Il ruolo crescente di ESG e intelligenza artificiale nella finanza

Antonio Del Vaso, head of Investment Advisory di Volksbank, dichiara che “prima di tutto bisogna vedere come affronteremo la transizione energetica: nei fatti, al momento si ravvisa più un adattamento che una vera e propria transizione, in assenza di una volontà forte di impegnarsi in egual modo da parte di tutti i Paesi a livello globale”. Per quanto riguarda invece il processo di asset allocation, l’esperto spiega che “ridurre il rischio di sostenibilità all’interno del portafoglio porta un evidente valore aggiunto; per questo motivo è un fattore importante ed integrato di default nel processo di selezione fondi e costruzione dei portafogli. Tuttavia, bisogna tenere conto del fatto che al momento, considerando le informazioni e gli strumenti che si hanno a disposizione, non si riesce a costruire un portafoglio interamente a impatto positivo (articolo 9 SFDR) senza che il gestore e il cliente finale si prendano dei rischi significativi. Rientrare nella definizione di ‘Impact’ significa infatti limitarsi a investire in determinati settori, nicchie e aziende, elemento che alimenta il rischio complessivo di portafoglio, ad esempio quello di concentrazione. Il nostro obiettivo è quello di costituire dei portafogli che in primo luogo proteggano il capitale investito e che diano soddisfazione al cliente”. Del Vaso pensa che “in un’ottica di lungo periodo la normativa diventerà più chiara e standardizzata”, elemento che andrà a favorire gli investimenti nel campo ESG.

“Le politiche economiche in futuro andranno sempre più nella direzione di incentivare le società al fine di favorire la transizione energetica”, dichiara Markus Raffeiner, responsabile del Servizio Wealth and Protection della Cassa di Risparmio di Bolzano, sottolineando che al momento “bisognerebbe avere una maggiore standardizzazione nei dati ESG per poterli confrontare tra di loro”. Per quanto riguarda invece l’intelligenza artificiale, l’esperto ritiene che questa tecnologia “rappresenti un tema importante che sta suscitando molto interesse nel mondo finanziario. L’IA, infatti, è già stata inserita nei piani strategici delle banche e più in generale di tante imprese. Penso che per le aziende potrebbe essere molto utile investire risorse nell’intelligenza artificiale al fine di riuscire a sfruttare tutti i vantaggi che questa tecnologia riuscirà ad apportare ai differenti business”. A tal proposito Raffeiner riporta un esempio relativo al comparto bancario, ovvero il fatto che “attraverso l’implementazione delle nuove tecnologie gli istituti di credito stanno riuscendo ad avere tante informazioni, ovviamente con il consenso del cliente, così da essere in grado di proporre gli investimenti giusti, al momento giusto, al cliente giusto”.

Anche Lorenzo Miori, responsabile dell’ufficio Equity, Fondi e Partecipazioni in ITAS, spiega che il gruppo “è piuttosto sensibile al tema della sostenibilità, anche perché gli eventi catastrofali causati dal cambiamento climatico hanno un impatto diretto sui conti della compagnia. Abbiamo quindi integrato i nostri modelli di investimento in modo tale da cercare di monitorare le emissioni di CO2 delle società in cui investiamo, attribuendo un punteggio che va da 0 a 100 al portafoglio. Tale approccio è applicabile anche ex-ante: affianchiamo quindi alla due diligence finanziaria anche quella di sostenibilità per verificare come impatta il punteggio di ogni singolo fondo sul portafoglio complessivo”. In generale l’esperto evidenzia che “sul tema della sostenibilità, andando avanti, c’è sempre più attenzione da parte di alcuni Paesi; tuttavia, il successo globale di queste iniziative dipende anche dalla collaborazione e dall’impegno dei Paesi con le maggiori emissioni, che al momento mostrano risultati misti in termini di riduzione delle emissioni e azioni concrete. L’Europa, ad esempio, con il Green deal punta a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”. Per quanto riguarda invece l’intelligenza artificiale, Miori pensa che “questa tecnologia stia rivoluzionando diversi settori: l’IA nel prossimo decennio avrà sicuramente un impatto positivo sulla produttività e di conseguenza sul tasso di crescita delle imprese”.

Parlando della transizione energetica Eugenio Quarti, responsabile Area Amministrazione e Finanza di Laborfonds, prende ad esempio il settore delle auto elettriche spiegando che “attualmente sussiste il problema del costo delle batterie: la stessa questione che c’era in passato per i pannelli dell’energia solare. Quindi, man mano che si riusciranno a ridurre i costi, la produzione aumenterà e i veicoli elettrici diventeranno più accessibili. Come investitore istituzionale attento agli aspetti ESG crediamo molto nel miglioramento che questo settore potrà apportare alla transizione energetica e infatti di recente abbiamo investito 35 milioni di euro in fondi alternativi votati alla transizione verso l’elettrico”. Per quanto riguarda invece l’intelligenza artificiale Quarti spiega che “in America questa tecnologia è già molto utilizzata anche nel comparto bancario tramite l’ausilio di operatori virtuali che velocizzano e migliorano il processo di selezione degli investimenti per ogni cliente, avendo così un impatto positivo sui profitti dell’istituto di credito. In Cina l’intelligenza artificiale viene sfruttata molto dalle grandi imprese tecnologiche al servizio del Governo. L’Europa, invece, al momento è ancora indietro rispetto agli Stati Uniti e a Pechino. Al di là di ciò, permane la grossa incognita sui possibili impatti che l’intelligenza artificiale comporterà a livello occupazionale”.