Invesco integra i brand di Source e PowerShares, operanti sul mercato degli exchanged traded funds, posizionandosi come un unico provider in grado di soddisfare le esigenze di investimento a 360º.
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Invesco integra i brand di Source e PowerShares, operanti sul mercato degli exchanged traded funds, posizionandosi come un unico provider in grado di soddisfare le esigenze di investimento a 360º.
Sergio Trezzi, managing director, head of Retail Distribution EMEA (ex UK) & Latam dell’asset manager, afferma come la recente integrazione degli exchanged traded di PowerShares e Source fa sì che oggi Invesco si posizioni come un solution provider completo, incrementando così la sua forza grazie al focus esclusivo sull’investimento e all’indipendenza di pensiero dei propri gestori, impegnati a sviluppare strategie e stili diversi nei 13 centri d’investimento proprietari del gruppo. “Ciò permette ai clienti di valutare la soluzione più adatta alle proprie esigenze e necessità. Avendo un lungo e positivo track record nell’integrare e valorizzare le entità acquisite, questo nuovo innesto rappresenta quindi un’altra opportunità per ampliare le ‘investments capabilities’ dedicate ai clienti, e in particolare per accelerare fortemente la presenza nel mercato degli ETF in Europa”, aggiunge l’esperto.
Trezzi evidenzia come l’industria degli ETF abbia registrato un tasso di crescita elevato negli ultimi anni, tanto che molti asset manager oggi stanno approcciando questo mercato. “Invesco è stata precursore in questo, già con l’acquisizione di PowerShares nel 2006, a cui sono seguite altre acquisizioni di rilievo (Source nel 2017 e Guggenheim nel 2018) che ci hanno permesso di consolidare il business, di fare leva sulle economie di scala offerte da una distribuzione globale ed essere oggi il quarto operatore con masse gestite pari a 200 miliardi nel solo comparto degli ETF. È fondamentale essere in grado di garantire ai propri clienti la libertà di scelta, rimanendo del tutto neutrale sulla scelta del veicolo”.
La problematica della competizione tra attivo e passivo diventa sempre maggiore, ma dalla casa di gestione credono che non vi sia alcuna competizione tra i due stili di investimento, ma che questi siano complementari. “Crediamo nell’active-passive factor investing. Ma come si gestisce l’attivo e il passivo nella stessa società? Le due tipologie di investimento non sono alternative, ma complementari. Un aspetto interessante da evidenziare è il fatto che la catena del valore sia cambiata. Prevediamo una notevole accelerazione della distribuzione entro la fine dell’anno. I clienti saranno capaci di esporre meglio le proprie esigenze d’investimento. Il ciclo macro risulta più interessante, e non più beta driven come negli anni passati, dato che l’introduzione della volatilità crea delle sfide oggettive al passivo. È un environment che spinge a guardare con più attenzione al proprio portafoglio”, spiega Trezzi.
A livello operativo, i prodotti sono stati rinominati in Invesco ma mantengono comunque i loro codici ticker, i loro identificativi e soprattutto le loro strategie di investimento, a conferma della volontà del Gruppo di “mantenere intatta l’indipendenza di coloro che gestiscono gli investimenti per garantire ai clienti una maggiore diversificazione”.
Tre soluzioni
Fabrizio Arusa, senior relationship manager – ETF specialist dell’asset manager, coglie l’occasione per presentare l’Invesco Floating Rate Note UCITS ETF, “un prodotto innovativo in grado di gestire il portafoglio del cliente nonché gli scenari di mercato. I floating rate notes hanno tassi cedolari variabili e quindi bassa sensibilità agli aumenti dei tassi di interesse. L’obiettivo è quello di ottenere rendimenti potenzialmente in crescita; i floating rate notes forniscono una duration più bassa e un rischio di credito simile alle obbligazioni corporate. Il metodo di replica è più efficiente e offre migliori rendimenti grazie a dimensioni minime di emissione (500 milioni di euro) e alla scadenza minima di 2,5 anni”.
A detta del manager, l’Invesco AT1 Capital bond UCITS ETF (AT1 LN) è una delle strategie più innovative della casa, efficiente e con un universo d’investimento globale. Il prodotto prevede un basso rischio idiosincratico dall’Europa periferica con circa il 3,5% di esposizione verso l’Italia e la Spagna. Con 52 componenti e una qualità media creditizia BB, Arusa fa sapere che l’ETF sarà presto quotato su Borsa Italiana.
Il terzo e ultimo veicolo presentato dall’esperto è l’Invesco MSCI Saudi Arabia UCITS ETF (MSAU LN), un prodotto che ha riscontrato un notevole e rapido successo nel mondo istituzionale. Come spiega Arusa, questo tipo di investitori non hanno accesso a questi mercati, quindi hanno bisogno di un veicolo efficiente. “Quella dell’Arabia Saudita è un’economia in grande trasformazione, e l’inclusione nell’MSCI EM dovrebbe guidare la raccolta. Il prodotto rappresenta il primo ETF dell’Arabia Saudita quotato in Europa. L’indice con cap soddisfa i criteri UCITS, evita un’eccessiva concentrazione ed è accessibile per tutti gli investitori, non solo esteri qualificati (QFI)”, conclude il manager.