I temi di engagement su cui punta Robeco per il 2021

Carola Van Lamoen notizia
Carola Van Lamoen (immagine ceduta)

Essere protagonisti del cambiamento. A partire delle sfide di oggi: il cambiamento climatico e i diritti dei lavoratori nel mondo post Covid. Robeco ha indicato i temi in cima alla propria agenda per il 2021, da approcciare attraverso politiche di engagement con le aziende. Un ruolo quello assunto dalla casa di gestione reso ancora più cruciale dalla pandemia per gli impatti su società e ambiente. Così il team di Active Ownership della casa di gestione ha scelto di impegnarsi ad un dialogo con i finanziatori delle imprese più inquinanti e in progetti per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, penalizzati dalle chiusure forzate. E un ulteriore ambito di coinvolgimento è quello dei videogiochi, con i problemi etici spesso poco conosciuti che li riguardano.

Finanziamento della transizione

“Molte banche continuano a prestare denaro a società altamente inquinanti, senza esigere garanzie sulla riduzione delle emissioni di carbonio dei loro modelli di business,” afferma Carola van Lamoen, Head of Active Ownership. “Così facendo, non rispettano gli impegni assunti con l’Accordo di Parigi in termini di finanziamenti. Secondo noi si tratta di una questione sia di governance che di ambiente, visto che riguarda il rapporto tra cambiamenti climatici, da un lato, e allocazione dei fondi e gestione del rischio in senso lato, dall’altro”. Sulla scia di questo invito alla decarbonizzazione, il 4 dicembre 2020 Robeco si è posta l’obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas serra nelle totalità delle masse in gestione entro il 2050. In precedenza, erano già stati esclusi gli utilizzatori e i produttori di combustibili fossili da tutti i portafogli soggetti a determinate soglie.

Cambiamento climatico

L’altra via dell’azione di Robeco è quella di rivolgersi direttamente ai maggiori produttori di CO2. L’asset manager svilupperà un programma di engagement per tutte le società la cui transizione procede ancora a rilento. Dopo tre anni di dialogo, le realtà che non rispettano gli obiettivi prefissati rischiano l’esclusione dai portafogli. “Vogliamo intensificare il nostro impegno a favore della transizione climatica, concentrandoci sugli ‘ultimi della classe’, ovvero le società che procedono più a rilento. Si tratta di aziende a cui non basta una spintarella ma che, per passare a modelli di business a bassa emissione di carbonio, dovranno cambiare radicalmente,” spiega il Senior Engagement Specialist Peter van der Werf. “Questo perché ancora operano in un panorama energetico basato sui combustibili fossili, mentre dovrebbero fare – o almeno progettare – investimenti concreti orientati alla transizione”. 

Diritti dei lavoratori

Dopo il peggioramento di condizioni lavorative già problematiche nei settori costretti alla chiusura dal Covid-19, a dominare la scena sono stati anche i diritti dei lavoratori. L’engagement di Robeco si concentrerà sui rischi legati alle pratiche di lavoro nei settori del retail, della consegna di cibo a domicilio e dell’ospitalità. “Il modo in cui le aziende trattano i propri dipendenti è indicativo della loro capacità di reagire a ulteriori shock. Garantire livelli adeguati di soddisfazione del personale e favorire standard lavorativi appropriati è fondamentale per godere di un certo vantaggio competitivo non appena l’hotellerie e altri settori colpiti dal Covid-19 ricominceranno ad operare normalmente,” sostiene Carola van Lamoen. “La redditività di lungo termine delle società in cui investiamo è strettamente legata al benessere dei loro stakeholder, compresi i dipendenti, i fornitori e le comunità in cui operano. Le aziende che mostrano una buona gestione del capitale umano spesso registrano un minor ricambio del personale e una maggiore produttività”.

Sempre in questo ambito c’è la questione più̀ generale del mancato rispetto dei diritti umani, soprattutto lungo le catene di fornitura in zone di conflitto dove le tutele sono minime. Questo tema si concentra sulla due diligence che le società̀ tecnologiche, di abbigliamento e automobilistiche dei mercati sviluppati devono eseguire quando operano in contesti ad alto rischio. “Attraverso la promozione di migliori standard umanitari, speriamo di ridurre il rischio che le aziende vengano coinvolte o esasperino eventuali violazioni dei diritti umani che spesso si verificano più̀ a livello di supply chain che non di attività̀ aziendali, per esempio durante le estrazioni minerarie in zone di conflitto”, conclude Peter van der Werf. 

I risvolti negativi dei videogiochi

Infine, il team si occuperà dell’industria dei videogiochi che, durante il lockdown, ha aumentato il proprio bacino di utenza. I problemi spaziano dalla violenza gratuita alla rappresentazione stereotipata delle minoranze, passando dall’abuso di Internet da parte dei più̀ giovani.