Nel Vecchio Continente, un euro su tre che entra in fondi di investimento, lo fa tramite prodotti di terze parti, secondo l'ultimo rapporto Cerulli sulle tendenze di distribuzione. Chi si beneficia di questo nuovo trend?
La distribuzione dei fondi di terzi è cresciuta del 2% in Europa lo scorso anno e già rappresenta il 33,9% del totale. Nel Vecchio Continente, un euro su tre che entra in fondi di investimento, lo fa attraverso intermediari estranei alle rete propria delle società di gestione. Nell’edizione di quest’anno della sua relazione sulle tendenze nella distribuzione in Europa, intitolato European Dynamics Distribution 2014: Responding to Change, società di consulenza statunitense Cerulli Associates rileva che dietro ad una quota crescente del nuovo capitale che entra nel settore c’è proprio l’architettura aperta.
L'anno scorso ha segnato il ritorno dei fondi del mercato degli investitori retail e afflussi di capitali sono cresciuti fortemente in tutta Europa, ma soprattutto in paesi come Spagna e Italia, leaders nella raccolta. Per Cerulli, hanno tratto maggior beneficio da questa crescente tendenza soprattutto le grandi società transfrontaliere, presenti in un maggior numero di mercati e che stanno accumulnado quote di mercato sempre più importanti in Europa. Come fa notare la società di analisi, in molti casi, si tratta di gruppi americani con una forte presenza nel Vecchio Continente e che dispongono di ingenti quantità da spendere in marketing e branding.
Cerulli attribuisce la crescita della distribuzione indipendente, in parte, al cambiamento di mentalità in corso tra distributori e istituzioni dell'Europa continentale, che hanno saputo riconoscere i limiti delleproprie risorse interne e che hanno scelto di utilizzare gestori esterni. Come dice Angelo Gousios, analista senior presso Cerulli a Londra e co-autore del rapporto, "alcune società di gestione europee si sorprendono nel vedere quanto sia difficile vendere i prodotti alle proprie reti, cosa che era impensabile due o tre anni fa."