Una competenza “condivisa” e “cross asset”. Marco Rossin, alla guida del team di Financial Advisory e di Fund Selection di Euromobiliare Advisory SIM riassume così le caratteristiche salienti della squadra focalizzata sulla fund selection e operativa all’interno della sezione financial advisory della società. Cinque elementi, tre dei quali, insieme allo stesso Rossin e a Mirko Falchi, competence leader - lead analyst e advisory portfolio manager, incontrati da FundsPeople presso gli uffici milanesi della società. “La fund selection è una delle attività ‘core’ svolte dalla business line financial advisory”, sottolinea Rossin che indica come la squadra allargata conti 12 elementi “professionisti con seniority e background di diverso tipo che spaziano dalla selezione di fondi di terzi, alla selezione di singoli titoli, fino alla gestione di portafoglio”. La struttura è al contempo parcellizzata e flessibile: il coordinamento del team di pura fund selection operato dal responsabile della financial advisory, Rossin appunto, e dal competence leader Falchi, consente di avere un “collegamento operativo sia interno con l’attività di asset allocation, sia esterno con le funzioni di gestione di portafogli in gestioni patrimoniali e di supporto alle reti”. Fin qui, dunque, la condivisione delle competenze. Il passaggio successivo è interno allo stesso team di fund selection, in cui “non esiste una segmentazione per singole aree di mercato: pensiamo che una conoscenza cross asset possa essere più efficace nel cogliere le diverse sfumature di una strategia”.
La fund selection in EASIM, un’attività “core” al servizio del portfolio management e della consulenza alle reti

Qui entrano in gioco le caratteristiche dei singoli fund selector, portatori di formazione e background differenti, e in grado per questo di “valutare le strategie sia sotto il profilo della performance potenziale, sia sotto il profilo di efficienza gestionale e di supervisione dei rischi connessi”. L’efficienza, d’altronde, è alla base dell’azione della squadra che lavora con “due committenti”, specifica ancora il responsabile: “Uno interno, ossia le gestioni patrimoniali, il team di portfolio management; e uno al servizio della consulenza sia verso le reti del gruppo sia verso i clienti diretti. Il team, di fatto, seleziona ‘la materia prima’ utilizzata per la costruzione dei portafogli modello proposti in consulenza, sia per le banche del gruppo sia per la consulenza fornita esternamente”. E appunto nel nucleo centrale della struttura, quello focalizzato sulla selezione dei fondi operano tre analisti puri, Pietro Bertolini, Stefania Zanini e Alessandro Marchi, mentre Andrea Di Giorgio e Simone Renzelli sono anche advisory portfolio manager (Di Giorgio e Bertolini sono anche presenti nello speciale dedicato alle nuove leve della fund selection).
1/5L’approccio di valutazione e selezione si basa su due processi: quantitativo e qualitativo. “Quello quantitativo è l’approccio per le strategie base”, specifica Falchi indicando come si imposti “su una serie di metriche statistiche di efficienza e di rischio calcolate su più orizzonti temporali”. L’analisi quantitativa di un fondo si effettua verso il suo peer group considerando sei intervalli temporali differenti: tre fissi e tre variabili, “che chiamiamo ‘fasi’ e sono modificabili, aggiornabili periodicamente ogni volta che le condizioni di mercato lo richiedano. Le fasi consentono di valutare il comportamento di un fondo in condizioni particolari di mercato (di stress o di crisi di liquidità, ad esempio), e su ognuna si calcola una serie di statistiche (di performance, di efficienza e di rischio)”. Un altro livello di analisi quantitativa è quello del “Qualifying Ratings”, ossia il calcolo di metriche “utilizzate per qualificare il fondo sulla base del suo posizionamento in merito a caratteristiche di interesse come l’efficienza, la consistenza, l’aggressiveness, la defensiveness, il suffering e il risk adjusted”. La fase qualitativa del processo di selezione è finalizzata, poi, alla definizione di un Global Rating Qualitativo assegnato ai fondi flessibili (total return e absolute return), ai fondi alternativi e alle strategie di credito. Il rating qualitativo si assegna, inoltre, “a tutte le strategie che, indipendentemente dal tipo di gestione, hanno una rilevanza particolare per i nostri investimenti e le nostre selezioni”. La regola generale, specifica Falchi, è che “in tutti i casi in cui è previsto un Rating Qualitativo, questo prevarrà sul giudizio quantitativo perché valorizziamo sempre l’analisi, la conoscenza e l’esperienza dell’analista verso una strategia, un gestore, un settore o un tema”. Gli elementi di analisi, d’altronde, si suddividono tra quelli relativi alla casa e quelli relativi al fondo. Un esempio è dato dall’analisi del portafoglio, dalla conoscenza e l’esperienza del team di gestione, o dalla composizione degli investitori”.
