Investimenti alternativi, conviene inserirli in portafoglio?

Antonio Del Vaso, head of Investment Advisory di Volksbank, spiega che “attualmente sui mercati finanziari americani ci sono opportunità sia sull’azionario sia sull’obbligazionario, considerando il recente sell off dell’equity e il rialzo dei tassi di interesse di mercato”. Per quando riguarda la Borsa statunitense, prosegue l’esperto, “i Magnifici sette hanno corso molto mentre ci sono tanti altri settori, anche sui listini principali, che sono rimasti al palo per diversi motivi (come, ad esempio, il rischio di potenziali escalation sul fronte geopolitico) e che quindi potrebbero rappresentare delle buone opportunità di ingresso. In generale, sono fiducioso sull’equity considerando che l’economia Usa resta solida e che l’inflazione, seppur lentamente, si sta riducendo”. Il giudizio di Del Vaso è positivo anche sul reddito fisso degli Stati Uniti “che presenta dei rendimenti particolarmente interessanti”. Gli investimenti alternativi (liquidi - UCITs), invece, “considerando la loro natura de-correlante e in ottica di diversificazione di lungo termine, restano sempre interessanti e validi all’interno dei nostri portafogli, anche se in questo contesto di mercato hanno una priorità inferiore rispetto all’obbligazionario, visti i rendimenti attualmente disponibili su quest’ultima asset class, anche su emissioni a rating elevato, e il rischio dovuto alla discrezionalità degli investimenti in alternative liquide”. Per quanto riguarda il tipo di gestione ottimale, Del Vaso pensa che “in un contesto come quello attuale che presenta incertezze su diversi fronti, avere un gestore attivo rappresenti la soluzione migliore. Gli strumenti passivi trovano invece il loro momento ottimale quando sul mercato non vi sono evidenti rischi su vari fronti; rischi comunque difficili da prevedere, per loro natura”.

Markus Raffeiner, responsabile del Servizio Wealth and Protection della Cassa di Risparmio di Bolzano, attualmente apprezza “i portafogli semplici e trasparenti, come ad esempio quelli classici 50/50 o 60/40, che quando i tassi rasentavano lo zero non avevano più senso”. L’esperto spiega infatti che “sull’obbligazionario per un po’ di tempo sarà possibile estrarre ancora valore e quindi nell’attuale contesto di mercato ha senso investire sui bond, soprattutto su quelli europei. Anche l’azionario resta un’asset class interessante, pur essendo condizionata dal profilo di rischio del cliente. Il momento potrebbe essere propizio pure per i piani di accumulo, sia di breve che di lungo periodo”. Raffeiner nei portafogli di investimento fa ricorso “anche a strumenti passivi come gli ETF dal momento che non si possono chiudere gli occhi davanti a un mondo che sta andando sempre più in questa direzione: la gamma di Exchange Traded Funds a disposizione del mercato si è ampliata davvero tanto negli ultimi anni”. Sugli strumenti alternativi, invece, l’esperto è più prudente e spiega che “va bene inserirli in portafoglio, ma con un peso abbastanza ridotto, in una percentuale non superiore al 5-10%. Il motivo di questa scelta risiede nel fatto che i prodotti alternativi sono tipicamente illiquidi e quindi potrebbero essere difficili da vendere in un eventuale contesto di mercato molto negativo”.

Anche Lorenzo Miori, responsabile dell’ufficio Equity, Fondi e Partecipazioni in ITAS, pensa che “viste alcune correzioni recenti sull’azionario ci potrebbero essere dei buoni punti di ingresso. Tuttavia, per noi il discorso è diverso dal momento che abbiamo un approccio all’investimento prudente e la necessità di mantenere un elevato grado di liquidabilità del portafoglio. L’azionario nei prossimi mesi resterà volatile, considerando l’incertezza sulle politiche monetarie delle principali Banche centrali e sulla geopolitica, e considerando che in questo particolare momento storico cerchiamo di evitare le asset class volatili, la nostra esposizione all'equity attualmente è bassa e si avvicina ai minimi storici”. L’esperto spiega poi che “in un contesto caratterizzato da tassi di interesse elevati l'attrattività degli investimenti alternativi rispetto a quelli tradizionali è in parte venuta meno. Quando i tassi erano bassi gli strumenti alternativi venivano utilizzati in ottica di diversificazione e per sostenere la redditività del portafoglio: con l’aumento dei tassi questi ritorni si possono trovare anche altrove, come ad esempio nei fondi obbligazionari che offrono flussi cedolari abbastanza consistenti. Inoltre, la nostra necessità di mantenere un certo livello di liquidabilità del portafoglio fa sì che gli investimenti alternativi abbiano perso attrattività. Aspettiamo di vedere nella seconda parte dell’anno cosa farà la Bce sul fronte del taglio dei tassi”. Per quanto riguarda invece la gestione attiva e quella passiva Miori ritiene che “la prima sia più utilizzata per il vasto mondo obbligazionario mentre la seconda per l’azionario”.

Eugenio Quarti, responsabile Area Amministrazione e Finanza di Laborfonds, spiega che “essendo un fondo pensione, l’illiquidità degli investimenti alternativi non rappresenta un problema, vista la generazione di flussi di cassa di importo interessante e che ben si sposano con la prospettiva di investimento di lungo periodo. Oltre a questo aspetto, gli investimenti alternativi possono giocare un importante ruolo di sostegno all’economia reale (anche del territorio). Una parte importante del nostro patrimonio - quasi 300 milioni di euro su 4 miliardi di euro di masse gestite - è stata infatti indirizzata ai prodotti alternativi”. L’esperto evidenzia che “il fondo negli ultimi anni ha incrementato il peso degli investimenti alternativi in portafoglio: di recente abbiamo terminato la fase di sottoscrizione di quattro fondi di cui due per la strategia Private Debt Europa e due per la strategia Infrastrutturale Italia per 80 milioni di ulteriore commitment. Gli strumenti coinvolti nella transizione energetica hanno buone prospettive sul fronte della performance”. Sul mercato azionario la visione di Quarti “è moderatamente positiva: in America potrebbero esserci delle opzioni interessanti nel breve e medio periodo, mentre in Cina potrebbero esserci delle opportunità legate alle valutazioni. In ogni caso, c’è da sottolineare che per gli investimenti in equity presenti in portafoglio ci sono degli strumenti di copertura. Per quanto riguarda invece il mercato obbligazionario siamo moderatamente positivi, principalmente sulla parte core europea”.