La tokenizzazione degli asset: che cos’è e cosa comporta per i mercati

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Ricardo Gomez Angel (Unsplash)

Se bitcoin e criptovaluta figurano tra i termini entrati di recente nei dizionari della lingua italiana, il prossimo neologismo riconosciuto potrebbe essere token? Il bitcoin è un token, ma un token non è necessariamente una criptovaluta, e racchiude in sé innumerevoli possibilità. Che cosa sono i token? Cosa significa tokenizzazione degli asset? E cosa comportano per i mercati? Lo spieghiamo in questa voce del Glossario FundsPeople.

Andiamo per gradi. Torniamo ad aprire il dizionario e scopriamo che la traduzione italiana di token è gettone, simbolo. Nel suo libro “The business blockchain”, William Mougayar definisce il token come “un’unità di valore che un’azienda crea per gestire il suo modello di business e permettere agli utenti di interagire con i suoi prodotti, mentre agevola la distribuzione e la condivisione dei vantaggi e dei benefici tra tutti i suoi stakeholder”.

La tokenizzazione degli asset si è evoluta fino a diventare uno dei casi d’uso più significativi della tecnologia DLT sui mercati finanziari. DLT sta per distributed ledger technology (tecnologia dei registri distribuiti), il protocollo alla base di un database non centralizzato gestito da vari partecipanti. In altre parole, si tratta di una rete decentralizzata senza la necessità di un’autorità centrale che svolga funzioni di vigilanza. Il punto di forza del registro distribuito è che aumenta la trasparenza e rende più difficile commettere frodi o manipolazioni. 

In che modo si può tokenizzare un asset?

Un paper dell’OCSE sul tema indica che la tokenizzazione degli asset comporta la rappresentazione digitale di asset fisici su registri distribuiti o l’emissione di asset class tradizionali sotto forma di token.

Nel primo caso, il valore economico e i diritti derivanti dagli asset reali preesistenti vengono collegati o incorporati in token basati su DLT, che fungono quindi da riserva di valore. I token emessi esistono solo all’interno della blockchain, mentre gli asset reali su cui sono emessi i token continuano a esistere anche nel mondo reale al di fuori della blockchain.

Nel secondo caso, la tokenizzazione degli asset comporta la creazione di uno strumento generato all’interno della blockchain e l’emissione di token nativi, nati direttamente sulla blockchain, che vivono esclusivamente sul registro contabile tecnologico distribuito (si veda il grafico).

Fonte: OCSE, Going Digital Toolkit, “Understanding the tokenization of assets in financial markets”

Potenziali benefici e rischi della tokenizzazione degli asset

Quando parliamo di token, non ci riferiamo soltanto alle criptovalute. Le attuali applicazioni dei token sono sostanzialmente progetti pilota o in fase sperimentale, ma questa tecnologia è in continua evoluzione. Le asset class tokenizzate possono comprendere titoli (quali azioni e obbligazioni), materie prime (come l’oro) e beni reali (ad esempio gli immobili).

Tra i benefici della tokenizzazione degli asset spicca l’efficienza derivante dall’automazione e dalla disintermediazione. Inoltre, la maggiore rapidità dei processi di compensazione e liquidazione favorisce la trasparenza e, soprattutto, l’aumento della liquidità. La tokenizzazione degli asset potrebbe rappresentare un modo alternativo per ottenere la proprietà frazionata di un bene, poiché riduce le barriere all’investimento e consente un accesso più inclusivo degli investitori retail ad alcune asset class tradizionalmente illiquide.

Quali sono i rischi?

Ovviamente, la tokenizzazione degli asset non è priva di rischi. Le reti decentralizzate (DLT) sui mercati dei token devono affrontare diverse sfide a causa del loro carattere innovativo. La vulnerabilità operativa, l’incertezza circa la finalità della liquidazione, l’interoperabilità tra reti diverse che permetterà la connettività di infrastrutture differenti; l’interoperabilità dell’infrastruttura basata sulla DLT con quella tradizionale; la stabilità della rete, la solidità dell’infrastruttura del mercato e le minacce di attacchi informatici.

L’OCSE segnala anche i rischi di governance legati ai registri contabili completamente decentralizzati, a causa della difficoltà di identificare un unico proprietario o nodo responsabile dell’intera rete. L’assenza di un singolo attore in capo al processo è una sfida importante per regolamentare le reti DLT e attribuire la responsabilità di eventuali problemi della rete.

Tokenizzazione e regolamentazione

Per il momento non esiste alcuna forma di legislazione comune. Ogni Paese affronta la tokenizzazione in modo diverso a seconda della fase di sviluppo raggiunta dal mercato degli asset tokenizzati e del ritmo a cui si evolve.

Alcuni legislatori hanno deciso di applicare agli asset tokenizzati la normativa finanziaria già esistente; altri hanno creato un nuovo quadro normativo su misura o hanno adeguato le norme esistenti per regolamentare l’applicazione della DLT nell’ambito della tokenizzazione (si veda il grafico).

Fonte: OCSE, Going Digital Toolkit, “Understanding the tokenization of assets in financial markets”

Il futuro degli asset tokenizzati

È chiaro che si tratta di un mercato in espansione. La finanza decentralizzata e i mercati dei token e dei criptoasset sono in costante evoluzione. L’applicazione industriale dei prodotti finanziari emergenti basati sulla DLT ha aiutato a individuare le mancanze, i rischi e le aree di potenziale innovazione.

È essenziale assicurare agli investitori e ai consumatori finanziari attivi nei sistemi e nelle reti DLT la stessa protezione fornita agli operatori attivi sui mercati finanziari tradizionali. L’OCSE inviata alla collaborazione e al dialogo internazionale, data la natura globale e transfrontaliera delle transazioni e dei titoli basati sulla DLT.