Il risparmiatore italiano si fa sempre più responsabile

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Adrian Scottow, Flickr, Creative Commons

L’integrazione dei criteri ESG da parte degli investitori è in aumento in tutto il mondo. Lo diceva già una ricerca di Schroders, condotta su oltre oltre 22.000 investitori in 30 Paesi: gli investitori considerano gli investimenti sostenibili non solo come un modo per guidare cambiamenti sociali e ambientali, ma anche generare profitti. L’approccio socialmente responsabile è infatti in netto aumento: per il 78% dei partecipanti, e per il 72% del campione italiano, oggi investire in modo sostenibile è più rilevante di quanto non fosse cinque anni fa. Lo dimostrano d’altronde anche i dati. Solo nel terzo trimestre dell’anno sono stati lanciati qualcosa come 26 nuovi prodotti, sia fondi comuni che ETF, che seguono una politica ESG. Il computo totale da inizio anno si attesta così a ben 94 prodotti lanciati sul mercato, dei quali 11 disponibili in Italia, secondo Morningstar.

La conferma di un aumento dell’interesse adesso arriva anche dall’indagine condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile e da Doxa con il sostegno di Gruppo Generali e di Natixis Global AM, e presentata in occasione dell’apertura della sesta edizione della Settimana SRI. L’edizione del 2017 non solo spiega come il 40% degli intervistati italiani ritenga che i temi ambientali, sociali e di governance siano molto importanti nel settore finanziario, ma quasi la totalità del campione (92%) considera importante incentivare gli investimenti SRI. Inoltre, il 44% degli intervistati reputa molto importante essere messo al corrente sulla sostenibilità ambientale e sociale dei propri investimenti dalla banca o dal consulente.

Oltre il 60% dei rispondenti si dichiara poi disposto a investire in prodotti SRI; quasi metà del campione (46%) dedicherebbe ai prodotti sostenibili una quota dei propri risparmi compresa tra il 10% e il 50%. Il 56% ritiene che le imprese che adottano politiche di sostenibilità siano più redditizie. La ricerca ha rilevato un aumento del grado di fiducia per il proprio istituto bancario e assicurativo e per il proprio consulente finanziario, tanto che il 38% ha dichiarato di investire solo in prodotti consigliati. Il grado di fiducia aumenterebbe ulteriormente in presenza di maggiori informazioni sulla sostenibilità degli investimenti.

La traduzione dell’interesse per i temi ESG nelle scelte d’investimento presenta significative potenzialità inespresse. In quest’ottica, risulta cruciale aumentare trasparenza e chiarezza di operatori finanziari e reti di vendita, potenziare i meccanismi di comunicazione sui prodotti SRI e investire in programmi di educazione finanziaria e di informazione sui temi ESG sia per i consumatori, sia per gli operatori finanziari.

Illustrando i principali risultati dell’indagine infatti, Simone Pizzoglio (Doxa) ha spiegato come l’edizione 2017 della ricerca mostri “risparmiatori più cauti, meno inclini al cambiamento, che si orientano verso prodotti consigliati piuttosto che investire autonomamente. È cresciuta anche la fiducia nei confronti del proprio istituto bancario e assicurativo e, soprattutto, del proprio consulente finanziario”. “L’indagine attesta un significativo aumento dell’attenzione per gli investimenti sostenibili: il nostro auspicio è che l’industria finanziaria sappia potenziare l’offerta per intercettare pienamente le nuove istanze di sostenibilità ambientale e sociale”, ha commentato Pietro Negri, presidente del Forum, che in quest’ottica ha richiamato l’attenzione sull’importanza dei PIR. Antonio Bottillo, managing director di Natixis Global AM, ha invece evidenziato la capacità delle strategie SRI di creare rendimenti nel lungo periodo e di intercettare trend emergenti come la transizione energetica e l’invecchiamento della popolazione.