Il 94% dei sottoscrittori di fondi italiani utilizza il canale bancario

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Renato Grisa, Flickr, Creative Commons

La maggior parte dei sottoscrittori di fondi italiani acquista le quote attraverso il canale bancario. Secondo la fotografia scattata dall'ultimo Quaderno di Ricerca di Assogestioni, per quanto riguarda le modalità di sottoscrizione, il 68% dei sottoscrittori predilige il versamento unico (PIC); tuttavia, nel corso degli anni il numero di sottoscrittori che ha fatto riscorso in via esclusiva ai piani di accumulo (PAC) è cresciuto e rappresenta a fine 2017 quasi il 20%. La maggior parte dei sottoscrittori di fondi italiani sottoscrive attraverso il canale bancario (94% a fine 2017), mentre la rimanente proporzione si è affidata alle reti di consulenti finanziari. "Il dato riflette le caratteristiche tipiche del mercato italiano in termini di integrazione verticale banca-SGR", commenta Alessandro Rota, direttore dell’Ufficio Studi dell’associazione. Di quelli che si rivolgono alle reti, i più sono gli investitori tra i 35-46 anni.

Scelte allocative
I fondi flessibili hanno registrato la dinamica di crescita più pronunciata e oggi rappresentano la scelta principale del 36% dei sottoscrittori. I fondi obbligazionari, da sempre molto presenti nelle scelte degli investitori italiani (con punte superiori al 40% dei sottoscrittori), hanno evidenziato nell’ultimo triennio un calo di 10 punti attestandosi al 28% nel 2017. Il raddoppio registrato nell’ultimo anno dai sottoscrittori che investono in fondi bilanciati è dovuto all’effetto PIR. Si assiste a una progressiva erosione degli investimenti nei comparti azionario e nei fondi di liquidità: a fine 2017, solo il 6% e il 2% dei sottoscrittori concentrava i propri investimenti su questi due segmenti.

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