Approccio ESG, oltre i trend di mercato
Tassi di interesse elevati e tensioni geopolitiche mettono alla prova i fondi sostenibili. Nella prima parte della tavola rotonda di Hub ESG si è discusso dei diversi approcci e filosofie di investimento sulla sostenibilità.
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Le attuali condizioni macroeconomiche presentano sfide significative per gli investitori. I tassi di interesse restano elevati, si moltiplicano i fronti in cui sono presenti tensioni geopolitiche e i timori di recessione o crescita sotto le attese persistono. Secondo un recente report di MSCI il 2023 ha visto una sottoperformance di alcuni fondi ESG rispetto ai loro equivalenti tradizionali. Questo trend è stato influenzato da vari fattori, tra cui la rotazione settoriale verso industrie tradizionali e l’aumento della volatilità di mercato. Un report di Morningstar, invece, indica come nel primo trimestre del 2023 solo il 45% dei fondi ESG abbia superato il benchmark degli omologhi fondi tradizionali, un miglioramento rispetto al 58% nel 2022. Questa dinamica solleva comunque domande significative rispetto alla sostenibilità della performance dei fondi ESG e sulle strategie a lungo termine necessarie per adattarsi a un contesto macroeconomico in evoluzione. È fondamentale comprendere se si tratti di una fluttuazione temporanea o indichi la necessità di un adeguamento strategico strutturale. Di performance dei fondi sostenibili e di approccio alle strategie ESG si è parlato nella prima parte della tavola rotonda dedicata al tema.
I commenti si riferiscono al contesto del 19 giugno 2024.
"Non modifichiamo la nostra strategia in termini di approccio alla sostenibilità, che è sempre stata improntata all'equilibrio", sostiene Roberto Arosio, responsabile investimenti e Wealth Management di Banca Aletti. "In qualità di distributore infatti - spiega -, il nostro dovere è agire conformemente alle preferenze del cliente, senza puntare a un obiettivo di trasformare l’intero o gran parte del catalogo offerta in soluzioni ESG articolo 8 e 9, come invece ha fatto parte dell'industria. Il nostro compito in particolare è comprendere le preferenze del cliente, coniugarle con la sostenibilità dei prodotti non dimenticando gli obiettivi e le caratteristiche finanziarie di queste soluzioni. Nel 2021 l'industria ha effettuato un importante raccolta su prodotti sostenibili, ma non sempre i clienti hanno compreso le caratteristiche finanziarie di queste soluzioni, soprattutto in un anno difficile come il 2022 condizionato dagli eventi geopolitici. In ottica futura la gestione della componente ESG è fondamentale, indipendentemente dalla direzione della transizione". Secondo Arosio "è imprescindibile infatti considerare i rischi fisici e di transizione per garantire un processo di investimento solido e che crei valore. In tale ambito la governance è un elemento cruciale nella selezione delle aziende, ma con i cambiamenti normativi, rischiamo di concentrarci esclusivamente sull'aspetto ambientale, trascurando le altre due anime che hanno portato alla nascita dell’acronimo ESG. Nell’ultimo periodo abbiamo osservato una diminuzione nella percentuale di clienti che manifestano una preferenza per le soluzioni ESG, segno che la performance finanziaria è preponderante. Tuttavia, ciò non implica che i clienti non investano in soluzioni ESG, ma desiderano la libertà di decidere autonomamente se e quando investirci".
1/5Il contesto macro determina, anche se indirettamente, i diversi approcci alle strategie ESG. "Nel corso dell'ultimo anno, il ritorno a una normalità finanziaria con l'aumento dei tassi d'interesse ha influenzato le strategie sostenibili", segnala Ilaria D'Ascenzio ESG Specialist Sustainability Center, Investments&Advisory BNL BNP Paribas. Per l'esperta "le nuove condizioni macroeconomiche e il rialzo dei tassi hanno colpito alcuni settori come quello della transizione energetica. In passato, senza una forte regolamentazione, la sostenibilità è stata associata più come un'opportunità di investimento. Con l'introduzione delle nuove normative, l'approccio è cambiato, modificando il DNA degli investimenti. Le aziende dovranno essere più sostenibili, integrando le regolamentazioni nei loro processi. Nel medio-lungo termine, quindi la sostenibilità non scomparirà e non stiamo cambiando la nostra strategia. La regolamentazione MiFID ha introdotto preferenze di sostenibilità, ma le performance finanziarie rimarranno importanti e fondamentali. Il vero cambiamento consisterà nel modulare l'offerta, passando da "ESG sì o no" a "quanto ESG si vuole nei portafogli" secondo le esigenze dei clienti e del mercato".
