L’industria del risparmio gestito si è confrontata negli ultimi mesi con una sfida importante: la classificazione dei prodotti in base alle norme contenute nel Regolamento (UE) 2019/2088, meglio noto come Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR). Uno sviluppo di ordine normativo e organizzativo che ha imposto un cambiamento in termini di trasparenza e divulgazione sul fronte ambientale, sociale e di governance (ESG). E di adattamento delle stesse SGR alle direttive europee.
Sono passati otto mesi da quel 10 marzo 2021, giorno dell’applicazione della normativa di primo livello della SFDR (per il secondo livello manca ancora l’approvazione definitiva ma esiste già il final report sugli standard tecnici elaborati dalle autorità di vigilanza europee) e, come previsto, gli articoli 8 e 9 del Regolamento UE hanno guadagnato una forte attenzione da parte del mercato. Le norme che classificano i prodotti che promuovono caratteristiche ESG (articolo 8) e quelli che definiscono un obiettivo di investimento esplicito e applicabile (articolo 9) definiscono una mappatura sostenibile del mercato italiano.
Il panorama italiano dei fondi articolo 8 e 9
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