L’integrazione delle variabili ESG nel value investing

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Angelo Meda, Responsabile Azionario, Banor SIM

Il processo d’investimento di Banor SIM si basa sul value investing. Angelo Meda, responsabile azionario, ci spiega che alla base delle analisi c’è una profonda conoscenza delle aziende. “Incontriamo molto spesso il top e il middle management per monitorare il comportamento della società nel tempo. Per noi è molto importante valutare la capacità d’implementazione delle politiche dichiarate. Inoltre, cerchiamo di selezionare azioni che presentino un alto margine di sicurezza e che possano contenere eventuali rischi di perdita”. 

Matteo Bonaventura, analista finanziario di Banor SIM, aggiunge: “I nostri rapporti diretti con il management ci offrono l’opportunità di stilare un giudizio anche sulla competenza del gruppo dirigente (relativamente ai diretti concorrenti); anche questo input viene utilizzato nell’analisi della componente governance. Vengono sistematicamente sottopesati o esclusi gli emittenti che offrono condizioni di indebitamento troppo onerose (predatory lending); tali atteggiamenti tendono a produrre portafogli caratterizzati da rischio di credito molto scadente ed espongono l’emittente a disastrosi cambi regolamentari; i marchi interessati attraggono spesso attenzione negativa”.

Secondo questo approccio, la rotazione di portafoglio rimane molto bassa. “Ci capita molto raramente di vendere le posizioni in meno di un anno”, spiega Meda. “Questo riguarda anche il mercato italiano, sebbene la volatilità si è sempre dimostrata più alta rispetto agli altri mercati”. 

Il cliente tipico di Banor SIM è un investitore con un profilo bilanciato prudente: “Cerchiamo di mantenere una buona diversificazione nei nostri portafogli. I nostri portafogli bilanciati sono composti da circa 40 azioni per la componente azionaria e 30 titoli per quella obbligazionaria”, spiega l’esperto. “Inoltre, per la parte corta dei nostri portafogli long/short, abbiamo una diversificazione quattro volte maggiore in termini di peso, costituita anche questa da azioni”. 

Integrazione variabili ESG nel value investing

“Abbiamo deciso di integrare nel nostro processo d’investimento anche le variabili ESG perché ci siamo resi conto dell’importanza del tema: secondo l’Ocean Tomo’s Intangible Asset Market Value Study, gli intangibles asset sono arrivati a pesare con il tempo quasi l’84% su quelli totali dello S&P 500”, spiega Meda. Questi intangibili sono rappresentati dai brevetti, dal know how e dal valore delle persone. “Ci siamo resi conto che ormai quest’ultimi hanno acquisito un peso più che significativo”. 

Infine, Banor SIM ha deciso di non utilizzare indici sostenibili per la valutazione delle performance, ma indici tradizionali di mercato: “Le prime evidenze indicano che l’introduzione di un filtro ESG migliora i rendimenti dei portafogli corporate, con un incremento della performance e una diminuzione della volatilità”, conclude.