La Cina, regina degli emergenti

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Athena Iam (Unsplash)

Fra poco meno di un mese, secondo il calendario cinese, si entrerà nell’anno del cane. Per il popolo cinese, questo segno di terra è di buon auspicio per un anno di buona salute, fedeltà, apertura verso gli altri, innovazione e crescita. Non si può negare che, anche il 2017, per la Cina sia stato un anno molto positivo, in cui il PIL del Paese è cresciuto del 6,9%. Il FTSE 50 China, che prende in considerazione sia le componenti dei titoli della Borsa di Shangai sia di quella di Shenzen, ha raggiunto i 14.215 punti. Nel 2017 l’indice ha registrato una performance del 32,9% e nel 2018 sta già portando a casa un rendimento del 7,34% (dati al 14 gennaio).

La Cina continua la politica di svalutazione dello Yuan rispetto al dollaro, in modo da favorire l’esportazione e migliorare la sua bilancia commerciale. Importante è sottolineare che la Cina sta vivendo un periodo di transizione economica in cui stanno cambiando i modelli di sviluppo. Innanzitutto, c'è la ricerca di una crescita basata sullo sviluppo del mercato interno, riducendo quindi l’export. Secondariamente il Paese sta privilegiando il settore terziario (e-commerce, assicurazioni, servizi finanziari) riducendo gli investimenti nel primario e secondario. 

Il tasso della Banca centrale cinese rimane al 4,35%, ma ciò che preoccuppa maggiormente gli operatori di mercato sono i rischi legati al debito cinese. Attualmente la massa monetaria della Cina è la più grande al mondo con valore più grande di Europa e Stati Uniti messi assieme. Il tasso d'inflazione invece, rimane contenuto all'1,8% a fine dicembre.

“I mercati sembrano a loro volta avere più fiducia nelle prospettive per la Cina”, osserva Karen Ward, chief market strategist per UK ed Europa di J.P. Morgan Asset Management. “Anziché implodere, come alcuni avevano prospettato all’inizio dell’anno, l’attività cinese ha espresso un’accelerazione nel corso dell’anno, [...] ciò dovrebbe contribuire a rallentare leggermente la crescita nel 2018, anche se è verosimile che rimanga superiore al 6%.

Altra particolare riflessione che dobbiamo fare è sul debito cinese. Negli ultimi anni, si è sentito molto parlare dell’aumento del debito societario in Cina con la crescente paura di una possibile crisi subprime. Karen Ward specifica però, che “al contrario degli altri debiti, l’indebitamento cinese è finanziato internamente dai risparmi nazionali e il conto capitale è ancora sostanzialmente chiuso; non vi è alcun finanziatore esterno in grado di interferire, anche laddove vi siano dubbi sul rimborso, come nel caso dei subprime”.

I settori d’investimento preferiti dai fondi che investono nel mercato cinese sono i beni di consumo ciclici e difensivi, la finanza e la tecnologia. L’anno scorso, il fondo che ha ottenuto i migliori risultati in termini di performance è il Vitruvius Greater China Equity, che ha portato a casa un rendimento dell’81,33% con una volatilità moderata del 7,81%. Il comparto è gestito attivamente e il portfolio manager seleziona azioni di società aventi sede nella Grande Cina o che svolgono una parte preponderante della loro attività economica in tale regione. Degne di nota sono anche le perfomance dell’Investec GSF All China Equity che a fine 2017 hanno raggiunto il 70,65%. Il gestore,Greg Kuhnert, si avvale anche di strumenti derivati (contratti finanziari il cui valore è legato al prezzo di un’attività sottostante) a scopo d’investimento. A differenza del fondo precedente, il portafoglio ha un’allocazione più diversificata e investe anche in materie prime e beni industriali. Terzo in classifica è il Neuberger Berman China Equity, gestito da Lihui Tang e da Yulin Yao, con un rendimento del 66,26%.

Fondi con Marchio Funds People

Tra i primi dieci fondi che hanno ottenuto i migliori risultati, troviamo l’UBS (Lux) EF China Opportunity con rating Consistente. Il comparto, gestito da Bin Shi, Projit Chatterjee e Derrick Sun ha ottenuto un rendimento del 59,69% con una volatilità molto limitata rispetto alla media della sua categoria (6,34%). Il comparto investe in società di Hong Kong, in cui il team di analisi ricerca e seleziona i titoli più interessanti dal punto di vista della crescita. Il portafoglio è ben diversificato, investito soprattutto in beni di consumi ciclici (15,45%), finanza (22,06%), beni di consumo difensivi (14,77%), salute (11,53%) e tecnologia (27,13%).

 

I fondi che investono in Cina più performanti del 2017

Fondo Società di Gestione Rend. % (in euro) Volatilità Morningstar Category
Vitruvius Greater China Equity  Kredietrust Luxembourg  81,33 7,81 EAA Fund Greater China Equity
Investec GSF All China Equity  Investec AM 70,65 8,00 EAA Fund China Equity
Neuberger Berman China Equity Neuberger Berman 66,26 7,83 EAA Fund China Equity
E.I. Sturdza Strgc China Panda  E.I. Sturdza 64,04 9,83 EAA Fund China Equity
Vontobel mtx China Leaders  Vontobel AM 60,81 8,05 EAA Fund China Equity
UBS (Lux) EF China Opportunity UBS 59,69 6,34 EAA Fund China Equity
JPM China A  JP Morgan 59,11 5,87 EAA Fund China Equity
Aberdeen Global China A  Aberdeen Standard Investments 57,18 10,08 EAA Fund China Equity - A Shares
GS China Opportunity Equity Base  Goldman Sachs AM 55,87 8,73 EAA Fund China Equity
ChinaAMC China Opportunities  FundRock Management Company  55,86 6,70 EAA Fund China Equity

Dati Morningstar Direct al 31.12.2017.