I fondi tematici sono il vero strumento per generare alpha

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Carlo De Luca

Il team di Gamma Capital Markets Ltd Succursale Italiana è suddiviso tra quantitativo e qualitativo. “Per quanto riguarda la parte quantitativa usiamo indicatori di rischio per la valutazione dell’investimento come la volatilità, recovery period, etc.”.

Per la parte qualitativa il team preferisce selezionare piccole case di gestione per avere un rapporto diretto con il gestore. “Sostanzialmente compriamo una maggiore trasparenza nella gestione”, spiega Carlo De Luca, head of Asset Management di Gamma Capital Markets Ltd Succursale Italiana. “Questo ci permette di sapere in tempo reale le scelte strategiche e di allocation del gestore. Ci affidiamo alla grande casa solo nel caso in cui i risultati in quella determinata asset class non viene coperta in modo efficiente da una piccola”. 

Nelle gestioni Gamma Capital Markets Ltd Succursale Italiana fa molto uso di fondi tematici: “Secondo me le soluzioni tematiche sono l’unico modo per generare alpha. I fondi d’investimento hanno visto un’evoluzione nel tempo, sono passate da soluzioni a benchmark, fondi geografici e settoriali, flessibili, strategie alternative e infine sono arrivati i tematici”, spiega De Luca. "Quest’ultime hanno una maggiore capacità di diversificare e decorrelare il portafoglio: i fondi tematici investono secondo un tema specifico in settori e aree geografiche diverse. Nello specifico noi ci siamo focalizzati sui temi della crescita demografica in Asia, intelligenza artificiale e sulla robotica”.

La società fa uso anche di soluzioni passive in modo tattico: “Se investo in trend di lungo periodo, ho bisogno di soluzioni passive nel breve per aumentare o ridurre le esposizioni di portafoglio", spiega. “Inoltre, negli ultimi anni sono nati anche benchmark tematici, molto diffusi in USA”.

Ricerca della qualità

Il 2018 è stato un anno difficile per i gestori attivi. “Si è ridotto moltissimo il gap tra titoli di qualità e non. In questi casi, le soluzioni d’investimento che soffrono di più sono quelle alternative, sia sulla parte long che short”. La grossa difficoltà per il gestore è individuare il timing di riposizionamento. “Se abbiamo una volatilità molto alta con oscillazioni intraday del 5% diventa molto difficile indovinare il momento giusto per comprare o vendere”, spiega il gestore. “Quella finestra temporale può definire le performance di un intero anno. In questi casi quindi il mercato non funziona e i risultati della gestione sono troppo affidati al caso”, conclude Carlo De Luca.