Giangrande (DWS): “PAC e piattaforme IT driver di crescita per il mercato ETF nel prossimo futuro”

Mauro Giangrande (DWS)

La crescita esponenziale che il mercato della gestione passiva sta vivendo in Germania grazie ai Piani di accumulo (PAC) in ETF, potrebbe essere la dimostrazione del fatto che l’Europa ha davvero una chance di colmare il divario che ancora la separa in fatto di masse dagli Stati Uniti.

Secondo i dati ETFGI, società di ricerca e consulenza indipendente che si occupa delle tendenze dell'ecosistema degli ETF a livello globale, a fine giugno il patrimonio investito nel settore degli ETF in Europa ha raggiunto la cifra record di 1,63 mila miliardi di dollari. Gli asset sono aumentati del 14,6% rispetto a inizio anno: erano infatti pari a 1,42 mila miliardi di dollari alla fine del 2022 e sono invece cresciuti a 1,63 mila miliardi di dollari alla fine di giugno. La stessa ETFGI riferisce però anche che negli Stati Uniti, sempre a giugno, il patrimonio investito nel settore degli ETF risulta essere pari a 7,32 trilioni di dollari. Oltre quattro volte il dato europeo. Sono in molti a ritenere che gran parte di questa differenza derivi dalla diversa propensione all’acquisto di prodotti passivi da parte della clientela retail, maggiore negli Stati Uniti, in Europa ancora prerogativa degli investitori istituzionale. Fa però eccezione il caso tedesco.

PAC made in Germany: 3,7 milioni

“In Germania i PAC in ETF sono oggi una forma di investimento che va per la maggiore”, spiega Mauro Giangrande, head of Passive sales EMEA South di DWS. Secondo extraETF, che raccoglie i dati di gran parte dei broker on line tedeschi, spiega il manager, i portafogli retail in PAC contano nel paese masse per circa 90 miliardi di euro. “Considerato che l’intero mercato italiano, stando ai dati diffusi da Borsa Italiana nell’Osservatorio ETF, si aggira intorno ai 110 miliardi, possiamo comprenderne la portata”. Si parla infatti di 3,7 milioni di PAC, che solitamente contengono almeno due o tre ETF, perlopiù azionari e su indici generalmente molto diversificati.

I piani di accumulo consentono di impostare un programma d'investimento automatico, prevedendo scadenze regolari per l’investimento di importi costanti. “Si tratta di acquisti mensili ripetuti, per cui è facile aspettarsi che le masse continuino a crescere in maniera rilevante anche nei prossimi mesi. Questa storia di successo è sicuramente replicabile anche in Italia, ma affinchè il mercato si sviluppi a questi livelli è necessaria innanzitutto una maggiore educazione finanziaria”, sappiamo che, specie a confronto con la Germania, siamo in questo senso ancora un passo indietro. “Auspichiamo inoltre uno sviluppo anche dal lato dell’offerta, sono infatti ancora molto pochi i broker online che nel nostro paese offrono PAC in ETF a prezzi competitivi”. Al momento Bux, Directa Sim, Fineco AM, Scalable Capital e Trade Republic.

Bacino consulenza finanziaria

Guardando al potenziale che la clientela retail offre, un altro importante filone di crescita è quello della consulenza. Prosegue Giangrande: “Il nostro target più naturale è quello dei consulenti autonomi, il cui numero è più che raddoppiato nel corso dell’ultimo anno. Oggi sono più di 700. Questi promuovono infatti un modello di consulenza, quella a parcella, che favorisce l’inserimento di strumenti a basso costo come gli ETF nei portafogli dei loro clienti. L’aspetto interessante, però, è il crescente utilizzo dei prodotti indicizzati anche da parte delle reti, sia perché il modello fee only sta diventando sempre più diffuso, sia perché è cresciuta la consapevolezza dei consulenti in merito alle potenzialità degli ETF nella costruzione di portafogli sempre più rispondenti alle esigenze dell’investitori”.

Il digitale per le nuove generazioni

Ultimo non ultimo, il tema della digitalizzazione. Sta diventando una consuetudine per gli investitori retail utilizzare canali tecnologici oltre che per molteplici aspetti della vita privata, anche per gli investimenti. “I nativi digitali sono più abituati rispetto alle generazioni precedenti a rapportarsi con la tecnologia e soprattutto trovano più naturale soddisfare i propri bisogni in maniera digitale. Gli ETF si prestano bene a questo meccanismo, perché sono quotati in Borsa e si possono comprare con un clic, anche nel caso dei PAC. Siamo quindi molto ottimisti per il futuro perché riteniamo che con il tempo la clientela retail possa contribuire sempre di più alla crescita dell’industria”.