Trasformazione ESG e risparmio gestito, la prospettiva dell’industria
Negli ultimi anni, gli operatori finanziari si sono adattati a una serie di richieste finalizzate a indirizzare i capitali verso la sostenibilità. Tali richieste, nello specifico europeo, non arrivano solo dal mercato ma sono fortemente legate all’introduzione di piani d’azione e normative orientate a un’evoluzione della finanza in linea con gli ESG. A questa forte spinta in ambito comunitario, il sistema si è uniformato nel suo complesso (sia a livello normativo, sia a livello di singole entità e soggetti interessati), ciononostante il percorso è ancora in fase di costruzione ed è compito anche dei media individuare punti di slancio e battute d’arresto. In questo spaccato si colloca il sondaggio FundsPeople sugli investimenti sostenibili, condotto in due sezioni: una dedicata al settore dei fund selector e degli asset manager, e una ai professionisti del mondo della consulenza e ai private banker. L’inchiesta, condotta tra luglio e settembre 2023, è stata presentata il 24 gennaio 2024 in occasione della prima edizione di FundsPeople International ESG, l’evento ideato da FundsPeople per fare il punto sui temi della sostenibilità tra i professionisti del settore, e operare un confronto con l’evoluzione in atto in altri Paesi europei (in questo caso, la Spagna). L’indagine (a cui hanno risposto 53 tra fund selector e asset manager, e 181 tra private banker e consulenti), ha invitato gli attori del mondo finanziario a riflettere sul proprio ruolo nel sistema ESG, il compito delle società di investimento, l’impulso dato dalla normativa e quali le principali attese e criticità sul settore.
Nell’inchiesta indirizzata a fund selector e asset manager, il primo elemento di analisi si è rivolto all’identità ESG del professionista, ossia alla percezione delle proprie competenze in materia di sostenibilità. Ebbene, emerge una consapevolezza ESG molto forte tra i rispondenti, con un 53% che considera le proprie competenze “adeguate ma migliorabili” e un 38% che le considera “complete e aggiornate”. Tuttavia alla domanda relativa alla presenza di una certificazione legata alla sostenibilità, soltanto il 15% risponde affermativamente, con una prevalenza di CESGA-EFFAS (il 36% di quanti sono in possesso di una certificazione), seguito da un 27% di CFA ESG. Alla domanda su quali siano le maggiori difficoltà nell’analisi di un fondo sostenibile il campione è compatto (88% delle risposte) nell’indicare “la mancanza di omogeneità dei rating e dei dati sulla sostenibilità”; segue la difficoltà nel tenersi al passo con le evoluzioni normative (40%).
Le società, per parte loro, hanno già portato molto avanti il discorso di selezione degli investimenti sostenibili e responsabili con un 72% di intervistati che sottolinea come il gruppo abbia già qualche analista o team di analisi specializzato in sostenibilità che, nell’88% dei casi, si affidano a rating e data provider esterni, con MSCI che canalizza il 64% delle preferenze (la domanda consentiva si selezionare più piattaforme) seguito da Bloomberg (44%) e Morningstar Sustainalytics (38%).
Si arriva così al peso assunto dai fattori ESG. L’insieme dei tre fattori, nel complesso, è preponderante nelle scelte della maggioranza degli intervistati (48%), ma è il fattore E, l’ambiente, a essere centrale per il 40%, mentre la governance e il fattore social si fermano entrambi al 6 per cento.
1/4Per quanto riguarda l’approfondimento relativo al profilo delle società, il 73% degli esperti risponde affermativamente alla presenza di prodotti SRI “in casa”, in quasi la metà dei casi (49%) sia a gestione diretta (che comunque attraggono il secondo ordine di grandezza nella risposta) sia fondi di fondi.
Sul fronte delle strategie utilizzate per la composizione dei fondi, integrazione ESG ed esclusione si qualificano in testa alle preferenze (rispettivamente il 77 e il 55%), ma occorre sottolineare la crescita del peso dell’engagement (43% delle risposte) rispetto alla rilevazione 2022 di FundsPeople (quando si fermava al 20%). Ancora indietro, invece, l’impact investing (26%).
