Secondo Chris Holmes e Diomidis Dorkofikis, partners della società di gestione di fondi infrastrutturali, la combinazione di politiche favorevoli da parte dei Governi e della diffusione delle rinnovabili rende il mercato dell'idrogeno sempre più attraente per gli investitori.
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L'idrogeno verde si sta affermando come un elemento chiave nella transizione energetica, con una crescita esponenziale della domanda prevista nei prossimi decenni. Tuttavia, attualmente, la produzione di idrogeno è prevalentemente ‘grigia’ e inquinante. Ma la combinazione di politiche favorevoli da parte dei Governi e dell’aumento della diffusione delle energie rinnovabili, rende il mercato dell'idrogeno sempre più attraente per gli investitori. “Ad oggi, la produzione di idrogeno è principalmente ‘grigia’, ossia derivata dal gas naturale e altamente inquinante, senza una tecnologia di cattura del carbonio nel corso del processo”, spiegano Chris Holmes e Diomidis Dorkofikis, partners del gestore infrastrutturale Foresight Group. “L'idrogeno viene prodotto principalmente per due industrie, la raffinazione e la chimica primaria, che non sono orientate alla sostenibilità e quindi non hanno guidato l'ascesa dell'idrogeno verde. Quest’ultimo richiede grandi quantità di energia rinnovabile per alimentare gli elettrolizzatori che separano l'acqua in idrogeno e ossigeno. Inoltre, gli ingenti investimenti necessari per realizzare le infrastrutture adatte hanno ulteriormente rallentato l'espansione di questo mercato”, analizzano i due esperti. Tuttavia, secondo quanto evidenziato da Holmes e Dorkofikis, negli ultimi due anni, i governi hanno iniziato a pubblicare obiettivi nazionali, tabelle di marcia e politiche per favorire il decollo dell'idrogeno. Le politiche aiutano le industrie a stimolare la domanda e a fornire un sostegno finanziario sul lato dell'offerta, e la fiducia ha iniziato a manifestarsi tra gli operatori aziendali. “La spinta normativa, unita all'espansione delle energie rinnovabili e all'aumento della capacità produttiva degli elettrolizzatori, contribuisce alla crescita e alla strutturazione del mercato. Quest’ultimo è sempre più interessante per gli investitori finanziari, in quanto i rendimenti rimangono elevati mentre i rischi si riducono”, spiegano i due partner di Foresight Group.
I settori interessati dalla rivoluzione dell’idrogeno verde
Secondo Holmes e Dorkofikis l'aumento della produzione di idrogeno verde sblocca una serie di nuovi mercati finali. Si prevede che l'idrogeno contribuirà a decarbonizzare settori complessi su questo fronte, dove l'elettrificazione non è un'opzione ovvia. “I processi ad alto consumo nei settori industriali si affidano a gas verdi per la decarbonizzazione. Si tratta di industrie come l'acciaio, il vetro o la lavorazione degli alimenti”, spiegano. “Un'azienda come Grenian Hydrogen nel Regno Unito sta producendo impianti di idrogeno in prossimità di centri ad alta domanda per decarbonizzare il complesso industriale britannico”, dicono. Anche i mercati esistenti cercheranno di utilizzare l'idrogeno verde: il settore più importante è quello della produzione di ammoniaca. “Essa viene utilizzata per produrre fertilizzanti ed è composta da idrogeno e azoto. I produttori di fertilizzanti sono oggi tra i maggiori consumatori di idrogeno verde”, aggiungono. Inoltre, si prevede che l'idrogeno decarbonizzerà anche una parte del trasporto globale. “I suoi derivati, come gli eSAF o l'eMetanolo, sono soluzioni esistenti per decarbonizzare rispettivamente l'aviazione o il trasporto marittimo. Questi carburanti sono composti da idrogeno verde e, più comunemente, da CO2 biogenica. European Energy o Liquidwind sono esempi di aziende pioniere nel settore dell'eMetanolo”, spiegano i due professionisti.
Europa mercato chiave
L'Europa è un mercato chiave per l'idrogeno verde e secondo alcuni esperti è il più avanzato e il più sviluppato. La posizione strategica dell'Europa nell'economia globale dell'idrogeno è dovuta a due fattori. In primo luogo, il continente dispone di una delle migliori reti di energia rinnovabile, con una grande industria solare fotovoltaica nell'Europa meridionale e una grande industria eolica nell'Europa settentrionale; i Paesi nordici vantano inoltre capacità idroelettriche molto significative. “L'accesso alle energie rinnovabili è fondamentale e le ambizioni dell'Europa in questo settore non fanno che aumentare”, dichiarano Holmes e Dorkofikis.
In secondo luogo, l'Europa è uno dei maggiori consumatori di idrogeno. “Essendo la produzione attuale utilizzata principalmente per la raffinazione e la chimica primaria, la Renania o la valle del Rodano sono naturalmente grandi consumatori di idrogeno. Tuttavia, l'agenda sostenibile europea è una delle più avanzate e ambiziose a livello globale. L'introduzione della RED III, dei mandati SAF o della FuelEU Maritime Penalty sta mettendo il turbo alla domanda europea rispetto ai suoi omologhi dell'OCSE”, spiegano. Infine, vi è il caso dell’Italia che secondo Holmes e Dorkofikis è ben posizionata per diventare un grande produttore di idrogeno e al contempo è in grado di assorbire grandi quantità di produzione locale. “L'Italia è un mercato molto interessante grazie al suo forte settore industriale nelle zone settentrionali del Paese e al suo profilo di radiazione molto interessante nel sud”, dicono i due professionisti.
“L'idrogeno verde si basa sull'elettricità, sull'accesso all'acqua e su un elettrolizzatore, una tecnologia ormai collaudata e migliorata nell’ultimo secolo. Tuttavia, l'esigenza di un mercato dell'idrogeno verde non si è sviluppata completamente prima che venissero ampliate le capacità nel campo delle energie rinnovabili”, continuano Holmes e Dorkofikis. “Oggi riteniamo che il mercato possa trovarsi in una posizione privilegiata per gli investitori in infrastrutture a valore aggiunto. Siamo in una fase di crescita in cui le normative iniziano a essere implementate o diventano molto più chiare, fornendo il contesto normativo necessario ai produttori e stimolando la domanda, mentre il settore è ancora considerato nascente. Ciò offre un'interessante opportunità di investire in un settore a più alto rendimento con un miglioramento normativo in corso che riduce i rischi”, analizzano.
Le competenze di Foresight
Quest'anno Foresight ha celebrato il suo 15° anniversario di presenza continuativa in Italia, dall’apertura dell'ufficio di Roma. In questo periodo Foresight ha investito più di 800 milioni di euro in infrastrutture sostenibili attraverso diverse strategie di investimento e settori in Italia. “A testimonianza di ciò, nel 2018 abbiamo lanciato il primo fondo italiano dedicato ai Green Infrastructure Bond, l'IGB, che ha raggiunto un totale di 75 milioni di euro di impegni degli investitori, attirando capitali dalla BEI e da 10 diversi partner limitati, tra cui i principali investitori istituzionali italiani”, dicono Holmes e Dorkofikis. “Questa presenza locale, combinata con le nostre capacità uniche di gestione, che prevedono un modello Owner-operator con un approccio pratico alla gestione degli asset, ci permette di prendere decisioni informate e in linea con gli obiettivi del fondo”, concludono.