Investire sulle nuove generazioni frutta. Lo sanno bene i gestori del Decalia Millennials che hanno analizzato i giovani dal punto di vista sociale, economico e finanziario per sfruttare nuove opportunità.
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Digitale, consumo collaborativo, istruzione, benessere, fintech: questi sono alcuni dei principali trend dei millennial sui cui Decalia AM scommette. Nonostante i recenti studi sulle nuove generazioni (basti pensare all’ultima indagine presentata da Assogestioni al Salone del Risparmio) non sono molti, ad oggi, i prodotti che investono sui millennial (giovani tra i 18 e i 35 anni). Chi lo fa tuttavia sembra aver azzeccato la scommessa. Il fondo Decalia Millennials ha raggiunto un rendimento a 1 anno (al 30 marzo 2018) del 12,5% e un rendimento annuale nel 2017 a oltre il 24%, con perfomance dunque a doppia cifra. “I millennial sono molto interessanti da un punto di vista sociale, economico e finanziario, dato che sono significativamente diversi dalle vecchie generazioni per il loro standard di vita, mentalità e comportamenti di consumo. Come se non bastasse, rappresentano la generazione vivente più numerosa, con i giovani tra i 18 e i 35 anni che sono più di 2 miliardi a livello globale. È grazie alla loro massa che saranno in grado di trasformare la società odierna ed imporre i loro codici e comportamenti di consumo”, spiegano dalla società ginevrina, guidata da Alfredo Piacentini e da Jurgen Mahler, head Decalia Funds Italy.
Gli otto trend alla base della strategia
Il prodotto, un azionario globale gestito da Clement Maclou e Damien Weyermann, investe in società che beneficiano a livello strutturale dei cambiamenti nelle abitudini dei consumatori della nuova generazione come, ad esempio, società retail, IT e media, siti web di ecommerce e produttori di beni di consumo. “L’universo di investimento che ruota attorno ai millennial è disegnato in modo da poter beneficiare da tutte le sfaccettature del consumo di questa popolazione”, aggiunge il team di gestione. “Questo ci permette di avere un fondo diversificato che è composto sia da titoli ciclici che difensivi, con una tendenza generale nel tech. È importante notare che anche se la tecnologia è il cuore del nostro tema, la nostra struttura ci permette di decorrelare le nostre performance da questo segmento particolare. Questo è il motivo per cui abbiamo creato 8 settori, che sono un risultato diretto dei trend di consumo che abbiamo identificato: E-Life, Videogiochi & intrattenimento, Fintech, Cibo & bevande, Tempo libero & stile, Salute & benessere, Transizione energetica e Istruzione. I primi tre possono essere categorizzati come tecnologici, mentre gli altri sono più vicini ai classici settori di consumo”.
La strategia, seguita dal team di gestione dedicato ai trend i consumo, è basata su un’analisi fondamentale di tipo bottom-up, integrata da un modello quantitativo proprietario. Il risultato di questo processo è un portafoglio di circa 80 titoli che al momento sono focalizzati sporattutto sul settore E-Life, Salute & benessere e Fintech, in Paesi come gli Stati Uniti e il Giappone.
Una rivoluzione per il business?
Il fattore interessante, quando si parla di questa generazione, è la velocità con la quale i millenials adottano nuovi trend, aprendo la strada a nuovi business profittevoli e, di conseguenza, a nuove opportunità d’investimento. Gli esperti di Decalia ne sono più che convinti. “Il fatto che i millennials possono essere considerati come una generazione globale aiuta, in quanto ci sono più similitudini tra un millennials giapponese e uno italiano che tra loro stessi e i loro parenti più anziani. Questo è stato possibile tramite la nascita di internet e dei social media, ed è un fatto che è impossibile da ignorare o lasciarsi scappare da aziende che desiderano avere successo”.
Questa generazione, infatti, è stata condizionata dal contesto in cui è nata, per questo la scommessa diventa interessante. “Sono nativi digitali e sono sommersi dalla tecnologia da quando sono piccoli. I video games, i social media, gli smartphone ecc sono tutti parte della vita quotidiana di questa generazione in quanto sono i più grandi consumatori di questi segmenti. Hanno affrontato duramente il mercato del lavoro e quindi hanno un basso reddito disponibile. Questo li spinge a innovare in modo da essere in grado di consumare e da qui l’aumento della sharing economy e dell’industria low cost. Inoltre sono la generazione più istruita di sempre, per colpa della crisi finanziaria che li ha spinti ad aumentare gli studi. L’istruzione rimane una delle loro priorità principali, come una delle loro principali spese. Sono la generazione più impegnata di sempre. La loro consapevolezza sociale, il loro carattere eco-firendly e il loro consumo ‘salutare’ sono tre aspetti che stanno lentamente - ma sicuramente - conquistando il mondo. Infine sono, per lo più, anti sistema. Sono sprezzanti nei confronti delle classiche banche (per colpa della crisi) e quindi usano molte alternative come banche online e prestiti peer to peer. Tutti questi aspetti li rendono una forza dirompente da stimare. E com’è noto, la dirompenza crea squilibri, ma anche opportunità d’investimento molto profittevoli”.