La filosofia di investimento dell'AB FCP I - European Equity Portfolio

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L’analisi e l’attenta selezione dei titoli su cui investire rappresenta un fattore chiave per generare extra-rendimenti. È di quest’avviso Tawhid Ali, gestore del fondo con rating Consistente AB FCP I - European Equity Portfolio. Nel 2017 il comparto ha guadagnato il 13,7% e ha sovraperformato la propria categoria (azionari Europa large cap value) del 4,4%.

La sovraperformance del fondo nel 2017 è derivata dall’attenta attività di stock selection. “Un esempio è il titolo Siltronic: la scarsità dell’offerta per i wafer di silicio ha comportato, da inizio 2017, un costante rialzo dei prezzi che ha avuto un impatto significativo sulla redditività dell’azienda. Questi rialzi, da lungo attesi, hanno spinto le performance di Siltronic, tra i leader mondiali nella produzione di questo componente”, afferma Ali. 

Filosofia di investimento

Il comparto investe in azioni di società europee con forte capacità di generazione di cassa e che presentano un elevato e sottostimato potenziale di rendimento. “Sussiste ancora, ad esempio, una preferenza per le azioni a basso beta che vengono considerate meno rischiose rispetto ai titoli high beta. Tuttavia, i valori assegnati a queste due categorie non riflettono correttamente la situazione, dato che i rischi politici a maggiore impatto sono esterni all’Europa. Crediamo che si possa sfruttare questo ampio e continuo mispriciping facendo leva su un’attenta ricerca sia a livello di settore che di azienda”, dice il gestore.

Nella ricerca delle migliori opportunità di investimento, il team di gestione non si focalizza su singoli settori o regioni geografiche. “La nostra filosofia è quella di isolare la nostra analisi da qualsiasi interferenza esterna, focalizzandoci solo sulla capacità dell’azienda di generare cassa, elemento chiave per comprendere il reale valore della società. I nostri preferiti sono i cosiddetti ‘brutti anatroccoli’, ovvero quelle realtà che vengono sottovalutate proprio a causa delle dinamiche che investono il Paese nel quale sono domiciliate o il settore nel quale operano”.

In termini generali, i margini di profitto di molte società europee sono stati inferiori rispetto alle controparti statunitensi. “In molti settori, dal retail alle utility, però, le aziende si stanno muovendo in questo senso, implementando misure interne, come il taglio dei costi e l’ampliamento della gamma prodotti. Inoltre, molte società europee, tra cui alcuni specialisti della manifattura che fanno leva su una solida tradizione ingegneristica, possiedono asset e competenze in grado di sostenerne la crescita della redditività. Questo, tuttavia, rimane sottostimato dagli investitori”, spiega Ali.

Tuttavia, “in qualità di gestori azionari fully invested con posizioni lunghe su società domiciliate in Europa, tendiamo a non modificare l’asset allocation. Le nostre scelte sono state premiate da inizio anno, come si vede dalla performance di gennaio, quando i mercati registravano un andamento positivo, e di febbraio, nonostante la correzione”.

Gestione del rischio

All’interno del portafoglio, gli strumenti derivati vengono utilizzati unicamente per la gestione del rischio, prevalentemente future su indici e forward. “Utilizziamo i contratti forward per proteggere il portafoglio dal rischio valutario, nel momento in cui le nostre posizioni dovessero risultare eccessivamente sotto o sovrappesate dal punto di vista valutario, possiamo utilizzare i forward in essere per chiudere tali posizioni”, conclude il gestore.