A rivelarlo è lo State Street Institutional Investor Indicators relativi al mese di gennaio. Notizie economiche più solide possono, talvolta, non essere positive per la propensione al rischio.
Un sentiment in calo e un leggero bias di avversione al rischio a inizio anno per gli investitori. A rivelarlo è State Street Global Markets che ha pubblicato i risultati degli State Street Institutional Investor Indicators relativi al mese di gennaio. Secondo quanto si legge nella nota, lo State Street Risk Appetite Index è sceso a -0,09 da 0,18 e nel frattempo gli stessi investitori rivalutano il ritmo dei tagli dei tassi nel 2024.
Buone notizie, non per tutti
“Nell'azionario, gli investitori hanno mostrato una preferenza più forte per i settori difensivi rispetto a quelli ciclici, nonché un orientamento verso i titoli di qualità. Nel reddito fisso, il comportamento più difensivo si è manifestato nella domanda di mercati sviluppati e di obbligazioni sovrane core. Tuttavia, abbiamo notato una domanda di obbligazioni societarie ad alto rendimento, il che indica che gli investitori non sono ancora troppo preoccupati per il credito", puntualizza Michael Metcalfe, head of Macro Strategy della società. Infine, a detta dell'esperto, nei mercati valutari il segnale più evidente di un comportamento più difensivo è stata la ripresa degli acquisti di dollaro statunitense, in gran parte a scapito delle valute dei mercati emergenti.
Inoltre, gli indicatori delle partecipazioni di State Street mostrano che le allocazioni azionarie da parte degli investitori di lungo termine sono diminuite dello 0,2%, attestandosi al 51,6%, mentre le allocazioni in liquidità sono aumentante dello 0,6%, raggiungendo il 20,5%. Le allocazioni nel reddito fisso sono scese dello 0,4%, raggiungendo il 27,9 per cento.
“Riflettendo un inizio d’anno più difensivo da parte degli investitori istituzionali, le partecipazioni in liquidità sono aumentate a gennaio dello 0,6%, invertendo metà del calo registrato a novembre e dicembre e lasciando le partecipazioni in liquidità quasi 2 punti percentuali al di sopra della loro media di lungo periodo. Il fatto che il passaggio alla liquidità sia avvenuto in gran parte (0,4%) a scapito delle allocazioni nel reddito fisso, anche se gli investitori sono già sottopesati, evidenzia che il ritorno ad un atteggiamento difensivo a gennaio è legato più alla rivalutazione delle aspettative di taglio dei tassi che alle preoccupazioni per la crescita”, ha aggiunto Metcalfe.
Di più sulla metodologia
Gli Institutional Investor Indicators (le 3 "i") sono stati sviluppati da State Street Associates, la divisione di ricerca e advisory di State Street Global Markets. Questi misurano la fiducia degli investitori o la propensione al rischio in modo quantitativo, analizzando i modelli di acquisto e di vendita degli investitori istituzionali, ricavati dai 42 trilioni di dollari di asset in custodia e amministrazione di State Street (in questo patrimonio non sono inclusi gli asset detenuti da State Street stessa). L'indice di propensione al rischio deriva dalla misurazione dei flussi degli investitori in ventidue diverse dimensioni di rischio tra azioni, valute, reddito fisso, asset legati alle materie prime e trend di asset allocation. L'indice cattura la proporzione dei ventidue elementi di rischio che hanno visto un comportamento orientato alla ricerca o alla riduzione del rischio.