L’ABC del private debt

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Giorgio Fata

Dopo aver elencato i vantaggi derivanti da un investimento nel private debt, Funds People ha voluto approfondire come si costruisce un vero e proprio portafoglio di titoli. 

Il primo a parlarcene è stato Giovanni Scrofani, responsabile minibond di Zenit SGR: “Ci sono diverse fasi nel nostro processo d’investimento. La prima è composta da un pre-screening, durante il quale il nostro team interno con il supporto dell’advisor valuta la fattibilità dell’operazione sia rispetto ai limiti di regolamento sia rispetto alla politica d’investimento […]. Si prepara un primo documento sintetico che viene portato all’attenzione all’advisory board, composto dai principali quotisti, tecnici ed esperti di vari settori individuati. A questo punto si passa alla fase due, dove si completano le analisi. Ci occupiamo anche di svolgere adeguati approfondimenti su aspetti fiscali, legali e sulle persone fisiche rilevanti. L’approvazione finale viene data dal nostro CdA”.

Ver Capital SGR basa il suo processo di screening sull’analisi fondamentale, “che comprende, tra le altre cose, un’analisi del posizionamento della società nel mercato di riferimento, le strategie di sviluppo, analisi economica finanziaria attraverso un modello interno proprietario che consente di 'stressare' singole grandezze di bilancio al fine di comprendere la sostenibilità del debito”, spiega Francesco Franchini, responsabile private debt di Ver Capital SGR. “Il processo di analisi si basa su un set documentale corposo e completo che comprende due diligence di mercato, contabili, fiscali, legali e, nel caso, anche ambientali. Il processo deliberativo è in capo ad un comitato d'investimento composto per la maggior parte dai senior member del team di investimento”. 

L’attività di analisi di Finint Investments SGR è valutata da due comitati: “uno tecnico, composto solo da personale dipendente di Finint Investments SGR, e un comitato investimenti composto da una parte del consiglio di amministrazione. Il nostro comitato degli investimenti è delegato dal CdA, entro un framework e linee guida specifiche entro un certo ammontare”, spiega Vania Serena, senior fund manager di Finint Investments SGR. “All’interno dei team condividiamo le idee, sebbene rimangano separati per singoli fondi in modo da differenziare le figure in termini di origination e responsabilità”.

Il processo di selezione di Anthilia SGR è strutturato in diverse fasi: la prima riguarda lo screening delle opportunità, la fase due l’approvazione dell’analisi da parte del CdA, e la fase tre è dedicata alla due diligence vera e propria. “Nella fase di due diligence si analizzano scenari di 'best' and 'worst case' rispetto al business plan da finanziare. Molto importante tener conto, soprattutto per le aziende più cicliche, del livello d’indebitamento e di un'opportuna visibilità dei flussi di cassa prospettici”, spiega Daniele Colantonio, partner e responsabile dell’area marketing e sviluppo prodotti di Anthilia SGR. La quarta fase prevede la negoziazione del tasso e l’emissione del rating, “che per Anthilia SGR è obbligatorio, da parte di Cerved o Crif che ha il valore di un’ulteriore analisi esterna (un second check)". La quinta fase riguarda il parere di un comitato consultivo, mentre la fase finale si conclude con l’approvazione o meno dell'investimento da parte del CdA dell'SGR. Al termine del processo d’investimento, in caso di esito positivo, ha luogo la fase di monitoraggio. “Il team di private debt lavora nello stesso ufficio e la vicinanza fisica è molto importante. Tutte le strutture di origination, invece, sono sul territorio con un network ampio composto da commercialisti, advisor e istituzioni bancarie”.