Corrado Gaudenzi, responsabile Long Term Sustainable Strategies della SGR italiana, illustra le caratteristiche fondamentali del punteggio proprietario di sostenibilità, un input per tutte le aree della direzione investimenti.
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Eurizon Capital è stata la prima società di gestione del risparmio a creare i fondi etici in Italia, già nel lontano 1996, quando ancora nessuno parlava di investimenti sostenibili. Eppure le tematiche legate all’ambiente, alla società e alla governance hanno sempre fatto parte di ogni iniziativa dell’asset manager italiano, sino ad arrivare a scegliere di integrare nel 2017 l’approccio ESG in tutti i processi di investimento. Corrado Gaudenzi, responsabile Long Term Sustainable Strategies di Eurizon Capital ne spiega i punti fondamentali.
“Il nostro approccio ESG si basa, da una parte, sul principio di esclusione per tutte le aziende produttrici di armi controverse e, dall’altra, sull’attività di engagement per tutte le società che mostrano una limitata capacità di gestire il proprio impatto sull’ambiente e sulle comunità. Qualora questa l’attività di enngagement non conduca ad esiti positivi entro 18 mesi, cioè non vengano risolte le criticità segnalate alle aziende, si arriva al disinvestimento totale del titolo”, spiega l’esperto. Per alcuni prodotti l’approccio ESG è diventato il principale criterio di gestione, per cui è stato creato un vero e proprio punteggio interno di sostenibilità, che viene poi affiancato all’analisi di natura fondamentale. Con questa tipologia di prodotti Eurizon ha raccolto ad oggi circa 7 miliardi di euro, a conferma del crescente interesse da parte degli investitori sulle tematiche della sostenibilità. Tra questi rientra uno dei fondi di punta Eurizon Fund Sustainable Global Equity gestito proprio da Corrado Gaudenzi.
La gestione di questo portafoglio avviene secondo un approccio disciplinato. Si parte da un’analisi di natura fondamentale che valuta la capacità dell’azienda di generare flussi di cassa con l’attuale modello di business. Successivamente entra in gioco il punteggio di sostenibilità che stima quanto gli attuali flussi di cassa di ogni azienda siano sostenibili nel medio/lungo periodo. Il punteggio si basa su due componenti principali: la capacità di gestire i rischi e il grado di esposizioni alle opportunità di crescita.
“Nel caso dell’analisi dei rischi, per ogni settore, industria, e azienda individuiamo quali sono gli aspetti che possono condizionare negativamente l’evoluzione dei profitti, sia in riferimento agli elementi che possono causare un aggravio dei costi, sia in riferimento ai fattori che possono causare una diminuzione dei ricavi e dei margini”, spiega il gestore. Per esempio nei beni di consumo, la scarsa qualità e sicurezza dei prodotti può causare multe o il ritiro dei prodotti difettosi, pertanto il team va a ricercare quegli aspetti extracontabili che consentono di stabilire quali società curano di più questi aspetti. Oppure nell’ambito del cambiamento climatico si tiene conto dell’aumento dei costi legato alle emissioni di gas serra che provocano il surriscaldamento del pianeta.
Per determinare il grado di esposizione alle opportunità di crescita di ogni azienda, si stima la percentuale dei ricavi aziendali che deriva dalla vendita di prodotti e servizi allineati ad alcuni dei più significativi target di sviluppo sostenibile. Il punteggio di sostenibilità stima quindi quanto le aziende sono capaci di gestire in maniera efficace i propri rischi e quanto sono in grado di posizionarsi su settori con trend di crescita importanti.
Il risultato è un portafoglio sostenibile che si caratterizza con un’intensità di emissioni in Co2 inferiori alla media dell’universo investibile, circa il 50% in meno, un’esposizione a trend di crescita sostenibile di quasi il doppio rispetto all’universo investibile, e con una forte capacità di generare flussi di cassa maggiore rispetto alla media. Si tratta quindi di aziende con vantaggi competitivi sostenibili nel tempo.
Il punteggio proprietario di sostenibilità rappresenta anche “un input disponibile per tutte le aree della direzione investimenti di Eurizon ”, dichiara Gaudenzi. Queste elaborazioni proprietarie del team di ricerca vengono messe a disposizione degli altri team della direzione investimenti arricchendo così il set informativo di tutta la società.