Grande interesse degli investitori attorno all’ultimo rally del value. In molti infatti si domandano se non sia solo un fuoco di paglia come avvenuto spesso nel recente passato, ma l’inizio di un atteso ritorno. Per Richard Halle, gestore dell’M&G (Lux) European Strategic Value Fund, prodotto con rating FundsPeople 2022, questa volta potremmo essere in presenza di qualcosa diverso, con una rotazione verso i titoli di valore più strutturale.
Rivolgendo uno sguardo al passato Halle spiega: “Ci sono una serie di buone ragioni per le quali nel corso dell’ultimo decennio un ritorno al value sia stato fallimentare”, dice. “In primo luogo, gli operatori di mercato hanno mantenuto una tendenza profondamente radicata a favore dei titoli growth. E, quanto più a lungo la tendenza si è protratta, tanta più energia è ora necessaria per far cambiare rotta ai mercati”, afferma. Inoltre, l’esperto fa notare che qualsiasi tentativo di ritorno al value non è durato a lungo e non è stato particolarmente incisivo. Quindi è stato relativamente semplice ignorarlo. “Di fatto, nell’ultimo decennio abbiamo capito che qualsiasi rally del value rappresentava un’ottima opportunità di puntare ancora di più sul growth”, avverte il gestore di M&G Investments.
Stavolta però le cose sembrano differenti. “La rotazione verso il value è stata sia violenta che estesa, mentre gli investitori growth si stanno ancora riprendendo da grosse perdite, in particolare coloro che sono arrivati troppo tardi, ma anche chi aveva investito pre-Covid”, ammette.
Inoltre Halle crede che sia importante ricordare il punto iniziale di questa rotazione. “Il passaggio al value è seguito allo straordinario rally del growth avvenuto a seguito della pandemia. Il che ha spinto la dispersione delle valutazioni all'interno del mercato verso un nuovo territorio: probabilmente si è verificata la più ampia dispersione nella storia del mercato azionario”, dice. “Un punto di partenza così estremo dovrebbe aumentare matematicamente le possibilità che questa rotazione continui. Fattore che ci porta al terzo motivo di ottimismo sul potenziale dei titoli value”, continua.
Il terzo aspetto messo in luce dal gestore è che le numerose e potenti tendenze di lungo periodo, che in passato hanno rappresentato un ostacolo per i titoli value, non solo stanno per finire ma si stanno quasi certamente invertendo. “L’ultimo decennio è stato caratterizzato da una globalizzazione in crescita, da tassi di interesse in continuo calo, dal dominio delle banche centrali, dalla creazione di credito su larga scala, da una quantità incredibile di moneta stampata e dalla deflazione”, analizza. “Crediamo che questi fattori abbiano favorito un'estrema dispersione delle valutazioni e, addirittura, un eccesso speculativo”, continua. “Tuttavia, è sempre più evidente che nei prossimi dieci anni le cose saranno molto diverse, così come i titoli che registreranno buone performance e quelli che ne avranno di negative”, avverte.
Inoltre secondo l’esperto un punto molto trascurato quando si pensa al potenziale di sovraperformance futura è che la maggior parte delle persone pensa ai titoli value e ai titoli growth come a due gruppi distinti ma fissi di titoli. In realtà le cose non stanno così. “Quando si verifica un cambio di regime, alcuni titoli che un tempo erano value diventano i nuovi titoli growth prediletti e viceversa”, dice. “Riteniamo che ciò si ripeterà anche in questo caso. Se avessimo ragione, e vedessimo le società passare a ‘panieri’ diversi da questi spread di valutazione iniziali, l’eventuale sovraperformance del value sarebbe, a nostro avviso, memorabile”, continua.
La quarta osservazione del gestore sul potenziale del value è che i mercati sono ancora fortemente focalizzati sul growth e molto sottoesposti al value. “La maggior parte degli investitori non è ancora disposta ad abbandonare le proprie convinzioni sull’investimento growth e non abbiamo assistito a un vero spostamento verso il value”, dice. “Ciononostante, questa volta pensiamo che il rally del value possa essere duraturo e vediamo un enorme potenziale per ottimi risultati dei titoli value, mentre non riteniamo che questo sia un buon momento per acquistare titoli growth a prezzi convenienti”, conclude.