Asset manager divisi tra timore di uno stallo dell’economia inglese e opportunità di acquisto alla luce di un sentiment negativo che nasconde (in parte) i fondamentali
“Ricomincio da capo”. Silvia Dall'Angelo, senior economist di Hermes Investment Management, ha voluto utilizzare una metafora cinematografica per sintetizzare la sensazione diffusa circa l’ennesimo rinvio dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, posticipata ora alla fine di ottobre. Come Bill Murray, costretto a rivivere lo stesso giorno all’infinito nella pellicola del 1993, Londra si ritrova nuovamente nell’impossibilità di raggiungere un accordo su come dare seguito all’esito del referendum del 23 giugno 2016.
Al di là delle considerazioni politiche, riguardanti in particolare un possibile cambio ai vertici del governo inglese conseguente a elezioni anticipate e l’atteggiamento della Francia sempre meno accomodante in merito alle continue proroghe, i mercati spostano in avanti di sei mesi una problema su cui, fa notare dall’Angelo, “l'estensione non fornisce alcuna indicazione, se non più incertezza per un periodo più lungo”.
Al di là dei mercati finanziari intesi in senso stretto, fondamentale è comprendere le ripercussioni sul tessuto economico britannico, anche al fine di valutare eventuali opportunità di esposizione a sconto. Se i primi infatti potrebbero trovarsi nelle condizioni di poter mettere da parte la questione, avendo già prezzato i possibili scenari, “diversa”, sottolinea Darren Williams, director global economic research di AllianceBernstein, “è la situazione per aziende e famiglie, la cui spesa è cruciale per l’economia”. “Per queste categorie”, prosegue, “l’incertezza sull’esito della saga Brexit salirà come mai prima ed è difficile vedere come questa possa essere una cosa positiva”. “Ciò continuerà a pesare sulle decisioni delle imprese, in particolare sugli investimenti”, conferma la senior economist di Hermes Investment Management, “che a loro volta si tradurranno in una crescita economica lenta e scarse prospettive di una produttività già depressa”.
Di opinione differente Richard Buxton, head of UK Equities di Merian Global Investors, che esorta a “guardare ai fondamentali” nascosti dalla “nebbia di Londra”. “Dopotutto”, afferma, “il mercato del lavoro è solido, i salari stanno aumentando ed esiste una solida dinamica imprenditoriale nel Paese, come dimostra il grande numero di nuove imprese”. “Gli utili societari”, prosegue, “hanno retto in gran parte e ci sono società che offrono eccellenti prospettive e valutazioni attraenti”. Questo il quadro al netto dell’impatto della lunga e complicata trattativa su Brexit che ha già espresso il suo potenziale negativo, sottolinea l’head of UK Equities di Merian Global Investors, “colpendo gli investimenti delle imprese e la fiducia degli investitori e dimezzando i tassi di crescita trimestrali”. “Se questo freno verrà rimosso”, afferma, “l’economia potrebbe sorprendere al rialzo”. “Anche se al momento la nebbia attanaglia Londra”, conclude Buxton, “riteniamo che l’aria migliorerà e i fondamentali degli investimenti continueranno a brillare”.