Giangrande (DWS): "Nonostante il contesto gli ETF hanno registrato flussi netti positivi"

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Mauro Giangrande. Foto Andrea Bordignon per FundsPeople.

Nei primi mesi del 2022 il contesto si è dimostrato piuttosto difficile da decifrare per gli investitori. Nonostante questo "gli ETF hanno registrato flussi netti positivi vicini ai livelli record del 2021. Nei primi quattro mesi dell’anno, infatti, l’industria degli ETF ha raccolto in Europa oltre 55 miliardi di euro, ed anche l’Italia ha dato un grosso contributo a questo risultato con circa 4 miliardi di nuovi investimenti" a dirlo è Mauro Giangrande, head of ETF Sales Southern Europe, DWS, raggiunto da FundsPeople.

Gli strumenti passivi dunque non hanno subito una battuta d'arresto. Questo perché gli ETF continuano a dimostrare dei punti di forza, come "negoziabilità in tempo reale, liquidità e costi di gestione contenuti, assumono ancora più rilevanza in un contesto di mercato ad alta volatilità. In merito alle preferenze gli ETF azionari sono riusciti ad attrarre quasi il 70% dell’intera raccolta: gli investitori hanno privilegiato in particolare gli indici globali, in cerca della massima diversificazione, quelli americani, ritenendo questo mercato potenzialmente meno soggetto agli effetti negativi del conflitto tra Russia e Ucraina, nonché gli indici settoriali e di tipo value" spiega Giangrande. Guardando invece ai settori, secondo le analisi dell'esperto, emerge che i comparti che stanno raccogliendo di più sono l'energy e materials, e ultimamente anche di quelli più difensivi come health care. "Nell’obbligazionario invece stiamo osservando di nuovo un grande interesse per i treasury a discapito dei corporate bond. Ottimi risultati hanno infine registrato i prodotti su commodity, sia gli indici diversificati che gli ETC su oro fisico" precisa.

Rotazione value

Come accennato prima, il contesto di mercato è cambiato e cambia in maniera repentina e per questo l'investitore necessita di una gamma di soluzioni che sia più ampia possibile. "Nella ripresa subito successiva al primo lockdown a farla da padrone con le performance sono stati i titoli growth, in particolare i tecnologici, ed i tassi non hanno subito eccessivi scossoni, in quanto prevaleva la narrativa di un’inflazione crescente ma transitoria. Già a partire dal 2021 abbiamo poi assistito a una rotazione importante dei portafogli indirizzata ad un posizionamento su settori e mercati più value" commenta Giangrande.

Un altro elemento è quello dello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, "il forte incremento dei prezzi delle materie prime, e più in generale dell’inflazione, ha messo molta più pressione alle banche centrali e sono iniziate ad emergere anche preoccupazioni di possibili rallentamenti dell’economia. Dinamiche molto diverse tra loro che necessitano soluzioni d’investimento ad hoc. Quindi un provider che mira a ricoprire un ruolo di leadership nel mercato degli ETF ha bisogno di avere al proprio arco tutte le frecce a disposizione, ed è esattamente quello che stiamo attuando con la gamma Xtrackers" ci tiene a precisare l'esperto. Altri due aspetti da non tralasciare sono poi quello dell'innovazione e della sostenibilità.

La spinta normativa

La spinta normativa SFDR ha avuto un valore indubbio per le società di gestione del risparmio. "La gamma Xtrackers ha raggiunto già 50 ETF ESG che riguardano entrambe le categorie e più di 12 miliardi di asset in gestione. Gli Xtrackers con un chiaro obiettivo sostenibile sono quelli sui Green Bonds, per i quali vige un vincolo di destinazione delle risorse da parte delle aziende che li emettono a favore di progetti ambientali, e i cosiddetti Net Zero, ossia quelli conformi alla normativa europea sugli indici allineati agli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’accordo di Parigi" spiega Giangrande.

Ci sono poi altri prodotti che promuovono investimenti sostenibili, ma che non hanno un chiaro obiettivo ambientale. "Gli approcci che potremmo definire “a ridotto grado di esclusione” che sono quelli caratterizzati generalmente da un tracking error contenuto nei confronti dei parent index, e gli approcci a “elevato grado di esclusione”, i quali, applicando regole più stringenti (rating ESG minimi, esclusione di business controversi, best in class e low carbon intensity) sono caratterizzati da un tracking error più elevato, ma anche da punteggi ESG decisamente superiori. Queste soluzioni sono rappresentate dagli ETF che replicano la famiglia di indici MSCI Select ESG Screened, mentre quelle ad “elevato grado di esclusione”, sono rappresentate dalla famiglia di indici MSCI Low Carbon SRI Leaders" conclude l'esperto di DWS.