I funds selector ora giocano in difesa

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Giorgio Fata

Ci sono ancora troppi fattori di incertezza che preoccupano gli investitori, dalla trade war tra Usa e Cina alla Brexit, a cui si aggiungono bassa crescita economica e inflazione ancora ai minimi. In un contesto in cui non manca la volatilità, il principale quesito è questo: bisogna orientarsi verso asset class più cicliche o rimanere difensivi? È ciò di cui hanno discusso tre professionisti del settore dell’asset management in occasione della tavola rotonda organizzata da Funds People sulla selezione dei fondi.

“È giunto il momento di giocare in difesa”, così esordisce Paolo Moia, responsabile Asset Management di Banca Profilo. “La vera lezione del 2018 è che il nostro sistema finaziario non è in grado di sopportare alti tassi di interesse, e lo hanno imparato soprattutto le banche centrali. Nei primi mesi dell’anno si sono registrati rendimenti eccezionalmente positivi su tutte le asset class, ma già a fine aprile la convenienza delle valutazioni era venuta meno, pertanto abbiamo preferito ridurre il rischio e aumentare la liquidità, che in un mondo in cui vige la repressione finanziaria, diventa al’unico strumento di diversificazione. Quello di inizio anno è stato il rally meno sfruttato nella storia degli ultimi 10 anni”, aggiunge l’esperto.

Anche Fabrizio Bergna, responsabile dell'Ufficio Ricerca Mercato diBanca Consulia, dopo aver cavalcato l’onda dei primi mesi dell’anno, ha deciso di diminuire i profili di rischio a beta superiore, come per esempio in riferimento ai mercati europei ed emergenti, compreso il debito degli emerging markets in local currency, “in quanto è caratterizzato da una volatilità  più elevata che riduce i benefici di esposizione alle valute”, a fronte di un marginale pick up di yield rispetto la componente in hard currency, commenta il fund selector. Dopo i primi mesi di euforia sui mercati, ora non resta che essere conservativi. “Sfrutteremo sicuramente le opportunità che si potranno presentare in caso di ulteriori drawdown e ribassi per andare a benchmark o aumentare l’esposizione all’equity. Nel mercato infatti vi è un’alta concentrazione di liquidità, in questo contesto chi non ha ancora usufruito del rally iniziale potrà comunque approfittarne”, dichiara.

È d’accordo anche Matteo Campi, responsabile dell’Ufficio Investimenti Multimanager e Alternative di Arca Fondi SGR, nel ritenere che ora bisogna consolidare i risultati raggiunti nei primi mesi dell’anno. La domanda che oggi ci poniamo è: dobbiamo spostarci verso asset class più cicliche? “In momenti di incertezza lo strumento più importante per affrontare la volatilità è una efficace diversificazione. Costruire portafogli che mostrino le caratteristiche di diversificazione desiderate, ex post, non è affatto semplice. In momenti di volatilità le correlazioni tendono a salire e diventa tutto più difficile. Il nostro approccio combina l’utilizzo di un modello proprietario di massimizzazione della diversificazione con considerazioni qualitative circa le effettive proprietà di ciascuna asset class”, spiega il gestore.