Nel corso di una tavola rotonda il Gruppo ha analizzato i diversi aspetti dell’attività di Wealth Management, con un focus su asset management, private banking e insurance.
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Un’analisi organica dell’attività del Gruppo Intesa Sanpaolo a fronte delle trasformazioni strutturali che hanno investito la società, il mercato e, nello specifico, l’industria del risparmio negli ultimi due anni. Tirare le fila di un’evoluzione che ha riguardato diversi aspetti dell’attività di Wealth Management, con un focus su asset management, private banking e insurance, è stato quindi l’obiettivo della tavola rotonda “Intesa Sanpaolo: una Wealth Management & Protection Company di successo”, iniziativa proposta per fornire una narrazione per numeri, strategie e programmi futuri di uno dei pilastri di crescita identificati da Intesa nel corso degli ultimi due piani d’impresa 2014-2017 e 2018-2021. Non solo: secondo quanto dichiarato dal Ceo Carlo Messina,"la capacità di Intesa Sanpaolo di raggiungere e superare gli obiettivi, anche in un periodo di eccezionale complessità, troverà conferma nel prossimo piano d’impresa 2022-2025”, che sarà presentato a febbraio.
WEALTH MANAGEMENT PILASTRO DEL BUSINESS MODEL DI INTESA
La tavola rotonda ha quindi acceso un faro sulle dimensioni relative al mondo della consulenza finanziaria e del private banking, alle attività assicurative e del risparmio gestito del Gruppo, con particolare interesse per l’evoluzione del risparmio privato quale elemento distintivo nell’economia italiana. “Il Wealth Management è una componente fondamentale per definire il business model di Intesa Sanpaolo” ha sottolineano Rossella Locatelli, docente di Economia degli intermediari finanziari presso l’Università dell’Insubria, consigliera di amministrazione e presidente Comitato Rischi Intesa Sanpaolo nel primo intervento della tavola rotonda che ha visto la presentazione dei dati delle singole divisioni in capo a Tommaso Corcos AD di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, Nicola Maria Fioravanti AD di Intesa Sanpaolo Vita, e Saverio Perissinotto AD di Eurizon. “Mi piace ricordare il fatto che è stato impostato e realizzato il progetto di accrescimento della presenza internazionale in particolare sul fronte dell’asset management e del private banking – ha detto Locatelli –, attraverso strategie di acquisizioni mirate di piccoli target con operatività di nicchia e, per quanto riguarda l’ambito di assicurazione e danni che va ad aggiungersi al ramo Vita, esiste un progetto di evoluzione nel settore dei servizi protection”. Da queste premesse, il risultato dell’attività di Wealth Management rappresenta il 52% dei proventi operativi netti al 30 giugno di quest’anno. “Gran parte dell’aumento dei risparmi è detenuto in attività liquide e la variazione dei depositi in c/c delle famiglie nei primi otto mesi del 2021 è stata maggiore di quella dello stesso periodo del 2020; si stima che la propensione al risparmio possa ritornare ai livelli pre-Covid nel 2023”. Le opportunità di business per le diverse componenti del Wealth Management sono, quindi, numerose “e devono tenere conto dei processi di digitalizzazione in atto e dell’evoluzione della domanda, sempre più attenta alle tematiche ESG, climate, protezione e salute”.
AVANTI CON LE ACQUISIZIONI NEL PRIVATE BANKING
La dimensione del settore private per il gruppo è stata presentata da Corcos che ha confermato l’interesse della divisione per l’espansione all'estero puntando su “piccole realtà specializzate che possano rafforzare il respiro internazionale”. Corcos ha illustrato i numeri della private bank, prima in Italia, “dove amministra 327 miliardi di patrimonio di oltre 986 mila clienti”, e sottolineato come l’integrazione di UBI Top Private e IWBank abbia “rafforzato ulteriormente la leadership nel Paese”. Uno sguardo poi all’esterno con Fideuram che si colloca come secondo operatore nell’area euro per masse in gestione, e sesto se si considerano i Paesi dell’Europa nel suo complesso (quindi anche la Svizzera). “Sostenibilità, gestione dei grandi patrimoni, supporto all’economia reale, digitalizzazione e internazionalizzazione sono i pilastri sui quali si baseranno le strategie di crescita future della nostra divisione”, ha dichiarato Corcos che ha insistito sull’importanza dell’elemento dimensionale in quanto “nel corso degli ultimi anni c’è stata un’accelerazione significativa da un punto di vista delle acquisizioni, nell’industria del risparmio gestito ‘a tutto tondo’, e questo perché la crescita delle masse consente di attenuare un po’ la compressione della redditività che abbiamo visto all’interno del nostro settore” ma, soprattutto, “dà la possibilità di fare i grandi investimenti nella tecnologia che sono un driver di crescita prospettica e cuore dell’innovazione per l’industria del risparmio gestito”.
I DRIVER DI CRESCITA DELLA DIVISIONE INSURANCE
Per quanto riguarda la divisione Insurance, “a partire dal 2014, ha registrato tassi di crescita positivi nei principali indicatori economici e nei volumi di raccolta, che ci hanno consentito di collocarci ai vertici dei rami vita, danni e salute in Italia”, ha dichiarato Fioravanti, rivendicando come al 30 giugno di quest’anno il risultato della gestione assicurativa sia pari a 825 milioni, con quasi 194 miliardi di riserve tecniche, un cost income del 23,2% e un combined ratio (indicatore del rapporto tra spese e raccolta premi) del 79%, “il migliore del mercato italiano” ha sottolineato l’AD, ricordando come l’obiettivo della divisione sia quello di fornire “ai clienti delle banche reti del Gruppo soluzioni di valore per trasformare il risparmio in investimento ed il rischio in protezione”. La trasformazione digitale e la promozione di una cultura assicurativa in Italia, ha concluso il responsabile della divisione. “sono due fra i diversi progetti in corso che contraddistinguono la nostra capacità di innovazione”.
IL PUNTO SULLA FABBRICA PRODOTTO
Perissinotto ha fatto il punto sulla fabbrica prodotto descrivendo “due aspetti forti” di Eurizon: in primis un valore “che va al di là dell'aspetto puramente contabile o commissionale, che caratterizza un business resiliente, che non consuma molto capitale e che è in grado di approfittare maniera molto positiva del mercato”, al di là della situazione contingente. Un secondo aspetto di Eurizon è che “pur avendo solide radici domestiche ed essendo impegnata a far crescere la clientela all’interno dei confini nazionali” è dotata anche di quello che Perissinotto definisce un “cromosoma internazionale”. “Stiamo portando avanti un percorso di crescita importante sia in Italia, dove abbiamo una posizione di leadership, sia all’estero, dove stiamo riscuotendo risultati soddisfacenti dai presidi dei diversi Paesi europei e in Asia. In un contesto caratterizzato da abbondante liquidità e tassi bassi – ha concluso l’AD –, è fondamentale indirizzare i risparmi disponibili verso soluzioni d’investimento diversificate e gestite professionalmente, che possano anche convogliare risorse a supporto dell’economia reale”.