Il 2020 del gestito inizia con il freno a mano tirato

Kai Pilger, Unsplash
Kai Pilger, Unsplash

Un inizio d'anno non positivo per l'industria del risparmio italiana per cui la mappa mensile Assogestioni certifica deflussi per 4,7 miliardi di euro a gennaio. Sul dato pesano operazioni infragruppo relative a Credem che sono però riferibili alle sole gestioni portafoglio. In particolare, da Assogestioni specificano come sia stato operato un trasferimento da parte del Gruppo Credem di un mandato di gestione infragruppo delle polizze assicurative unit linked da Euromobiliare AM a Credemvita. "L'operazione", si legge nella nota dell'associazione, "comporta l'uscita dal perimetro della rilevazione Assogestioni di circa 3 miliardi di euro, registrati in diminuzione del patrimonio gestito e come raccolta netta negativa". Il fenomeno, fanno sapere da Credem, non è collegato a disinvestimenti della clientela e le masse in oggetto restano all'interno del Gruppo. 

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Come detto, però, non è il solo dato rilevante con segno meno. I fondi aperti mostrano infatti flussi negativi per 2,3 miliardi a gennaio, con i prodotti flessibili che registrano il peggiore risultato in termini di raccolta netta con oltre 2 miliardi di fuoriuscite.

AG 2Raccolta netta postiva solo per i bilanciati, con afflussi per 649 milioni, e gli obbligazionari, che però chiudono sostanzialmente piatti con soli 8 milioni di entrate.

Flessione generalizzata

A dimostrazione del carattere strutturale della flessione è possibile notare come delle 45 società che mensilemente forniscono ad Assogestioni il dato di raccolta, solo 16 risultano con flussi positivi. Le tre migliori sono UBS Asset Management con 761 milioni di euro di afflussi, AXA IM con 646 milioni e Pramerica con 451 milioni. In negativo i campioni di raccolta del 2019 con il dato dei fondi aperti a pesare sul risultato del mese di gennaio.