Un punto di attenzione forte, aggiunge Rossin, è l’analisi della casa terza: “mettiamo in atto un processo di due diligence volto ad ammettere o meno l’asset manager nell’universo investibile in funzione del grado di trasparenza dei processi di risk management che attua e del livello di collaborazione che pone nel dare informazioni sulle strategie sottostanti”.
2/5Altro tassello che va a incidere sul lavoro del team di selezione della società è quello legato alla recente creazione di una piattaforma di consulenza che, entro l’anno, sarà adottata da tutta la rete del Gruppo Credem (i consulenti la utilizzano già dallo scorso novembre). “Come SIM abbiamo lavorato, congiuntamente alle direzioni commerciali del gruppo, allo sviluppo della piattaforma, che è durato più di due anni”, afferma Di Giorgio, fund analyst e advisory portfolio manager che sottolinea come il nuovo strumento avrà e abbia già avuto “un impatto sulle logiche di lavoro sia in termini di selezione sia in termini di processi lavorativi ‘day by day’ e di interfaccia con quelli che sono i nostri principali interlocutori: le reti”. Nel dettaglio, EASIM “sarà owner della gestione finanziaria della piattaforma”, offrendo servizi inerenti all’asset allocation proposta, con una “gestione continua per profilo di rischio e adattamento ai vari contesti di mercato”; all’asset selection, anche in questo caso con un’analisi costante di “prodotti e strumenti finanziari in consulenza attraverso l’attribuzione di uno scoring di preferenza per ogni singolo strumento”; e in merito allo score sostenibilità, “con l’attribuzione di un punteggio per ogni singolo strumento finanziario e per ogni portafoglio della clientela”. Quello imposto dalla piattaforma sarà quindi un “cambiamento necessario” anche per il team financial advisory di EASIM “che dovrà passare da una logica di prodotto a una logica di allocazione e di advisory in senso molto più ampio rispetto al passato”.
3/5E appunto la sostenibilità si conferma, lungo tutto il colloquio con il team, una direttrice importante di sviluppo e di implementazione. Tanto che ci si attende “la prosecuzione della crescita della domanda di questa tipologia di investimenti anche nei prossimi anni”. A sostenerlo è Zanini, fund analyst, che sottolinea come l’attenzione alle tematiche ESG, sia “uno dei pilastri della nostra attività”. In questa luce EASIM si è dotata di uno score ESG proprietario per l’assegnazione dei giudizi di sostenibilità su società, emittenti e OICR\ETF. In particolare sul fronte OICR, specifica la professionista “il processo di scoring tiene in considerazione sia la valutazione in termini di sostenibilità della strategia di portafoglio, sia l’assetto organizzativo e la capacità di gestione dei rischi di sostenibilità dell’asset manager”. Analisi che risale, alle origini, nella due diligence della casa, in cui si prendono in considerazione molteplici aspetti, come “la funzione CSR, le politiche ESG applicate, gli indicatori di performance ESG, team e risorse dedicate al tema, l’integrazione dei criteri nel processo di investimento, le politiche aziendali in tema di esclusioni e controversie, l’adozione di politiche di engagement e la gamma prodotti ESG”.
4/5Uno sguardo va, infine, alle sfide che affronta quotidianamente il mondo della selezione e, nella visione di Bertolini, fund analyst, “a fronte di un quadro macro che assume variazioni importanti anche nel breve periodo, è importante saper selezionare gestori che siano pronti a modificare la composizione dei propri portafogli adattandoli al contesto di mercato”. A questo si somma la necessità di adattare al cambiamento anche l’approccio di valutazione e selezione delle strategie “che deve essere reso più dinamico ed efficace”. Risultato, quest’ultimo, che “si ottiene attraverso una continua evoluzione dei sistemi e dei modelli a supporto degli analisti, con lo scopo di avere costantemente sotto monitoraggio il proprio universo investibile”. In EASIM questo avviene con il supporto del sistema proprietario di scoring delle strategie basato sull’accentramento e il controllo dei dati. “Questo fornisce un supporto tecnologico che, unito alla sensibilità dell’analista, permette di monitorare in modo costante tutto l’universo delle strategie disponibili, mantenendo i più alti standard di selezione e, al contempo, riducendo le tempistiche necessarie per poter fornire soluzioni che soddisfino nel modo migliore i bisogni di investimento dei nostri stakeholder”, conclude Bertolini.
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