Investimenti ESG, ancora passi da fare su regolamentazione

FundsPeople Selector Roadshow. Foto di Enrico Frascati
FundsPeople Selector Roadshow. Foto di Enrico Frascati

La finanza sostenibile sta diventando un pilastro chiave all’interno delle strategie di asset allocation a livello globale. L’ultimo report della Global Sustainable Investment Alliance evidenzia che nel 2022 gli investimenti sostenibili sono stati pari a 30.3000 miliardi di dollari. Cresce quindi la consapevolezza che considerare i fattori ESG nel processo di allocazione delle risorse può generare vantaggi sia per l’investitore che per il pianeta. Il Global Risks Report 2024 del World Economic Forum ha infatti inserito gli eventi meteorologici estremi al primo posto nella graduatoria dei rischi del prossimo decennio e la Banca mondiale ha avvertito che la perdita della biodiversità potrebbe comportare una contrazione del Pil globale fino a 2,7 trilioni di dollari entro il 2030. In questo contesto l’Europa si distingue sul fronte della regolamentazione e continua a lavorare a ritmo serrato per integrare la sostenibilità all’interno del quadro normativo e introdurre regole specifiche per la finanza sostenibile. Ne è un esempio la Tassonomia UE, con cui l’Unione europea ha istituito un sistema di classificazione comune per andare a definire quelle che sono le attività economiche sostenibili. Il tema è stato affrontato nel corso della seconda tappa del FundsPeople Selector Roadshow organizzato da FundsPeople che si è tenuto il 29 febbraio a Torino. In questa occasione gli esperti del settore si sono confrontati sulle proprie strategie, sulla regolamentazione attuale e su quelli che potrebbero essere i futuri passi in avanti.