Il significato ESG secondo Aberdeen Standard Investments

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Tommaso Tassi, Head of Distribution Italy, Aberdeen Standard Investments

Essere gestori attivi, quindi analizzare le società sotto diversi punti di vista. È questa una delle caratterisiche principali del Gruppo di Aberdeen Standard Investments, che nel segno della gestione attiva fanno il punto della casa sul tema ESG. Tommaso Tassi, head of Distribution Italy dell’asset manager scozzese, spiega a Funds People come lo screening sulletematiche ESG preveda un’analisi su tutte le società in cui la casa investe: “Affianchiamo l’impresa cercando di guidarne la vita aziendale su tutta una serie di tematiche, e quella della componente ESG risulta di primaria importanza per Aberdeen Standard Investments. L’impatto positivo sulla società è di fondamentale importanza e le tematiche ESG devono essere considerate nell’ambito dell’investimento perché, se così non fosse, il rischio di portafoglio potrebbe essere superiore. Le società ben posizionate su questa tipologia di tematiche offrono potenzialità di crescita a lungo termine”, spiega il manager.

“Disponiamo di un team di analisti dedicato e i criteri ESG sono integrati nel processo di selezione dei titoli. Prima di investire in un’azienda facciamo in media 5-6 incontri col top management e, nel momento in cui si discute con il board, queste tematiche vengono propriamente indicate e analizzate. Naturalmente, come asset manager a livello globale, utilizziamo le nostre best practice societarie anche tra settori, aree geografiche, ecc., non soltanto sulla componente azionaria ma anche su quella obbligazionaria o immobiliare. Quest’anno abbiamo partecipato al Salone SRI presentando una ricerca, condotta in collaborazione con Sustanalytics su alcuni i nostri clienti a livello globale, per cercare di capire quale sia effettivamente l’utilizzo della componente smart beta ed ESG all’interno del portafoglio. Sebbene dalla ricerca non sia emersa nessuna diretta connessione tra le due componenti, abbiamo notato che la crescita della richiesta di prodotti semi passivi va di pari passo con la richiesta di integrazione criteri ESG all’interno dei processi di investimento di questo tipo di prodotti”, aggiunge Tassi. 

Come conferma l’esperto, nella costruzione del portafoglio, lo screening fatto tramite Sustanalitycs e IHS Markit aiuta la casa di gestione a riconoscere i rating non corretti. Questo tipo di approccio consente di escludere a monte una serie di business reputati più rischiosi da Aberdeen Standard Investments (quali armamenti, ecc.). Questo metodo permette di guardare in maniera “diversa” anche il mondo dei mercati emergenti. “Nelle economie emergenti infatti si possono individuare società interessanti, alcune delle quali però nel lungo periodo potrebbero riscontrare problematiche dal punto di vista reputazionale e della sostenibilità dei ricavi. Se la società non rispetta i diritti dei lavoratori, per esempio, non riteniamo possa rientrare nel nostro universo di investimento”.

Il mercato italiano

Per quanto concerne i prodotti distribuiti in Italia, l’European Corporate Bond SRI Fund ed il Global Emerging Markets SRI hanno un focus specifico su queste tematiche. “Vogliamo però sottolineare che tutte le altre strategie disponibili, pur non avendo un ‘bollino SRI’, incorporano una forte attenzione ed analisi alle considerazioni di natura ambientale, sociale e di governance. 

Disponiamo di una serie di documenti, analisi, numeri e attività che permettono di capire cosa facciamo e come implementiamo i suddetti concetti e, ormai da diversi anni, pubblichiamo un report trimestrale su come sono attuate queste strategie ESG”, afferma Tassi. 

Stewardship, un concetto fondamentale

Un altro tema su cui da Aberdeen Standard Investments puntano da anni è quello della stewardship, “il quale descrive al meglio ciò che facciamo come casa di investimento. A titolo di esempio, se una società non risulta rispettare tutti i criteri SRI, ma notiamo che nel management vi sia un progetto di cambiamento, allora la consideriamo per le nostre analisi. Ogni società nei nostri portafogli prevede di un rating interno ESG. Grazie al coinvolgimento e all’esercizio dei nostri diritti di voto, collaboriamo attivamente con le società per migliorare gli standard aziendali, la trasparenza e l’affidabilità delle imprese. Negli asset reali – come gli immobili – ci concentriamo invece sulla sostenibilità, sull’efficienza delle risorse e sui vantaggi socio-economici”.

Ma gli investitori italiani sono pronti all’investimento SRI? Dal punto di vista dell’asset manager, a detta di Tassi, notano che gli investitori italiani sono più che pronti. “Negli anni precedenti sono stati gli asset manager a commettere l’errore di non aver ‘posto l’accento’ su questi temi. Infatti, proponendo soluzioni di investimento su aziende che hanno solo un impatto positivo sull’ambiente si ottengono vantaggi a tutti i livelli, per l’economia, per il Paese in cui si opera, sull’attività, ecc.”, afferma il manager.

Aberdeen Standard nel 2019

“Abbiamo chiuso in novembre un roadshow nel quale abbiamo presentato una strategia semi attiva con un approccio integrato ESG. Per il 2019 saremo presenti su Milano e Roma con due eventi a inizio anno, dove parleremo della nuova frontiera dei multi-asset, con focus sugli emerging market e sulle strategie nell’ambito dei private market. Il tema cardine del 2019, dal nostro punto di vista, riguarderà le tematiche degli asset manager nell’ambito dell’economia reale. Cerchiamo di offrire al cliente finale soluzioni che possano essere caratterizzanti o distintive rispetto ad altri asset manager, con l’obbligo e l’obiettivo di offrire sempre e comunque ampia diversificazione”, conclude Tassi.