Il 24,5% dei fondi in Europa è già articolo 8 o 9

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Towfiqu Barbhuiya, Unsplash

Solo otto mesi fa è stato approvato in Europa uno dei Regolamenti che più ha trasformato, e continuerà a farlo, il settore del risparmio gestito nel suo complesso e, in particolare, dei fondi sostenibili. Si tratta del regolamento SFDR in base al quale, dallo scorso marzo, i gestori di fondi adeguano la propria gamma di strumenti alla nomenclatura inclusa nel Regolamento (articolo 6, articolo 8 e articolo 9).

Gli analisti di Morningstar hanno valutato l'accoglienza che questi fondi classificati articolo 8 o articolo 9, le due opzioni più ESG, hanno ricevuto tra gli investitori e dai dati emerge che: "Nel terzo trimestre del 2021, i flussi verso questi due fondi hanno accelerato, catalizzando il 56,8% dei flussi totali del nostro universo di fondi". In questo insieme che è stato passato in rassegna si concentra l'87% di tutti i fondi europei, escludendo i fondi monetari, fondi di fondi e i feeder fund.

Il dato si concentra principalmente sui prodotti classificati come articolo 8 (45,1% dei flussi totali) il cui "verde" non è così forte come quello offerto dai prodotti classificati come articolo 9, che hanno attratto l'11% degli afflussi di denaro. Per quanto riguarda la tipologia di gestione, il 78% dei flussi si è indirizzata verso una gestione attiva e il 21% ha optato per quella passiva.

Un fondo su due sarà articolo 8 e 9 in breve termine

Con questi dati, ottenuti alla fine del terzo trimestre dell'anno, Morningstar calcola che la percentuale di asset under management dei fondi europei già presente nei prodotti art. 8 o 9 è pari al 24,5% e stima che questa cifra continuerà ad aumentare man mano che più gestori di fondi classificheranno i prodotti già esistenti e lanceranno nuovi fondi classificati nel Regolamento SFDR. "Dall'attuale percentuale pari al 37% del totale dei fondi UE, prevediamo che i fondi Articolo 8 e Articolo 9 potrebbero raggiungere il 50% entro la metà del 2022 o prima, poiché i gestori continuano a migliorare le loro strategie e lanciare nuovi prodotti che soddisfano i requisiti degli articoli", spiegano. Non sorprende che questi fondi detengano già un patrimonio netto di 3,32 mila miliardi di euro.

C'è un altro dato rilevante da sottolineare: quasi il 50% dei nuovi fondi che sono stati lanciati sul mercato sono giù rispondenti all'articolo 8 o 9, rispetto al 42% nel secondo trimestre dell'anno.  

I Paesi più coinvolti nella sostenibilità

Il report di Morningstar, intitolato "SFDR Article 8 and Article 9 Funds Q3 2021 in Review", non è l'unico a essere stato pubblicato nelle ultime settimane per analizzare l'impatto che il regolamento SFDR sta avendo sul settore. Anche da EFAMA sono intervenuti sull'argomento pubblicando un articolo nel quale vengono analizzati alcuni parametri, anche se i dati fanno riferimento alla fine del primo trimestre.

Oltre ai dati relativi alle masse gestite, spicca la geografia delle principali sedi in cui sono registrati questi fondi. "Le principali sedi dei fondi art. 8 della SFDR sono Lussemburgo (35%), Francia (16%), Paesi Bassi (13%), Svezia (13%) e Irlanda (9%). Insieme, il patrimonio netto di questi cinque domicili rappresenta l'85% del patrimonio netto complessivo. L'Italia si ferma solo all'1%.

Inoltre, viene anche la percentuale che questo tipo di fondi rappresenta già sui fondi totali di un Paese. Ed ecco la Svezia che supera di gran lunga il resto poiché il 92% dei fondi svedesi sono articolo 8 o 9, seguita dal 50% del Belgio. In questo caso, il dato per l'Italia è pari al 16 per cento.

Molto più bassa è la percentuale di prodotti classificati come articolo 9. Lì, il Paese in cui c'è più rappresentanza è il Belgio, con il 4% del totale dei fondi belgi, seguito dal Lussemburgo, con il 3,6 per cento.