A proposito dell’offerta ESG delle società, poi, i protagonisti della survey la ritengono, per lo più, sufficiente ma migliorabile (66% delle preferenze), un 23% la ritiene completa, mentre un 9% si posiziona in maniera critica definendola ancora insufficiente. Un altro tema su cui concorda la quasi totalità (96%) degli intervistati è la tipologia di gestione per investire in chiave sostenibile: l’investimento attivo.
2/4La regolamentazione, come anticipato, ha un ruolo rilevante nello sviluppo del sistema. Il 36% dei rispondenti concorda nel definire gli interventi in sede comunitaria “un buon contributo nell’avere dei riferimenti e delle pratiche comuni, oltre che una maggiore trasparenza” tuttavia, mentre un 26% li ritiene “ancora insufficienti”, una percentuale significativa (34%) li definisce “eccessivi”. E mentre le attese per il futuro vanno sempre più in direzione di un aumento dei fondi articolo 8 SFDR (64% delle risposte), si colloca come positiva la percezione sull’introduzione delle domande di sostenibilità nella MiFID 2: secondo il 53% degli esperti andrà a beneficio dell’industria.
Nell’analisi di SFDR e Tassonomia la maggior parte dei rispondenti (53%) le indica come “un buon primo passo verso una classificazione corretta delle attività sostenibili”, segue un’ampia percentuale (26%) di quanti ritengono che siano sì, fondamentali, ma aumentino il livello di complessità e, al di là di quanti sposano con entusiasmo l’intervento normativo UE (il 4%) c’è un 13% che mette l’industria in allerta sul rischio greenwashing.
3/4Mentre in merito alle motivazioni che spingono i professionisti in direzione della sostenibilità emerge uno scenario più frammentato, in cui lo storytelling legato all’investimento SRI guadagna il podio delle preferenze, e si distacca di circa 26 punti da altre motivazioni che restano comunque fondamentali, in primis il profilo di rischio/rendimento, ma anche la conformità agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite e quella alla regolamentazione.
La ormai forte presenza di offerta ESG è ravvisabile nelle previsioni di crescita dei fondi sostenibili in seno alle società di appartenenza che per la maggioranza degli intervistati (il 46%) aumenteranno meno del 30% seguiti da un 35% che si attende una crescita in una forbice compresa tra il 35 e il 55% (soltanto per il 9% degli intervistati cresceranno più del 55%).
Restano in ultima analisi le preoccupazioni legate al futuro sviluppo del settore con il rischio greenwashing (67% delle risposte) superato dai timori di una “valanga di regolamentazione” che per il 70% dei rispondenti è una delle criticità principali sul futuro del settore.
4/4Negli ultimi anni, gli operatori finanziari si sono adattati a una serie di richieste finalizzate a indirizzare i capitali verso la sostenibilità. Tali richieste, nello specifico europeo, non arrivano solo dal mercato ma sono fortemente legate all’introduzione di piani d’azione e normative orientate a un’evoluzione della finanza in linea con gli ESG. A questa forte spinta in ambito comunitario, il sistema si è uniformato nel suo complesso (sia a livello normativo, sia a livello di singole entità e soggetti interessati), ciononostante il percorso è ancora in fase di costruzione ed è compito anche dei media individuare punti di slancio e battute d’arresto. In questo spaccato si colloca il sondaggio FundsPeople sugli investimenti sostenibili, condotto in due sezioni: una dedicata al settore dei fund selector e degli asset manager, e una ai professionisti del mondo della consulenza e ai private banker. L’inchiesta, condotta tra luglio e settembre 2023, è stata presentata il 24 gennaio 2024 in occasione della prima edizione di FundsPeople International ESG, l’evento ideato da FundsPeople per fare il punto sui temi della sostenibilità tra i professionisti del settore, e operare un confronto con l’evoluzione in atto in altri Paesi europei (in questo caso, la Spagna). L’indagine (a cui hanno risposto 53 tra fund selector e asset manager, e 181 tra private banker e consulenti), ha invitato gli attori del mondo finanziario a riflettere sul proprio ruolo nel sistema ESG, il compito delle società di investimento, l’impulso dato dalla normativa e quali le principali attese e criticità sul settore.