WisdomTree, il ritorno dell’oro

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Massimo Siano, co-head southern europe distribution, WisdomTree

“Il mercato oggi è pessimista perché non capisce cosa sta succedendo in Cina”. Esordisce così Massimo Siano, co-head of Southern Europe Distribution di WisdomTree, durante la conferenza annuale organizzata a Milano dall’emittente di ETF ed ETP.

I dati economici cinesi sono spesso soggetti a manipolazione da parte del governo di Pechino e sono quindi poco trasparenti. Questo spaventa gli operatori di mercato che vogliono analizzare correttamente tutti i principali trend economici. Oggi infatti, sembrerebbe che la Cina stia sperimentando una riduzione dell’import ed export. Se dal lato delle esportazioni la risposta può esser giustificata dall’imposizione dei dazi da parte di Trump, le minori importazioni possono costituire un problema finanziario a livello globale. Il brent crude oil infatti è correlato per il 77% all’import della potenza orientale.

Il rallentamento della crescita economica e un rapporto credito/PIL superiore al 100% sono segnali che preoccupano gli investitori. Tuttavia, se i dati sono stati interpretati con un pessimismo eccessivo, allora forse è giunto il momento di comprare equity cinese a buon prezzo. Ma se la Cina stesse attraversando in realtà una bolla del credito come preludio di una crisi? Allora, forse, siamo dinnanzi ad un nuovo cigno nero, ed è il momento di comprare beni rifugio.

Siano ha commentato che “la volatilità di fine anno ha ricordato agli investitori la funzione di bene rifugio dell’oro, e le vicissitudini politiche, a livello mondiale, con cui si è aperto il 2019 mi portano a credere che gli investitori continueranno a usarlo per proteggersi. Ci aspettiamo che l’aumento dei prezzi continui nel corso del 2019, dato che le posizioni short dei mercati dei futures gold sono coperte. Su una prospettiva contraria, il petrolio ha perso parecchio terreno a causa dell’aumento della produzione per far fronte alle sanzioni dell’Iran. La decisione di Trump di esentare dalle sanzioni i consumatori di petrolio iraniano ha però provocato un surplus di offerta nel mercato petrolifero. L’OPEC e gli Stati associati hanno risposto decidendo a dicembre di tagliare la produzione di 1,2 milioni di barili. A breve l’OPEC pubblicherà la quota di produzione di ciascun Paese e credo che rafforzerà l’aderenza agli obiettivi del gruppo. Mi aspetto che i prezzi si riprendano nel 2019, soprattutto se il protezionismo statunitense dovesse diminuire, rilanciando la ripresa delle attività industriali e della domanda”.

In un’ottica di breve periodo, l’esperto suggerisce di mantenere prudenza e puntare su materie prime come oro o copper. Nel lungo termine invece, un approccio vincente sarà quello di focalizzarsi sui megatrend del futuro, primo fra tutti, l’intelligenza artificiale. Saper sfruttare questo importante aspetto dell’era della digitalizzazione permetterà di ottenere rendimenti interessanti in orizzonte temporale più lungo.