Gestori azionari: dinamiche politiche e copertura del rischio

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Nell’ultimo anno e mezzo gli eventi politici e la politica monetaria hanno catalizzato l’attenzione degli investitori e influenzato le decisioni di investimento. Oltre alla Brexit e la vittoria di Trump, che sono state le due grandi sorprese del 2016, negli ultimi due mesi del 2017 e nel 2018 sarà fondamentale monitorare con attenzione una serie di fattori politici e geopolitici, quali gli effetti del referendum sull’indipendenza della Catalogna, le tensioni geopolitiche con la Corea del Nord, le elezioni tedesche e le prossime elezioni italiane. Ma come hanno reagito i principali asset manager italiani? A questa domanda hanno risposto i gestori azionari delle più importanti realtà italiane del risparmio gestito, nella terza parte della tavola rotonda organizzata da Funds People.

Aletti Gestielle SGR non ha mai scommesso su particolari eventi politici, continuando a privilegiare l’analisi dei fondamentali dell’economia. “Abbiamo ritenuto che questi eventi non fossero in grado di far deragliare la crescita economica. Le decisioni che verranno prese da Trump e l’effetto Brexit sicuramente avranno delle ripercussioni, ma privilegiamo l’economia e la crescita degli utili aziendali che valutiamo siano ancora su una traiettoria espansiva sostenibile”, afferma Pierluca Beltramelli, responsabile comparto flessibili e developed markets di Aletti Gestielle SGR. Anche il gruppo Ersel AM SGR privilegia una logica di investimento legata ai fondamentali delle aziende e meno ad aspetti macro, anche se monitora con grande attenzione i rischi macro e specifici. “Le linee d’investimento ed i portafogli azionari globali del gruppo Ersel, hanno tutti una gestione molto risk-aware, in cui si cerca di trovare esposizione a temi lontani da rischi politici e macro, preferendo temi idiosicratici che hanno alta probabilità di successo indipendentemente dal quadro generale di riferimento. Nel caso di eventi binari, come le elezioni presidenziali americane o la Brexit, evitiamo di assumere posizioni specifiche nell’una o nell’altra direzione, visto quanto è stato dimostrato sulle concrete possibilità di previsione”, spiega Fabio Fabbi, gestore equity internazionale di Ersel AM SGR.

Massimo Aloi, portfolio manager di Euromobiliare AM SGR, concorda sul fatto che risulta difficile fare previsioni sugli eventi geopolitici, che non devono distogliere l’attenzione da quelli che sono i fondamentali delle società. “Con Trump il mercato americano si è giocato tutte le aspettative positive riguardanti la riforma fiscale e molti nutrono dei dubbi sull’effettiva implementazione. Vedo più possibilità di downside che di aspettative positive sul mercato americano”, dice Aloi. In occasione delle elezioni USA 2016, UBI Pramerica SGR aveva già esposizione ad alcune storie nei settori industriale e infrastrutturali che hanno beneficiato del Trump Trade. “Non abbiamo cavalcato pienamente il trade nella fase successiva, perché convinti della complessità di tradurre la retorica pre elettorale in riforme concrete, soprattutto in ambito sanitario e fiscale, che fossero in grado di generare un impatto positivo in termini di utili societari. Le aspettative su questo fronte si sono leggermente abbassate, portandoci a riconsiderare opportunità d’investimento in questo senso”, afferma Andrea Re, gestore azionario di UBI Pramerica SGR.

Secondo Giuliano Gasparet, head of equity total return di Generali Investments, la Brexit si è dimostrata un’opportunità di investimento, dove ha prevalso la forza del ciclo economico. “Sebbene il focus rimanga sulla crescita economica, in questo momento ci sono una serie di eventi geopolitici che devono essere monitorati, come la Corea del Nord e  la sfida dell’indipendentismo catalano. Per quanto riguarda la Catalogna, è ancora difficile prevederne pienamente l’impatto politico e economico, anche se quest’ultimo potrebbe essere circoscritto alla regione, che rappresenta circa il 20% dell’economia spagnola. Negli Stati Uniti, siamo passati dal grande timore pre-elettorale, al successivo entusiasmo, fino ad un affievolimento dello stesso alla luce della difficoltà dell’amministrazione Trump ad implementare le riforme promesse. La nostra preoccupazione per l’anno nuovo è invece capire se si possa vedere un decoupling delle altre economie rispetto a quella americana. Siamo consapevoli che stiamo partecipando a un posizionamento condiviso da tutti, e c’è un rischio di crowded trading”, afferma Gasparet.

Claudio Marchetti, responsabile equity di Eurizon Capital SGR conclude sottolineando che i fattori politici e geopolitici potrebbero far deragliare uno scenario macro/fondamentale positivo a livello globale. “Uno dei maggiori fattori di preoccupazione è che il mercato non sembra prezzare questi rischi, sembra essere piuttosto indifferente a questi eventi”, precisa Marchetti.

Utilizzo strumenti derivati

Nello scenario attuale, dominato da eventi di natura politica e geopolitica, Funds People ha approfondito il tema della gestione del rischio nei portafogli azionari dei principali asset manager italiani. Generali Investments utilizza i derivati esclusivamente per finalità di copertura, così come Euromobiliare AM SGR, che li utilizza nei portafogli europei ma non sull’Italia. Per Ersel AM SGR, l’utilizzo di derivati è sostanzialmente nullo se non per il caso di fondi globali a valuta coperta. Anche UBI Pramerica SGR utilizza i derivati in modo limitato, il più delle volte per prendere delle scommesse in termini di sovraesposizione sull’asset class, attraverso l’impiego di futures e opzioni, in momenti di particolare sottovalutazione o nell’ipotesi in cui ci sia un catalyst positivo nel breve termine da cui la determinata asset class possa trarre beneficio. 

Aletti Gestielle SGR utilizza questi strumenti per finalità di copertura e per avere una view più tattica rispetto a quella più strategica dell’anno. “Dal lato obiettivi di investimento, avendo una gamma di prodotti multi-asset, anche a scadenza con un arco temporale di 3-5 anni, abbiamo utilizzato i derivati in momenti di alta volatilità in modo da sfruttare momenti positivi che ci saremmo aspettati nei tre anni successivi”, spiega Beltramelli. Eurizon Capital SGR fa un ampio uso di derivati, prevalentemente per un’efficente gestione del portafoglio e non tanto per attività di copertura. “Utilizziamo prevalentemente derivati quotati, come futures, opzioni, single stock futures, in base alla tipologia dei portafogli e di investimento”, conclude Marchetti.