Investimenti digitali, sfide per il futuro

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Giorgio Fata

Il principale driver della digitalizzazione del risparmio gestito è stato sicuramente l’introduzione di Mifid2, che ha imposto una maggiore trasparenza agli asset manager. Ma quali sono le sfide per il futuro per il mondo fintech? Ne abbiamo discusso nell’ultima parte della tavola rotonda sulla tecnologia a servizio degli investimenti.

Fabio Candeli, amministratore delegato di Banca Profilo, in partnership con Tinaba sostiene che la Mifid2 ha aperto la strada ai robo-advisor e al digitale. “Solo quando ci sarà la totale visibilità dei costi il cliente sarà libero di scegliere. Tuttavia Lo sviluppo del fintech non deve essere legato esclusivamente ad un mero tema di costi, deve contare anche su altre caratteristiche: la comodità, il risparmio del tempo, la semplicità d’uso e la velocità di esecuzione, che hanno un valore aggiunto. Inoltre Mifid2 spinge molto anche sulla comunicazione, e anche in ciò può aiutare il digitale, che permette di raggiungere in qualsiasi momento il cliente”, spiega il manager.

Stiamo vivendo una vera e propria rivoluzione digitale, occorre interpretare il nuovo paradigma finanziario destinato alle nuove generazioni. “La vera sfida per il futuro è questa, cioè adeguarsi al cambiamento di un settore, quello bancario, ‘rilassato’ strategicamente, con fitte barriere all’entrata. Un altro tema a cui occorre guardare con attenzione è quello dei big data, le banche hanno sempre avuto un ingente numero di informazioni, ora occorre capire come sfruttarle al meglio. Inoltre si potrebbe usare anche l’intelligenza artificiale nella customer acquisition”, aggiunge il manager.

“Da un lato c’è la digitalizzazione che rappresenta un trend irreversibile, dall’altro, tramite l’esperienza utente, il cliente potrà avere maggiore consapevolezza dei costi e si potrà raggiungere quella trasparenza tanto auspicata”, ha commentato Luca Valaguzza, founder e chief product officer di Euclidea Sim. “Noi prendiamo spunto da quello che fanno gli altri robo-advisor all’estero, infatti puntiamo a fare anche il B2B in partnership con le banche interessate. Le reti bancarie non possono trascurare il fenomeno, è necessaria una conversione da parte loro verso il canale digitale per poter competere e noi possiamo aiutarle in questo senso”, aggiunge.

Anche Sebastiano Picone, responsabile Business Development di Moneyfarm conferma che la Mifid2 ha messo in moto una serie di meccanismi intorno al tema dei costi. “Tuttavia i costi non devono essere l’unico elemento da considerare, il nostro è un lavoro di qualità che deve esser fatto al giusto prezzo. Un’altra novità importante, che è stata introdotta da Mifid2, è la distinzione tra consulenza indipendente e non, questa potrà essere una svolta, perché si sottolinea che ciò che viene consigliato in banca potrebbe essere soggetto a conflitti di interesse. Per noi di Moneyfarm la principale sfida per il futuro sarà quella di abbassare il costo di acquisizione, non in termini di volumi o espansione geografica, ma attraverso partenership con operatori tradizionali”.

“Mifid2 dà la possibilità di vendere classi di prodotti fee only incentivando la creazione di nuovi modelli distributivi. Noi di Gimme5 stiamo guardando oltre il tradizionale modello di distribuzione con rebate, sperimentando delle collaborazioni con gruppi bancari volte all’utilizzo di un modello che non prevede l’obbligatorietà della Mifid con tempi di implementazione ridotti e un rapido go to market. Un’altra sfida per noi sarà quella di ospitare altre SGR all’interno della nostra piattaforma, perché crediamo che il modello sia fruibile anche da altre società. Inoltre la portabilità dei fondi ci permetterà di raggiungere partner anche all’estero”, conclude Iacopo Massei, responsabile Business Development di Gimme5- AcomeA Sgr.