Laddove l’esposizione totale, per motivi contingenti, dovesse essere superiore a quella che è coerente con l’obiettivo di portafoglio, andiamo a coprire il rischio in eccesso”, spiega il CIO Salvatore Cordaro. In passato la società ha utilizzato strumenti derivati laddove si presentava un mismatch temporale tra l'esigenza di ridurre una determinata esposizione ed il tempo di smobilizzo del fondo responsabile di quella esposizione. “Ad esempio, immediatamente dopo Brexit, su uno dei nostri prodotti avevamo un’esposizione ad un fondo che aveva una posizione corta sui tassi. Con lo scenario di mercato chiaramente cambiato abbiamo deciso di vendere il fondo, ma avendo questo una liquidità trimestrale, abbiamo contemporaneamente deciso di neutralizzare l'esposizione del gestore utilizzando uno strumento derivato sui tassi”.
Marco Seveso, gestore di Soprarno SGR, spiega come l’utilizzo dei derivati sia finalizzato esclusivamente alla copertura del rischio e in nessun caso si modifica in speculativa. “Ad esempio, per il fondo long/short la posizione di copertura rimane nell’ordine del 5%-10% in termini di delta exposure; in presenza di movimenti al ribasso che incrementano il peso delle coperture sul totale degli attivi, si provvede a ripristinare gradualmente l’esposizione originaria mentre, se dovesse cambiare la view di mercato, si vendono i titoli in portafoglio”.
In BCC Risparmio&Previdenza, che si caratterizza per un approccio molto conservativo, l’utilizzo dei derivati è abbastanza marginale. “Il nostro primo obiettivo è quello di non correre rischi. Utilizziamo i derivati per finalità di copertura del rischio di tasso, con una posizione lunga sui Btp e corta sul bund per creare spread duration”, conclude David Karni, responsabile portafogli d’investimento della società di gestione.