La Brexit vista da un gestore: il cambio euro/dollaro potrebbe variare

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“Quindici giorni possono essere troppi quando si tratta di investire in valute”. Così parlava ai giornalisti un paio di settimane fa il gestore Andreas König durante un evento di Pioneer Investments a Dublino. Effettivamente, il rischio Brexit ha avuto effetti enormi sul mercato valutario negli ultimi 15 giorni. Qualcosa che l’esperto conosce bene visto il peso determinante che questo elemento riveste nelle sue decisioni di investimento e che lo porta ad adottare un atteggiamento “relativamente tattico e flessibile” rispetto alle sue posizioni sulla sterlina.

“Adesso il mercato è molto influenzato dalla Brexit perché riguarda direttamente la sterlina. Crediamo che negli ultimi giorni le posizioni corte sulla sterlina rispetto all’euro e al dollaro siano aumentate perché nessuno sa esattamente cosa accadrà e ci sono molte coperture”, precisa l’esperto. Dice di aver già osservato un comportamento simile l’anno scorso durante le settimane precedenti il referendum in Scozia: “In quei giorni abbiamo assistito a molte transazioni”. La settimana scorsa Pioneer ha ottenuto profitto dalla sua posizione corta sulla sterlina contro l’euro e il dollaro. Il gestore prevede di chiudere le sue posizioni attuali sulla sterlina poco prima del referendum, per mantenere una posizione neutrale il giorno della consultazione. 

Negli ultimi giorni, la valuta britannica ha sperimentato un forte rally di più del 5%, complice il recente cambiamento del sentiment tra gli investitori. “Si prevede grande movimento nel giorno del referendum e in quello successivo, con un’oscillazione del 6% a seconda del risultato. In caso di uscita dall’UE, potrebbe arrivare al 10%. Viceversa, in caso di  permanenza, gli effetti saranno positivi sia per la sterlina che per l’euro”, spiega König. A suo giudizio, il risultato del referendum potrebbe influenzare anche la coppia euro/dollaro: “Attualmente, il cambio euro/dollaro sta oscillando nel range 1,09-1,15. Se dovesse materializzarsi il rischio Brexit, questo comportamento potrebbe cambiare”.

Affinché gli investitori si facciano un’idea più chiara dell’importanza della Brexit sul mercato dei cambi e in particolare sulla sterlina, l’esperto fornisce un dato illuminante: la moneta britannica aveva sperimentato una volatilità così alta solo due volte in passato, nel 2008 – in concomitanza con la crisi finanziaria – en el 1992, quando George Soros scommise contro la Banca d’Inghilterra. König spiega che rispetto alle attuali condizioni di mercato “è difficile prevedere se le valute saranno quotate a livelli estremi perché si tratta di un evento eccezionalmente raro”. “Quello che gli investitori vogliono evitare è che si ripeta quanto accaduto l’anno scorso con la Banca nazionale svizzera (BNS)”, aggiunge.

Un mercato più irregolare

Indipendentemente dall’impatto della Brexit sul mercato dei cambi, l’esperto si sofferma in particolare sul crescente interesse nell’asset class degli ultimi mesi, un dato che attribuisce all’aumento della volatilità, all’incremento delle correlazioni tra le diverse asset class e allo scenario a tassi zero. “Anche se la liquidità è diminuita leggermente nel mercato dei cambi, continua a essere l’asset più liquido a livello globale e si considera come un'alternativa, perché molti non lo reputano investibile”. Per quanto riguarda la riduzione della liquidità, il responsabile afferma che può essere spiegata in parte da una minore comunicazione fra traders: “Il mercato si comporta come 15 anni fa. È un po’ più irregolare e volatile ma ci piace perché vediamo i momenti di panico come opportunità”.

König ritiene che gli investitori dovrebbero considerare le valute da due punti di vista: come esposizione naturale (per operazioni di copertura, ad esempio), o da una prospettiva di generazione di alfa, nel senso che "non c’è bisogno di un parere specifico per ogni posizione". Ad esempio, König spiega che il rischio Brexit non rappresenta una grande preoccupazione per la generazione di alfa. “È possibile ottenere rendimenti mediante incroci di valute”.