Nel Belpaese cresce l’ottimismo e la voglia di investire

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Shirly Niv Marton, Unsplash

Siamo ormai prossimi alla fine di un anno che per l’industria del risparmio gestito è stato decisamente positivo, tanto a livello europeo quanto italiano. In un contesto domestico caratterizzato da segnali di ripresa tangibili, aumenta l’ottimismo sulle prospettive del Paese e la predisposizione degli italiani a investire, così come la preferenza per i prodotti finanziari e la soddisfazione per le scelte di investimento fatte. È questa a grandi linee la fotografia scattata da Anima SGR in collaborazione con la società di ricerche di mercato GfK, contenuta nell’edizione autunnale dell’Osservatorio sul risparmio delle famiglie italiane.

I quesiti del sondaggio, condotto tra il 25 settembre e l’8 ottobre su un campione di 1.000 adulti bancarizzati (titolari di un conto corrente bancario o postale) tra cui 10 milioni di investitori (possessori di almeno un prodotto di investimento), vertono sui progetti degli italiani e sulle loro strategie per realizzarli, sul possesso attuale e sulla soddisfazione per prodotti di risparmio e investimento e su questioni attualità, come i PIR. Ecco i principali risultati emersi dall’indagine.

Rispetto all’edizione dello scorso marzo, quando il 9% dichiarava di attendersi un miglioramento della congiuntura italiana nell’anno successivo, oggi è il 16% a dirsene convinto. Parallelamente, continua a diminuire il tasso di chi si aspetta un lieve peggioramento (dal 17% al 15%) mentre calano drasticamente i pessimisti convinti  (dal 21% al 13%).

In virtù di questo quadro, la progettualità dei bancarizzati passa dal 47% al 49% e quella degli investitori tocca quota 74%, segnando così il massimo storico dal 2012 (anno della prima rilevazione Anima SGR – GfK). Guardando alle tipologie di progetti, si registra una netta crescita per quelli di risparmio (per imprevisti, come riserva per il futuro o per una pensione integrativa), che passano dal 25% al 31% per i bancarizzati e dal 41% al 53% per gli investitori.

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Aumenta anche la tendenza ad investire: il dato dei bancarizzati intenzionati a investire è passato infatti dal 31% al 34% mentre è scesa dal 36% al 32% la percentuale di chi dichaira di non avere soldi per farlo. Tra le tipologie d’investimento, mantiene una certa stabilità l’interesse per il ‘mattone’ (dal 10% all’11%) e si amplia la preferenza per i prodotti di investimento che cresce dal 22% al 24% (grafico 4).

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Anche la soddisfazione per i propri investimenti raggiunge il massimo dalla prima rilevazione del 2012: tra gli investitori, la quota di chi si dichiara ‘molto’ o ‘abbastanza’ soddisfatto (grafico 5) passa dal 53% al 60% mentre resta stabile dall’8% al 9% quella di chi è ‘poco’ o ‘per niente’ soddisfatto.

Infine, come prevedibile dato il loro notevole sucesso, l’osservatorio ha rilevato un notevole incremento nella popolarità dei PIR: è passato dal 22% al 39% il dato degli investitori che riferiscono di averne già sentito parlare (grafico 6) mentre quello dei bancarizzati è cresciuto dal 13% al 20%. La percentuale di chi si dice disposto a ‘impegnare’ per 5 anni parte dei suoi investimenti per godere del beneficio fiscale di questi prodotti, invece, è passata dal 20% al 18% per i bancarizzati e dal 39% al 46% per gli investitori (grafico 7).

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