Con l’acquisizione di Banca Albertini, la boutique del private banking gestirà 18,5 miliardi di euro. Ecco i futuri piani del Gruppo guidato dalla famiglia Giubergia. (Tratto dal numero di gennaio di Funds People Italia).
Tratto dal numero di gennaio dellla rivista Funds People Italia.
Dopo l’annuncio del 1 novembre 2017, Ersel e Banca Albertini hanno concluso l’operazione di acquisizione. È un importante traguardo di crescita che trova le sue fondamenta nella comune comprensione dei bisogni della clientela, nel simile background professionale e nella storica amicizia e stima reciproca che lega le famiglie Albertini e Giubergia.
A spiegare i motivi di questa scelta e i piani futuri è lo stesso Guido Giubergia, presidente e amministratore delegato del Gruppo Ersel. “In questo momento, nel nostro settore le realtà troppo piccole rischiano seriamente l’estinzione. Già da tempo noi eravamo alla ricerca di un’occasione per acquisire una realtà che fosse affine alla nostra e quando Banque Syz, che aveva la maggioranza di Albertini Syz, si è affidata ad un advisor, ci siamo fatti avanti. Abbiamo potuto contare sul sostegno di Alberto Albertini, sia perché tra le nostre due realtà c’è maggiore affinità rispetto ad altri operatori, sia per l’amicizia di lunga data e la stima reciproca che legano le nostre famiglie. Così, unire due nomi che hanno fatto la storia di Piazza Affari è stata una scelta naturale. L’integrazione procede rapidamente e prevediamo che la fusione possa essere completata nel corso di quest’anno”, spiega Giubergia. La combinazione con Banca Albertini accresce la posizione di Ersel quale primario gruppo indipendente nel private banking in Italia, con 18,5 miliardi di euro di asset in gestione, in grado di offrire una gamma di servizi e prodotti completa e altamente specializzata.
“Curiamo gli interessi di circa 6 mila gruppi familiari - principalmente imprenditori e professionisti - con portafogli che in media si attestano tra 1 e 1,5 milioni di euro”, dice l’amministratore delegato. “I servizi offerti ai nostri clienti saranno tutti quelli classici del private banking a cui si aggiungerà il credito garantito da titoli che, una volta diventati banca, potremo fare direttamente”.
La nuova struttura
Nel progetto del Gruppo Ersel è chiaro che una parte rilevante sarà dettata dal nuovo assetto organizzativo. Anche se, come tiene a precisare il presidente, il core business della società rimarrà lo stesso di sempre: la gestione degli investimenti. “Anche dopo la fusione non faremo nessuna delle attività tipiche di una banca commerciale, ma soltanto quelle attinenti alla nostra attività principale”, ribadisce Giubergia. Che poi, invece, evidenzia tutti i passaggi che il Gruppo sta percorrendo. “Il lavoro più impegnativo che ci aspetta adesso riguarda l’integrazione dei due sistemi informatici che ci metterà nelle condizioni di avere gli stessi strumenti di lavoro. L’assetto finale prevede anche una location nuova, abbiamo già acquistato un grande immobile a Milano in Via Caradosso dove riuniremo i nostri uffici milanesi, oltre alla razionalizzazione delle altre sedi delle due società nel Nord e Centro Italia, fermo restando il nostro quartier generale a Torino”, spiega.
Un restyling dovuto sarà anche quello online. “Stiamo lavorando per rivedere il sito e per renderlo accessibile da tutti i dispositivi, con un’area riservata che nel futuro potrà comprendere un maggior numero di servizi. Negli anni è cresciuto molto anche il ruolo di Online Sim, la nostra piattaforma per il collocamento di fondi comuni d’investimento, che ora gestisce circa 4,6 miliardi di euro”, dice Giubergia.
Inoltre, il Gruppo sta procedendo ad una serie di assunzioni selettive su Milano ed Emilia Romagna, “regione ad elevato tasso di crescita e dove siamo già presenti”, ma non escludono aperture di nuove sedi, ad esempio anche in Veneto.