Lo scorso anno la stretta normativa ai danni del tech e la crisi dell’immobiliare hanno gettato delle ombre sul Dragone. Ma il 2022 si è aperto con uno scenario migliore: le società di scienza e tecnologia e internet legate ai consumi interni sono pronte a fornire nuove opportunità.
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Il 2021 è stato un anno difficile per la Cina. La scorsa estate gli investitori hanno visto i loro portafogli impattati negativamente per la stretta regolamentare di Pechino ai danni del tech e dell'educazione dopo scuola e per il crollo del real estate e la crisi di Evergrande in autunno. Ma secondo Paolo Iurcotta, head of Italy di KraneShares, provider statunitense di ETF focalizzato esclusivamente sul mercato cinese, il peggio è ormai alle spalle. E per il colosso asiatico i prossimi mesi si prospettano positivi. “È un anno molto importante dal punto di vista politico, con i giochi invernali appena terminati e il ventesimo Congresso nazionale del Partito comunista in programma nel quarto trimestre, un appuntamento a cui il presidente Xi Jinping vuol farsi trovare con un’economia in crescita”, spiega Iurcotta in un’intervista a FundsPeople.
Anche le pressioni sull’immobiliare sono diminuite, grazie alle misure fiscali e monetarie che hanno raffreddato un settore in ebollizione. Come nel caso del tech, sono state delle azioni fortemente volute da Pechino. “Il messaggio di Xi House is for living, not for speculating fa capire come i policy makers vogliano creare un accesso al credito robusto per gli sviluppatori del real estate, non più concepito come un mercato di pura speculazione”, dice l’esperto. “Le norme per regolare le società di servizi online di dopo scuola vanno anch’esse interpretate alla luce del piano quinquennale di prosperità comune. La Cina sta cercando di perseguire una politica di espansione demografica e in questo modo il Governo ha voluto ridurre due delle voci di spesa più importanti per le famiglie, quelle per l’educazione dei figli e gli alloggi appunto, per facilitare il ritorno alla crescita della natalità”, analizza l’esperto. “La Cina ha in mente un 5% di tasso di crescita per il 2022 e verranno messe in campo delle misure per raggiungere questo risultato”, aggiunge Iurcotta che precisa: “Bisogna comunque accettare che l’espansione economica del Dragone è stata enorme negli ultimi venti anni. Mantenere i tassi elevati a cui eravamo abituati su una base sempre più grande è proibitivo”.
Il potenziale delle A-Shares
Un aspetto interessante sottolineato da Iurcotta è la diversa lettura delle dinamiche del mercato cinese da parte degli investitori occidentali rispetto a quelli domestici. “Spesso gli interventi di Pechino sono una fonte di preoccupazione maggiore per gli investitori internazionali che non sono abituati ad azioni in campo economico così decise da parte dei governi”, spiga l’esperto. “Per questo motivo lo scorso anno abbiamo assistito a un significativo fenomeno di decoupling delle performance dei titoli cinesi A-Shares quotati sulle borse di Shangai e Shenzen in mano ad investitori domestici e quelle dei titoli detenuti da investitori internazionali delle H-Shares di Hong Kong e delle società cinesi quotate a New York, che hanno sofferto di più”, analizza Iurcotta. “Questo perché c'è stata una differente percezione sulla regolamentazione tra i due gruppi di investitori. In particolare, quelli domestici hanno valutato come positivi gli interventi, perché indirizzati al buon funzionamento di determinate industrie”, sottolinea. In base a questo principio secondo Iurcotta risulta determinante far fede al piano quinquennale del governo per orientare gli investimenti, individuando i temi su cui Pechino sta spingendo. “L'industria tecnologica e dei semiconduttori, il tema dei veicoli elettrici e delle energie green per raggiungere l’obiettivo di carbon neutrality nel 2060 e in generale i settori che beneficeranno del passaggio da un’economia più orientata ai consumi interni rispetto all’export manifatturiero sono i temi di lungo periodo su cui focalizzarsi”, dice.
L’offerta del provider
KraneShares è sbarcata in Italia nel 2021, e a fine luglio ha quotato il primo ETF che permette di investire sugli unicorni cinesi quotati a Shangai (KSTR). Attualmente, oltre al KSTR, ha quotato su Borsa Italiana il KWEB, un ETF dedicato alle società internet, la cui versione quotata negli Stati Uniti risulta attualmente il più grande ETF su azioni cinesi al di fuori della Cina continentale, con un patrimonio in gestione superiore ai 7 miliardi di dollari (la versione UCITS ha superato recentemente i 700 milioni di euro). Il KSTR ha un focus particolare su scienza e tecnologia investendo sulle 50 aziende a maggior capitalizzazione di questo settore riunite nel Shanghai Stock Exchange (SSE) Science and Technology Innovation Board 50 Index. “Questa soluzione consente l'accesso a un mercato difficilmente raggiungibile con un investimento diretto”, assicura Iurcotta.
“Inoltre, ci aspettiamo una crescita della componete delle A-Shares presente negli indici MSCI, con un conseguente aumento dei flussi degli investitori in queste aziende. Nei prossimi anni la crescita del fattore di inclusione delle società cinesi nei listini globali, attualmente al 20%, giocherà un ruolo determinante”, osserva. L’esperto individua anche un buon potenziale di performance per le società internet a beneficio degli investitori del KWEB. “I business model di importanti aziende come Tencent, Alibaba e Meituan non sono stati impattati dalla stretta regolamentare e le società si sono adeguate in modo rapido alle nuove normative”, spiega. “Allo stesso tempo sono economiche rispetto alle equivalenti USA, con valutazioni in media di 17,7 volte gli utili contro le big statunitensi che scambiano al doppio, in media a 32 volte gli utili”, sottolinea. “Sono società che generano ritorni attraverso internet, ma sono esposte al consumatore cinese. Tramite il nostro ETF si può quindi realizzare una scommessa sulla crescita del mercato domestico dei consumi online, in un Paese in cui le stime parlano di un 30% sul totale degli acquisti via web contro il 20% del mercato USA”, conclude.