“L’epicentro dei rischi è in Europa”

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“L’Europa è l’epicentro dei pricipali rischi che oggi preoccupano i mercati finanziari, occorre essere difensivi”. Sono le parole di Frédéric Dodard, responsabile investment solutions group (ISG) EMEA di State Street Global Advisors (SSGA). La società di gestione americana individua infatti due temi di investimento per il 2019: volatilità e mercati emergenti.

L’Europa non sta passando un bel momento; l’incertezza politica di Italia, Francia e la Brexit incrementano la volatilità. A ciò si aggiunge una decellerazione della crescita economica. “Senza gli stimoli fiscali adeguati non si riesce a dare all’economia europea la giusta spinta di cui ha bisogno. In un contesto di deterioramento delle condizioni economiche, aumenta anche il rischio di contagio dell’Italia. Il problema del credito in Italia non rimane circoscritto al Belpaese. Se si considera l’esposizione di ciascuno nei confronti dell’Italia tramite banche, titoli governativi, derivati e settore provato, esiste infatti una forte interconnessione tra i vari Paesi,. Tuttavia non siamo ai livelli del 2011 ”, spiega Lori Heinel, deputy global CIO di SSGA.

A livello mondiale la crescita economica continua a rallentare; la normalizzazione delle politiche monetarie sta riducendo la liquidità sui mercati; l’inflazione rimane contenuta e la guerra commerciale tra USA e Cina presenta sempre più rischi, ma le possibili soluzioni non mancano. Alla luce di questo scenario Frédéric Dodard individua un posizionamento tattico e una visione di lungo termine. “Crescita ed inflazione supportano l’azionario americano, pertanto siamo ancora positivi nel breve termine. Lato corporate bond siamo più prudenti, dato che il restringimento della politica monetaria potrà determinare un ampliamente degli spread. Azioni e debito dei mercati emergenti sono particolarmente attraenti nel breve periodo per via delle valutazioni conveniente e delle migliori aspettative di crescita rispetto i Paesi sviluppati”

“In una visione strategica di lungo periodo crediamo invece che sia importante integrare aspetti ESG all’interno dei portafogli. Secondo le evidenze accademiche infatti l’inclusione di questi criteri può portare ad una serie di benefici in termini di costo del capitale, performance operative e prezzo dei titoli. Sarà fondamentale costruire un asset allocation flessibile, sfruttando i modelli fattoriali per la parte equity e garantendo una maggiore diversificazione, focalizzandosi sulla gestione del drawdown”, conclude l’esperto.