Il gestore John William Olsen, a Milano per il Salone SRI, presenta gli elementi chiave del fondo M&G (Lux) Global Sustain Paris Aligned Fund: monitoraggio capillare delle emissioni di CO2 ed engagement per limitare il riscaldamento globale.
Per accedere a questo contenuto
Un portafoglio concentrato di 30 società leader nel raggiungimento dei target dell’Accordo di Parigi individuate a livello globale senza limiti e bias settoriali. Il cuore del processo di investimento del fondo M&G (Lux) Global Sustain Paris Aligned è il rigoroso processo di analisi dei fondamentali finanziari, dei fattori ESG e dell’impronta carbonica delle società. L’ottica è di lungo periodo, per trovare le aziende in grado di crescere nel prossimo decennio, indipendentemente dal ciclo economico e dalle fluttuazioni dei mercati. John William Olsen, in questi giorni a Milano per il Salone SRI, presenta gli elementi chiave della strategia di M&G Investments, che nel 2023 ha ottenuto il Rating FundsPeople per la consistenza dei rendimenti ottenuti.
Secondo Olsen ci sono diversi modi in cui una società può contribuire al net zero. Il primo è decarbonizzando le proprie attività. In secondo luogo, un’azienda può catalizzare questo processo indirettamente, fornendo soluzioni alle aziende di altri settori economici per migliorare l’efficienza delle emissioni. Infine anche le aziende delle rinnovabili sono cruciali in questo percorso: “Nel prossimo decennio l’abbandono delle fonti fossili a favore delle rinnovabili sarà una parte fondamentale del raggiungimento degli obiettivi di Parigi”, afferma.
Come conseguenza dell’elevata convinzione del gestore, il turnover dei titoli in portafoglio è basso e il periodo medio di permanenza nel fondo supera gli otto anni. La strategia per generare rendimenti costanti, evitando che la performance sia influenzata da shock esterni, è di creare un equilibrio in portafoglio tra due tipi di aziende. “Le prime le definiamo ‘stable growth’. Sono aziende dai ritorni stabili sul capitale investito e provengono da settori come il tech, l’IT,o i consumi essenziali. L’altro insieme è quello delle ‘opportunities’. Si tratta anche in questo caso di aziende di alta qualità, ma sono più cicliche e presentano un profilo di rischio relativamente più alto a fronte di un maggior potenziale di upside”, continua il gestore. “Attingendo a queste due aree siamo riusciti a mantenere il portafoglio sempre ben diversificato, con una volatilità contenuta nei diversi cicli di mercato”, dice il gestore.
Il vantaggio della gestione attiva
Nonostante la maggior parte dei fondi allineati agli obiettivi di Parigi presenti sul mercato siano degli ETF, secondo Olsen la gestione attiva è il mezzo ideale per promuovere un sostanziale miglioramento delle emissioni di carbonio mondiali. Per il gestore, infatti, permette di avere una copertura efficace dei reali progressi delle aziende. “Ci concentriamo sulle aziende una ad una. Il 99% delle emissioni del fondo sono coperte da target basati su evidenze scientifiche. Questo ci rende certi che le aziende si stiano realmente allineando ai target di Parigi. Inoltre, l’approccio attivo ci consente di impegnarci direttamente con le aziende: abbiamo un programma di engagement strutturato focalizzato sulla disclosure dei dati, la definizione di una strategia per il net zero e di target intermedi, l’implementazione di sistemi di remunerazione e di generazione degli utili vincolati a questi obiettivi e infine di strumenti di monitoraggio. Tutti questi dati sono riepilogati in un report di impatto annuale che mette in luce nel dettaglio i miglioramenti di ogni singola azienda. Inoltre, l’analisi ESG è completamente integrata nel nostro processo di investimento e non viene delegata a provider esterni. Ilteam di gestione si occupa di tutti gli step: dall’analisi dei fondamentali all’ analisi ESG e all’engagement”, dice l’esperto.
La scommessa sulle rinnovabili
Allo scorso fine settembre i tre settori industriali più rappresentati nel fondo sono nell’ordine l’information technology con un peso del 20,3%, i servizi finanziari al 19,3% e la salute con il 16,1%. Recentemente, complice le interessanti valutazioni per il momentum negativo delle società delle energie rinnovabili, il gestore ha aumentato l'esposizione a due aziende del comparto: Ørsted, leader mondiale per la produzione di energia da fonti eoliche onshore e offshore e Solaredge Technologies, che si occupa di soluzioni tecnologiche per pannelli solari, in particolare per gli impianti sui tetti delle abitazioni. “Nell’ultimo anno, le rinnovabili hanno subito una forte correzione per il rialzo dei tassi. Questo perché è un settore guidato dal capitale necessario per costruire parchi eolici e solari ed è quindi un ambito sensibile ai tassi e all’aumento del costo del denaro”, spiega Olsen. “Inoltre, in un’ottica di lungo periodo queste aziende hanno un enorme potenziale per crescere e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Parigi”, conclude.