2/5Sul tema è d'accordo Gianluca Lonero, head of ESG integration and active ownership di Fideuram AM SGR, secondo cui "certamente il contesto macro, le dinamiche di tassi e la concentrazione dei mercati su poche blue chips non hanno supportato nell’ultimo periodo le strategie sostenibili. I fondi ESG tipicamente per politiche di esclusione e per strategie utilizzate tendono a concentrarsi su alcuni temi e settori e a sottopesarne altri che invece hanno beneficiato di tassi più alti o delle tensioni geopolitiche. Per il cliente la performance finanziaria è naturalmente fondamentale. Noi crediamo che nel lungo periodo performance finanziarie e attenzione alla sostenibilità siano obiettivi convergenti. Anche se le performance degli ultimi due anni sono state altalenanti, il nostro approccio rimane orientato al lungo termine. In quest’ottica, vediamo un trend verso la sostenibilità trasversale su tutti i settori, che dovranno adattarsi alle nuove esigenze normative, agli interessi dei clienti e a rischi e opportunità ESG. I mercati e le strategie attraversano cicli e dal punto di vista finanziario abbiamo visto negli ultimi tempi soffrire le strategie sostenibili ma siamo convinti che, a fronte di un accurato processo di selezione, queste siano ben posizionate per crescere nei prossimi anni". Secondo Lonero, "se in particolare poi osserviamo alcuni settori più direttamente legati alle tematiche ambientali, come ad es. il settore delle rinnovabili, le dinamiche sui tassi di interesse giocano un ruolo chiave poiché si tratta aziende che generano flussi di cassa in genere fortemente impattati dai tassi di sconto. Viste le recenti dinamiche ribassiste sui tassi, riteniamo che si sia raggiunto un punto in cui queste strategie possono rappresentare delle interessanti opportunità di investimento. A fronte delle continue evidenze di rialzo del riscaldamento globale e dei suoi effetti negativi sul sistema economico, permane inoltre una necessità di decarbonizzazione del sistema stesso. Da ultimo va sottolineato come la bolla speculativa degli anni scorsi, alimentata anche dal livello straordinariamente basso dei tassi, sembra essersi riassorbita e questo potrebbe essere un ulteriore elemento a supporto dei ritorni finanziari".
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"Dal nostro punto di vista, le tensioni geopolitiche hanno avuto un impatto significativo", sostiene anche Fabrizio Quarta, Advisory portfolio manager, ESG Investment analyst di Euromobiliare Advisory SIM inflazione e guerra "hanno riportato in auge settori come armi ed energia, in particolare i combustibili fossili, che non sono favoriti dalle strategie ESG. Gli alti tassi di interesse hanno penalizzato le società focalizzate sulla crescita a lungo termine, come quelle sostenibili, causando una sottoperformance. Tuttavia, questa non dovrebbe cambiare una scelta strategica di lungo periodo. La sostenibilità va valutata nel medio-lungo termine, non nei ritorni a breve termine, come indicato anche da Eurosif". Secondo il professionista "è cruciale distinguere se la sottoperformance sia legata al mercato in generale o a singoli gestori. Nel primo caso, è contestualizzabile e può essere gestita con decisioni di asset allocation appropriate. Se è legata ai gestori, potrebbe invece essere dovuta a politiche di gestione troppo aggressive o a processi inadeguati. Dal nostro punto di vista, l'allocazione alle strategie ESG non cambia: rappresentano il 50% degli asset globali europei e sono destinati a rimanere. È difficile abbandonare una strategia una volta promossa. Questo periodo di turbolenza potrebbe aver contribuito a fare chiarezza nel mercato".
4/5Le convinzioni di Antonio Forte, international sales director Italy di Liontrust restano salde: "Nonostante il momento poco esaltante per le strategie sostenibili, restiamo fedeli alla nostra filosofia di investimento e non apporteremo nessuna modifica ai portafogli. Apporteremo, come sempre, miglioramenti nella reportistica e nel calcolo dei PAI, in linea con l’evoluzione della normativa. Siamo e rimarremo un punto di riferimento per coloro che cercano strategie 9 SFDR, che minimizzino il rischio di greenwashing. Le nostre strategie si distinguono per la predominanza di aziende mid large cap, stile growth, che contribuiscono a rendere il mondo più efficiente, più salutare e più sicuro. Inoltre, vantiamo uno dei pochi fondi US equity art. 9. Negli Stati Uniti, le aziende innovano in termini di sostenibilità senza clamore. Questo offre a un manager esperto, con un solido processo di investimento, l’opportunità di scoprire aziende sostenibili straordinarie con significative potenzialità di crescita".
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