Federico Mondonico, portfolio manager di BCC Risparmio & Previdenza, si sofferma sui pro e contro della gestione attiva e di quella passiva. Il primo approccio, spiega l’esperto, “è caratterizzato sicuramente da flessibilità, soprattutto sul fronte della personalizzazione, in quanto consente di adeguarsi a quelli che sono gli obiettivi dell’investitore, che ad esempio nell’ambito ESG potrebbe avere una preferenza per una particolare configurazione sull’aspetto ambientale. Di contro, per la gestione attiva bisogna considerare anche altri elementi come il costo o eventuali bias comportamentali e ideologici del gestore da dover controllare. La gestione passiva risulta invece più semplice e trasparente, anche perché si tratta di una metodologia tipicamente più quantitativa”. Concludendo, afferma Mondonico, “ritengo che l’approccio attivo sia da preferire in ottica di customizzazione, di engagement e per il fatto che riesce a creare un dialogo costruttivo con le società, conseguendo obiettivi ad impatto positivo a livello sociale, ambientale e di governance”.
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