Jan van Eck: “Cerchiamo di anticipare i trend di lungo periodo”

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Jan van Eck, CEO, VanEck

VanEck è riconosciuta in tutto il mondo per le sue strategie d’investimento che puntano sull’innovazione. “Siamo stati i pionieri, già dal lontano 1955, nell’offrire agli investitori americani l’acceso ai mercati internazionali”, spiega Jan van Eck, CEO dell'asset manager americano.

La società ha quasi 47 miliardi di dollari di masse gestite e offre soluzioni attive e passive, di cui l’80% consiste in soluzioni d’investimento passivo e questo rende VanEck uno dei primi dieci provider di ETF negli Stati Uniti. “Alla base delle nostre strategie c’è un grosso lavoro di studio e analisi qualitativa e quantitativa. A differenza dei nostri competitor, non guardiamo mai a ciò che sta accadendo nei mercati finanziari, ma piuttosto concentriamo la nostra attenzione su ciò che sta accadendo nel mondo: avere una chiave di lettura dei possibili sviluppi, ci permette di muoverci in anticipo”, spiega il CEO. Ciò che cerchiamo di fare è di prevedere i trend futuri e capire l’impatto che possono avere nei nostri portafogli. Ad esempio, agli inizi degli anni ‘70 l’offerta di moneta negli Stati Uniti era strettamente collegata con l’inflazione ed è per questo motivo che abbiamo lanciato il primo fondo che investe in società aurifere, un fondo che per altro ha ormai compiuto 50 anni. Siamo stati i pionieri anche per quanto riguarda gli investimenti nei mercati emergenti in cui abbiamo cominciato a investire nel lontano 1993 e siamo stati tra i primi a fare a promuovere i Bitcoin alla Securities and Exchange Commission (SEC)”.

Sebbene VanEck sia cresciuta molto durante questi anni in termini di masse, ha mantenuto un grosso spirito imprenditoriale e una flessibilità nell’organizzazione. “In questo momento il nostro obiettivo è sviluppare il mercato europeo: siamo già presenti in Italia, Svizzera, Regno Unito e Olanda”, spiega l'esperto.

“Tra i prodotti che preferisco c’è il VanEck Vectors Morningstar US Wide Moat UCITS ETF”. Il fondo traccia le performance complessive di società statunitensi che presentano un livello di prezzi attraente e con vantaggi competitivi sostenibili nel tempo. “Investiamo in quelle realtà con un elevato pricing power, che abbiano una posizione di vantaggio nel lungo periodo”.  

MiFID II, un’opportunità per il mercato degli ETF?

“Pensiamo che MiFID II sia un’ottima opportunità per questo mondo che sta cambiando e sta andando verso una maggiore trasparenza e una riduzione del costo di prodotto. In realtà penso che, ancora prima di MiFID II, l’industria si stava orientando verso questo trend, naturalmente la normativa ha accelerato il tutto. Perciò gli ETF si adattano molto bene a questa evoluzione perché offrono un ampio grado di diversificato con un livello dei costi significativamente più basso", conclude van Eck.