Il ruolo delle commodity, un driver per i flussi di capitale di investimento

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Panegyrics of Granovetter, Flickr, Creative Commons

Nel primo trimestre dell’anno i mercati azionari dei Paesi emergenti nel complesso hanno guadagnato quasi il 10%; circa il doppio rispetto ai mercati azionari delle nazioni industrializzate. I rialzi sono avvenuti su vasta scala. Ci sono Paesi dove i flussi, contrariamente al trend, hanno perso o sono rimasti fermi, dove anche obbligazioni e valute di molti mercati emergenti hanno registrato guadagni maggiori.

Per Raiffeisen Capital Management, uno dei driver principali del rialzo di questi corsi è stato il continuo afflusso verso i Paesi emergenti di capitale di investimento degli investitori attivi a livello internazionale. I marcati premi di rendimento di molte obbligazioni dei mercati emergenti, la ripresa dei prezzi delle materie prime e le valutazioni azionarie relativamente favorevoli dovrebbero aver svolto un importante ruolo in questo contesto, fanno sapere dalla società austriaca. Nel complesso, le prospettive a medio e lungo termine per azioni e obbligazioni degli emerging market rimangono per ora positive. Per quanto riguarda i mercati azionari, sembrano ancora molto promettenti soprattutto i mercati dell’Europa centrale e orientale. Dopo i forti rialzi dei corsi è, però, possibile una correzione in ogni momento, tanto più che l’MSCI Emerging Markets Index si sta anche avvicinando a resistenze tecniche rilevanti.

Ed è proprio la ripresa dei prezzi delle commodity che fa presagire una fase rialzista per l’asset class. A tal proposito, David Donora, responsabile Commodity di Columbia Threadneedle Investments, spiega come questo trend rialzista si stia per verificare, e come le materie prime rappresentino quindi una efficiente copertura contro gli attuali rischi geopolitici e l’inflazione. “Le materie prime hanno archiviato risultati disomogenei nel primo scorcio dell’anno. Il Bloomberg Commodities Index ha perso il 2,5% nel primo trimestre del 2017, poiché la brusca flessione segnata a marzo dal petrolio ha annullato i guadagni conseguiti a inizio trimestre. Tale cedimento, tuttavia, non ha scalfito la nostra tesi, che vede una convergenza di fattori favorevoli spingere notevolmente al rialzo i prezzi delle materie prime durante l’anno. Il tetto alla produzione OPEC, gli scioperi nelle maggiori miniere di rame del mondo e il rafforzamento della crescita globale sono solo alcuni degli elementi che contribuiranno a supportare gli incrementi dei prezzi in tutti i mercati delle materie prime nel 2017. Le prospettive per i metalli di base appaiono particolarmente positive, ma ci aspettiamo anche che il controllo dell’offerta preservi la traiettoria ascendente del petrolio. I metalli preziosi trarranno vantaggio dal ritorno dell’inflazione”, afferma il manager.

 

Il petrolio scende

Il petrolio è rimasto confinato in un ristretto intervallo di negoziazione, poco sopra i 50 dollari al barile, per gran parte dell’anno. Tuttavia, i prezzi sono scesi del 10% circa nella seconda settimana di marzo. Tale correzione ha avuto diversi fattori scatenanti. Innanzitutto, in questo periodo dell’anno la stagione delle manutenzioni presso le raffinerie fa temporaneamente rallentare la domanda di greggio sottostante. In secondo luogo, gli hedge fund e altri speculatori avevano potenziato le loro posizioni rialziste in futures e opzioni sul greggio USA portandole sui massimi storici, rendendo il mercato particolarmente vulnerabile a eventuali peggioramenti del clima di fiducia. In terzo luogo, malgrado la diminuzione delle scorte globali e dei depositi galleggianti (petroliere), i dati hanno mostrato che le scorte di greggio statunitensi sono balzate ai massimi storici, sollevando il timore di una permanenza delle eccedenze. In ultima analisi, questa possibilità è stata corroborata dal riemergere delle tensioni tra gli Stati membri dell’OPEC e l’industria americana del petrolio da scisti.

