Gli studi sul settore mettono in evidenza una tendenza di aumento nella quota di utilizzo delle fonti alternative e verdi. Brookfield AM, specialista dell’investimento in infrastrutture e immobiliare, ha deciso di creare un fondo UCITS sull’asset class. Ecco perché.
L'universo globale delle rinnovabili e delle infrastrutture sostenibili è costituito da aziende le cui infrastrutture, prodotti e servizi stanno facilitando la transizione pluridecennale in corso verso una maggiore produzione di energia da fonti alternative e sostenibili.
La maggior parte dell'universo si concentra nei settori dell'energia elettrica e delle utilities, ma comprende anche le tecnologie di distribuzione dell’energia elettrica e le aziende del settore acqua.
Queste aziende operano lungo tutta la catena del valore dei comparti idrico e energetico: dalla generazione, trasmissione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili (principalmente da eolico, solare e idroelettrico) ai settori fiorenti della generazione distribuita, dell'immagazzinamento dell'energia e della modernizzazione della rete, fino al settore idrico che comprende società di servizi pubblici che stanno spendendo somme significative di capitale per l'aggiornamento della rete idrica e delle infrastrutture di trattamento delle acque. A quale stadio di maturità del settore ci troviamo e esistono davvero opportunità di investimento?
La risposta di Brookfield AM, società di gestione specialista dell’investimento in infrastrutture e immobiliare con oltre 500 miliardi di dollari di masse in gestione, è pienamente affermativa, tanto da decidere di puntare nettamente sul comparto con la creazione di un fondo UCITS dedicato, nella convinzione che si sia entrati nella fase ottimale per guadagnare una posizione in attesa di futuri rialzi. Il Brookfield Global Renewables and Sustainable Infrastructure UCITS Fund, questo il nome del prodotto della casa di gestione statunitense gestito dai portfolio managers Joseph Idaszak e Inigo Mijangos che insiste sul comparto, ha recentemente ricevuto l’approvazione dalla Banca Centrale d'Irlanda come comparto di Brookfield Investment Funds (UCITS) e sarà a breve disponibili per gli investitori europei.
Il momento di esporsi?
L’evoluzione storica del settore ha visto una prima fase guidata dalla volontà dei governi di ridurre le emissioni di gas inquinanti con relativi sussidi ad un settore nascente, a cui è connesso un progressivo miglioramento delle tecnologie necessarie ad un nuovo modo di concepire la produzione di energia.
Dalle analisi di Brookfield AM ci troviamo ora in una fase mediana che precede l’utilizzo su larga scala di energia da fonti rinnovabili, nell’immediata precedenza del economic brek-even del settore complessivamente considerato.
Expertise per creare un portafoglio concentrato
I numeri lasciano dunque presagire un alto potenziale di crescita che necessità, però, di consolidate expertise per essere catturato al meglio. L’ingresso dell’asset manager statunitense in questo segmento si fonda sulla valutazione complessiva dello stesso, visto come all’intersezione di aree economiche storicamente coperte dalla società con un lungo track record. Prima di tutto quella infrastrutturale ed in secondo luogo quella che fa capo in modo ampio al “private equity”, inteso non in senso stretto ma come comprendente la valutazione profonda di azienda e contesto in cui opera.
La creazione del fondo UCITS Brookfield Global Renewables & Sustainable Infrastructure parte dalla divisione dell’universo di investimento in società contraddistinte da un business assimilabile a quello infrastrutturale e società che svolgono un ruolo fondamentale nella catena del valore delle energie rinnovabili. Il portafoglio è poi costruito i modo concentrato e presenta tra le 20 e le 40 posizioni, di cui tra il 60% e il 90% appartenenti al panorama delle energie rinnovabili (eolica, solare ed energia pulita), tra lo 0 e il 20% nelle tecnologie pulite (con aziende operanti nei settori efficienza energetica e smart grid) e fino al 20% nella sostenibilità idrica. In più il team di gestione, che opera in modo scollegato da qualunque benchmark applicando un approccio ESG proprietario, ha la possibilità di investire in modo opportunistico su specifici titoli.