Giovanni Radicella: “Il segreto? un’allocation strategica”

Disciplina, equilibrio, flessibilità. Sono questi i cardini che Giovanni Radicella, gestore di Arca SGR, confessa di seguire nel suo lavoro. Proprio il suo prodotto, Arca Obbligazioni Europa, quest’anno ha vinto i Morningstar Awards nella categoria Bilanciati prudenti per gli ottimi rendimenti raggiunti. “Merito di una allocation strategica che ha avuto da una parte una componente obbligazionaria con una duration molto lunga in un periodo di discesa dei tassi. Dall’altra i dieci punti della parte azionaria hanno beneficiato della ripresa dei mercati europei e questo ha creato un mix micidiale in senso positivo per la performance del prodotto”. Il fondo bilanciato ha raccolto perciò i benefici di un particolare periodo storico: “Psicologicamente si adatta bene a chi magari vorrebbe avere un minimo di prodotto azionario, ma non troppo vista l’oscillazione dei mercati”. 

Quel che è certo è che in uno scenario obbligazionario a tassi zero è molto difficile fare buone performance. “Questo è un periodo da affrontare con molta attenzione”, spiega il gestore.  “Bisogna cercare delle tipologie d’investimento alternative rispetto ai classici titoli di Stato, come ad esempio nel mondo del corporate, sia investment grade che high yield. Queste asset class hanno, infatti, nel loro dna delle caratteristiche positive, adatte a fare meglio in un contesto di rialzo dei tassi. Poi si può guardare anche a titoli più vicini all’economia reale, meno liquidi, con una fonte d’investimento più di medio termine”. 

Il segreto, in ogni caso, è non abbassare mai la guardia. “Investire con lo specchietto retrovisore non fa sempre bene al portafoglio. Nello stesso tempo ci sono delle opportunità che possono venire da modelli d’investimento già applicati e riproponibili. Insomma, bisogna evitare queste trappole psicologiche che sono alla base di cattivi investimenti”.

Attenti ai cigni neri

“Nemmeno la volatilità, ad esempio, fa eccezione: sono eccezionali i periodi di picco, ma è una questione fisiologica. L’importante è cercare di non oscillare da un estremo all’altro”, dice Giovanni Radicella. Stare accorti insomma, anche perché non esistono asset sicuri. “E non esisteranno mai. Forse solo i titoli di Stato a brevissimo termine, ad esempio i nostri Bot, potrebbero essere considerati meno rischiosi, ma solo perché sono gli ultimi ai quali verrebbe staccata la spina in caso ci si avvicini al burrone.  Per intenderci, nemmeno i bond tedeschi si salvano da un certo livello di rischio”. Di ‘cigni neri’ d’altronde anche il vincitore dei Morningstar Award ne ha visti da vicino. “Ho vissuto sulla mia pelle la crisi di Lehman Brothers. 

A differenza di altre vicende negative - come il caso Parmalat o la bolla tecnologica del 2000 - da cui ci siamo tenuti ben lontani, in quel caso lì abbiamo fatto affidamento a considerazioni reputazionali e politiche e non abbiamo potuto evitare di vivere quell’esperienza per quanto il nostro canone di diversificazione e i limiti ci abbiamo protetto dalle conseguenze più catastrofiche”, ricorda il gestore, che aggiunge come adesso, e in particolare sul suo fondo, il controllo del rischio e la disciplina nel creare il portafoglio sono le sue linee guide. 

E la sua guida nel mondo della gestione del risparmio? Radicella non fa nomi, ma cita solo una caratteristica: “Ammiro coloro che pesano le parole.” Come a dire meglio stare zitti, se non c’è nulla da aggiungere.