Sempre più SGR italiane sbarcano sui social network. L’obiettivo non è solo dare a conoscere i propri servizi, consolidare il brand e captare nuovi clienti ma aiutare gli utenti a familiarizzare con il settore.
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Due ore al giorno. È il tempo che noi italiani trascorriamo davanti ai social media (in generale passiamo quattro ore al giorno in rete davanti al desktop e due ore e otto minuti da mobile). A dirlo è lo studio ‘Digital in 2017 Global Overview’ condotto da We Are Social, che ogni anno fotografa la rete nel mondo attraverso 238 Paesi.
Un trend in costante aumento stando a rilevazioni degli anni precedenti e che non è passato di certo inosservato agli occhi di moltissime società operanti nei settori più svariati che hanno deciso di puntare sulla rete con strategie di marketing mirate per rafforzare il proprio brand, captare nuovi clienti e continuare a tenersi stretti quelli conquistati con anni di lavoro.
Neanche il settore del risparmio gestito si è rivelato immune al fascino della rete. A confermarlo è la crescente presenza delle società di gestione sui social network, dove la condivisione di view di mercato e l’aspetto più commerciale riguardante l’offerta di prodotti e servizi disponibili si affianca a una scommessa, potremmo dire, più ‘nobile’ di alfabetizzazione finanziaria.
Strategie comunicative
“Parlare di investimenti avendo caratteri e tempo limitati, in maniera semplificata ma senza banalizzare e rivolgendosi a un pubblico che spesso ha competenze basse è una grande sfida e noi l’abbiamo colta”, commenta Matteo Tagliaferri, responsabile marketing istituzionale di Anima SGR. C’è poi da considerare la convinzione, piuttosto radicata in diverse realtà del settore, che i social network non costituiscano un campo credibile per costruire relazioni con clienti e mercato, come spiega Giuseppe Leozappa, responsabile marketing e comunicazione di Etica SGR.
A cambiare, secondo l’esperto, deve essere soprattutto l’atteggiamento autoreferenziale. “Alcuni player applicano sui social la stessa strategia di tipo broadcast mutuata dai vecchi mass media come la TV o la radio (uno a tanti) ma i social network richiedono un approccio del tutto diverso (molti-molti). La strategia corretta secondo noi è cercare di instaurare un dialogo per stimolare l’interesse intorno ai prodotti del risparmio, raccogliere feedback dal pubblico e lasciarci ispirare in modo da costruire un rapporto di fiducia fruttuoso e duraturo”, spiega Leozappa.
Secondo Arca Fondi SGR “le società di gestione italiane utilizzano i social in maniera appropriata e brillante. Certo, una società più piccola e senza distributori userà queste piattaforme con un taglio più ‘B2C’ rispetto a gruppi che operano attraverso reti captive di distribuzione e hanno un tono generalmente più istituzionale ma l’importante è dotarsi di una strategia social allineata agli obiettivi e al modello distributivo della propria società e ci sentiamo di dire che il nostro settore ha capito come usare questi strumenti”.
Social network ed educazione finanziaria
“I canali social rappresentano un ottimo punto di contatto per diffondere l’educazione finanziaria su larga scala”, dicono da AcomeA che da anni porta avanti quest’impegno grazie anche al suo blog ‘Risparmiamocelo’, sul quale affronta temi legati ai risparmi e alla ‘mala finanza’ per rendere più consapevoli gli investitori. “Puntiamo su uno stile e contenuti distintivi, originali, cercando di porre l’attenzione su aspetti e notizie di mercato che spesso passano in secondo piano”.
A breve in rete approderà anche il progetto EticAcademy di Etica SGR, un’accademia attraverso cui la società eroga formazione a consulenti e collocatori. “Nel corso del 2018 lanceremo la sua versione digitale che sarà una vera e propria piattaforma di e-learning del tutto integrata alla strategia di social media marketing”, ci anticipa Leozappa.
Niente da invidiare ai gruppi internazionali
A differenza di quanto si possa pensare non è solo una questione di budget. “A fare la differenza in quest’ambito può essere la forza delle idee e la qualità dei contenuti”, commenta il responsabile marketing di Etica SGR. “Nei Paesi anglosassoni, che si citano sempre come best practice, l’adozione di tali piattaforme è avvenuta prima e sicuramente c’è più esperienza e abitudine da parte di clienti e operatori nel ricevere informazioni finanziarie via social ma questo non li rende automaticamente più bravi di noi”, sottolineano da Arca Fondi SGR.