Il governo indiano cerca una soluzione al contenzioso con i fondi internazionali per l'imposta minima alternativa

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foto: autor narendramodiofficial, Flickr, creative commons

Appena un mese fa saltava la notizia: le autorità tributarie indiane avevano comunicato a un centinaio di fondi stranieri con posizione nel paese l'obbligo di pagare l'imposta minima alternativa (MAT per il suo acronimo in inglese), un tributo dal quale erano erano esenti fino ad ora e che potrebbe ammontare a oltre sei milairdi di dollari. 

L'annuncio è stato accolto con la netta opposizione da parte degli asset manager stranieri e ha fatto scattare l'allarme tra gli investitori e gli esperti fiscali, provocando rimborsi diffusi che hanno contribuito a che la rupia sia caduta al suo livello più basso dal 2013. Pochi giorni fa, Aberdeen Asset Management è stata la prima società di gestione internazionale a portare le autorità indiane in tribunale per questo problema.

Ora il governo di Narendra Modi cerca di calmare gli animi e riconquistare la fiducia degli investitori con la creazione di una commissione speciale che si occuperà di  cercare una soluzione al contenzioso con i fondi internazionali, così come risolvere le altre questioni fiscali ereditate dal precedente governo. Secondo fonti citate dal Financial Times, "C'è molta pressione per risolvere definitivamente questo problema ed è proprio quello che faremo". 

Il MAT è stato introdotto per la prima volta nel 1997 per combattere la frode fiscale delle società nazionali. In media, tutte le aziende del paese devono pagare minimo il 20% di tasse (attualmente è il 30% e uno degli obiettivi della approvazione del bilancio dello 9 marzo scorso è ridurlo al 25% nei prossimi 4 anni). Il MAT in genere non era stato applicato alle compagnie straniere, anche se gli esperti fiscali ricordano che già ci fu un caso prima dell'istituzione dell'Authority for Advance Rulings, un'organismo che fornisce consulenza legale a società internazionali.

D'altra parte, gli investitori presteranno molta attenzione questa settimana alla decisione del Parlamento indiano sull'introduzione di un'imposta nazionale sui beni e servizi, una riforma che molti analisti considerano la più importante da quando Modi è arrivato al potere un anno fa.