Il ruolo degli investitori istituzionali a sostegno dell’economia reale è diventato sempre più preponderante. Lo rivelano i dati riportati nella ricerca del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali e Borsa Italiana.
Il ruolo degli investitori istituzionali a sostegno dell’economia reale è diventato sempre più preponderante negli ultimi anni. Il patrimonio aggregato di Fondi Pensione, Casse di Previdenza e Fondazioni di origine bancaria investito in PMI italiane, infrastrutture e real estate ammontava a circa 230 miliardi di euro a fine 2017, con una crescita del 61% dal 2007 al 2017. Sono i dati riportati nel quaderno di approfondimento 2019 ‘Investire in Italia: attivare le potenzialità del Paese’ a cura del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali in collaborazione con Borsa italiana, con l’obiettivo di dar vita ad un progetto volto ad indagare sugli investimenti nell’economia reale da parte degli investitori istituzionali.
Con la crisi finanziaria e le maggiori difficoltà per le imprese ad ottenere i crediti bancari è diventata una esigenza prioritaria ricercare capitali con forme di finanziamento differenti. D’altro canto anche gli investitori sono alla continua ricerca di strumenti alternativi di rendimento. L’unione della domanda e offerta ha creato un trend in continua crescita e ha portato ad un risultato di circa 40 trilioni di euro di asset totali in mano agli investitori istituzionali europei. Una tendenza che si è sviluppata anche in Italia, seppur con fatica a causa della cultura bancocentrica e per un’asset allocation più tradizionale. La Legge di Bilancio 2019 ha aumentato dal 5 al 10% la soglia dell’attivo patrimoniale che le Casse Previdenziali dei liberi professionisti e i Fondi pensione possono destinare a investimenti qualificati e a piani di risparmio a lungo termine. E tra gli investimenti qualificati vengono introdotte quote e azioni di Fondi di venture capital italiani o europei.
Fonte: Quinto Report “Investitori istituzionali italiani: iscritti, risorse e gestori per l’anno 2017"
“Dal confronto è emerso che la scelta di investire nell’economia reale italiana deve essere sempre riconducibile agli obiettivi strategici dell’investitore istituzionale. Una delle necessità condivise da Fondi Pensione e Casse di Previdenza è quella di incrementare il grado di diversificazione dei portafogli: l’apertura ai cosiddetti investimenti alternativi potrebbe stabilmente attestarsi intorno al 10-15%, cogliendo le opportunità offerte dagli strumenti non tradizionali. Gli investimenti in economia reale italiana cresceranno nel prossimo futuro anche nella misura in cui verrà superata la pura logica di acquisto di un prodotto. Le storie raccolte nel Quaderno dimostrano l’importanza della condivisione, del dialogo e dellapartnership con tutti gli attori del sistema, incluse le istituzioni. Questo approccio facilita il raggiungimento di soluzioni innovative, condividendo obiettivi, processi e rischi finanziari e imprenditoriali. L’obiettivo è riuscire a trovare investitori core, specializzati nell’investimento domestico con capital pazienti”, commenta Alessandra Franzosi, head of pension funds & asset owners Borsa Italiana.
Cosa pensano gli investitori istituzionali? L’obiettivo principale di Casse previdenziali e fondi pensione è quello di garantire la solvibilità delle stesse in un orizzonte temporale di lungo termine. “Sostenere l’economia reale, dal momento che siamo soggetti sistemici, fa parte del nostro dna. Tuttavia riteniamo che sia necessaria una maggiore organizzazione delle forme di investimento private, che ci permetta di stabilizzare i rendimenti. Pochi passi sono stati fatti in tal senso per tramutare il passaggio ad un’asset allocation in operatività. Non ci si può basare esclusivamente sul vantaggio fiscale”, spiega Giovanni Golinelli, responsabile finanza ENPACL.