 

Metalli base eccellenti

Alluminio, rame e zinco hanno tutti registrato forti rincari nel quarto trimestre dello scorso anno e hanno conseguito risultati sorprendenti da inizio 2017 a oggi. A confermare il tutto sono le questioni occupazionali. I lavoratori delle immense miniere di Cerro Verde in Perù ed Escondida in Cile hanno scioperato. Anche Freeport-McMoRan, il colosso estrattivo, è stato oggetto di una disputa con il governo indonesiano a causa dell’operazione Grasberg. Queste tre grandi miniere, che rappresentano all’incirca il 10% della produzione mondiale di rame, non stanno funzionando a pieno regime. Le manifestazioni dei lavoratori non hanno ancora intaccato le forniture, ma sono comunque passibili di rimuovere una grossa fetta della produzione dal mercato quest’anno. Ciò avrebbe effetti positivi sui prezzi.

 

Oro apprezzato

Passando ai metalli preziosi, quest’anno l’oro si è fortemente apprezzato sulla scia dell’acuirsi dei rischi geopolitici e delle aspettative di rialzi graduali dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve statunitense, e il ritorno dell’inflazione potrebbe avvicinare sempre più investitori ai metalli preziosi, considerandoli una fonte di rendimento.

 

Commodity agricole al rialzo

Per quanto concerne le materie prime agricole, il ciclo meteorologico di El Niño, che assicura condizioni climatiche stabili per i Paesi produttori di cereali delle Americhe, è finito. Questo significa che le zone in cui si coltiva potrebbero andare incontro a un clima più variabile, con effetti potenzialmente negativi sui raccolti. Peraltro, nonostante due anni di abbondanti raccolti di cereali, le scorte non sono state ricostituite perché la domanda conseguente all’aumento della popolazione mondiale è stata molto vivace. I bassi prezzi, inoltre, hanno comportato qualche compromesso sul piano della produzione, ad esempio in termini di fertilizzanti o qualità dei semi. Se il maltempo danneggerà i raccolti, i prezzi delle merci agricole probabilmente si muoveranno al rialzo.

In questo contesto favorevole, vi è la possibilità nel vedere sempre più numerosi gli investitori pronti a riconoscere i vantaggi apportati dall’inserimento delle materie prime all’interno di un portafoglio di investimento. Le commodity tendono infatti ad essere correlate poco o negativamente con le azioni e le obbligazioni, il che le rende un buon strumento di diversificazione.

 

I fondi commodity con Marchio Funds People

Nella lista dei prodotti con Marchio Funds People 2017, troviamo tre fondi rientranti nella categoria Commodity Morningstar, di cui due con rating Consistente e uno con rating Blockbuster.

Per quanto concerne i Consistenti, a rappresentare la categoria sono in primis l’NN (L) Commodity Enhanced, con patrimonio totale pari a circa 163 milioni di dollari, con l'obiettivo di battere a lungo termine la performance del benchmark Bloomberg Commodity Total Return Index. Il fondo offre un'esposizione diversificata ai settori delle materie prime, con l'intento di ridurre al minimo il roll loss e massimizzare il roll return. Inoltre, mira a trarre vantaggio dalla detenzione anticipata dei contratti future che i prodotti passivi e gli indici tradizionali acquisteranno nel periodo successivo, nonché dalle differenze di prezzo di alcune commodity appartenenti alla stessa catena di valore. Le posizioni sono determinate da un modello matematico sviluppato internamente. Il team di gestione investe prevalentemente in titoli di Stato USA a breve termine e in strumenti finanziari che generano la performance sulle materie prime selezionate.

L’altro Consistente è il Fulcrum Commodity Fund, con masse totali pari a circa 46 milioni di dollari, e mira a offrire rendimenti assoluti positivi investendo in indici di commodity e opzioni, adottando tecniche sistematiche. Il prodotto ha un'impostazione quantitativa e le decisioni in materia di investimenti si basano su vari fattori inclusi prezzo, volatilità e dati storici. Gli investimenti sono effettuati in una gamma di materie prime, e può istituire posizioni short tramite l'uso di derivati, a scopo sia di copertura che di investimento.

Infine, a rappresentare la categoria per i Blockbuster è il Fideuram Fund Commodities, con patrimonio globale pari a 180 milioni di sterline, che mira ad un incremento nel tempo del capitale, investendo prevalentemente in strumenti derivati, quote e/o azioni di fondi e obbligazioni strutturate legate agli indici di materie prime. Il fondo investe inoltre in azioni prevalentemente quotate in borsa o trattate in un altro mercato regolamentato in tutto il mondo, emesse da società la cui attività principale è la produzione, l'estrazione, il commercio o la fabbricazione di materie prime, risorse energetiche e prodotti agricoli, nonché in attività di liquidità rapida con finalità di copertura derivata. Il benchmark del comparto è costituito dal Bloomberg Commodity Index.