I multi-asset più resistenti ai ribassi del mercato

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Photo by Patrick Hendry on Unsplash

La continuità della buona performance dei mercati registrata nel 2017 si è interrotta dopo le prime settimane dell'anno. Febbraio, infatti, ha portato con sé le prime scosse sui mercati, confermando la sensazione che prima o poi una correzione sarebbe arrivata aggiustando le valutazioni. Il rischio di un'accelerazione dell'inflazione dopo la solida crescita salariale negli Stati Uniti, unito a dati economici più deboli, potrebbe implicare un aggiustamento più severo dei tassi rispetto a quanto l'economia americana potrebbe sostenere, influenzando sia l'universo obbligazionario sia quello azionario. Ci focalizziamo, quindi, sul comportamento dei fondi bilanciati, una categoria che comprende strategie eterogenee ma che cercano, in generale, di beneficiare della diversificazione tra i diversi tipi di asset.

Volatilità del mercato

Secondo Didier Saint-Georges, membro del comitato di investimento di Carmignac, la ragione fondamentale alla base della volatilità è il punto di flessione che si sta verificando contemporaneamente in due fattori trainanti dei mercati: liquidità globale e crescita economica. Entrambe le variabili hanno iniziato a moderarsi nel 2018. Lo shock del mercato registrato in febbraio ha determinato un aumento della volatilità nei mercati azionari, ma con un effetto limitato su altre asset class. È quanto sostengono i gestori dell’AXA Global Optimal Income (rating Consistente Funds People), i quali hanno affermato che la correzione è stata guidata da flussi tecnici e reazioni a catena piuttosto che da un episodio di fuga dal rischio. "Abbiamo mantenuto la fiducia nel nostro scenario macroeconomico centrale, basato su una crescita economica solida e sincronizzata, affrontando rischi a breve termine attraverso valute e posizioni lunghe in termini di volatilità".

Juan Nevado, gestore del fondo M&G (Lux) Dynamic Allocation (triplo rating ABC Funds People: Preferito dagli Analisti, Blockbuster e Consistente), definisce gli ultimi episodi di volatilità come un'opportunità per ricomporre tanto la componente azionaria quanto quella obbligazionaria. "Abbiamo approfittato per aumentare la nostra esposizione azionaria nelle ultime settimane, dato che i fondamentali economici rimangono solidi", afferma. "Le vendite di marzo sono state l’occasione per aumentare Ibex e Topix e ridurre la posizione sullo S&P 500".

Al di là dell'opportunità che potrebbe comportare un aumento della volatilità dei mercati, è interessante analizzare quali fondi abbiano meglio resistito alle cadute all'interno di ciascuna categoria. In quest’analisi, che mette l'accento sull'avversione al rischio, abbiamo utilizzato due indicatori: il dato di max drawdown e il Sortino ratio. Quest’ultimo è simile allo Sharpe ratio ma utilizza come denominatore solo la volatilità dei ribassi. Abbiamo scelto, dunque, i fondi con il Sortino più alto a 3 anni della propria categoria e che abbiano avuto un max drawdown, sempre a 3 anni, inferiore alla media della categoria stessa. Un filtro che mette a fuoco l'avversione al rischio considerando la redditività aggiustata, appunto, al rischio e alla perdita assoluta.

Bilanciati prudenti

Tra i multi-asset a basso rischio ci sono prodotti come l’Edmond de Rothschild Fund - Income Europe (rating Consistente). Si tratta di un fondo obbligazionario prudente che può investire in azioni e, pur avendo un max drawdown del 5,57% a 3 anni, offre un rendimento del 3,03% annualizzato per il suddetto periodo (al 30 aprile 2018). All'interno della gestione locale, spicca il fondo Investitori Flessibile (doppio rating BC). Quest’ultimo ha un profilo a livello strategico ancor più prudente seppur si ipotizza una perdita massima del 5,33% a 3 anni, comunque inferiore alla media della categoria. La strategia di gestione è molto attiva ed interpretata con una logica ‘private’: "Stressiamo il tema della preservazione del patrimonio e del contenimento della volatilità al fine di limitare i drawdown”, spiega Luca Carzaniga, fund manager del fondo.

Bilanciati moderati

Tra i fondi con profilo di rischio moderato figurano prodotti come il Flossbach von Storch – Multi Asset – Balanced (rating Consistente), con un rendimento annualizzato a 3 anni pari al 4,4%. Dimostrazione di eterogeneità nelle categorie multi-asset, il prodotto investe in titoli azionari con un approccio value sulla base dell’analisi fondamentale dei mercati finanziari globali, moderando il rischio con l'uso di obbligazioni e liquidità. Con perdite leggermente limitate, poi, troviamo il fondo Etica Bilanciato (doppio rating BC) dell’italiana Etica SGR.

Bilanciati aggressivi

Sotto la classificazione dei multi-asset aggressivi, ad attirare l’attenzione è ancora un prodotto Flossbach von Storch, in particolare il Flossbach von Storch – Multi Asset – Growth (rating Consistente). Stessa strategia di gestione del Balanced, ma con un limite di investimento azionario spinto fino al 75% del portafoglio. Il suo max drawdown a 3 anni è del 10,17% contro il 5,3% di rendimento annualizzato per il medesimo periodo. L’unico fondo italiano della categoria è l’Eurizon Manager Selection MS 70 (rating Consistente), con il 3,61% di rendimento annualizzato a 3 anni rispetto al 9,95% di max drawdown per lo stesso intervallo di tempo.

Bilanciati flessibili

In questa categoria risaltano fondi come il MainFirst Absolute Return Multi Asset (rating Consistente), con un rendimento annualizzato a 3 anni pari al 4,52% e un max drawdown del 5,14% nello stesso periodo. D'altra parte, sia il fondo Eurizon Fund – Azioni Strategia Flessibile sia l’Eurizon Investment SICAV Flexible Beta 2 (entrambi doppio rating BC), sono tra i pochi prodotti che al 30 aprile 2018 hanno offerto un rendimento annualizzato a 3 anni maggiore al 3% (4,34% e 3,06%, rispettivamente). Il Flexible Beta 2 registra tra l’altro il minor max drawdown a 3 anni del paniere, pari al 2,35%. Il terzo e ultimo prodotto italiano della categoria è il BCC Crescita Bilanciato (rating Blockbuster), con max drawdown e rendimento annualizzato a 3 anni pari all’8,25% e al 2,38%, rispettivamente. Differenti visioni di mercato, dunque, per strategie tutt'altro che omogenee e che, lungi dal rappresentare un problema, sono delle opportunità per aggiungere un secondo step nella diversificazione del portafoglio del cliente finale.